La
stimolazione magnetica transcranica (TMS) è un trattamento innovativo e molto promettente per diverse patologie neurologiche e psichiatriche, il cui utilizzo è stato approvato della Food and Drug Administration (FDA) americana e della Comunità Europea.
Viene utilizzata nel trattamento della
depressione maggiore resistente ai farmaci, della malattia di
Alzheimer, della malattia di
Parkinson e in sinergia con la terapia congnitivo comportamentale.
Per mezzo della collaborazione con la
Casa di Cura San Giorgio, la tecnologia è recentemente in uso presso
Clinica Santa Caterina da Siena di Torino per il trattamento di queste patologie.
Che cos’è la stimolazione magnetica transcranica (TMS)
Il funzionamento della TMS si basa su un fenomeno noto, ovvero la
neuroplasticità del cervello: i neuroni modificano struttura e funzione a seguito di stimoli, traumi o patologie.
La stimolazione magnetica transcranica può
riportare le cellule neuronali allo status quo, contribuendo al regresso di alcune patologie psichiatriche e neurologiche.
La tecnica ha bassi effetti collaterali rispetto alle terapie farmacologiche, come lieve senso di vertigine o mal di testa, che rientrano con il passare del tempo. La procedura non è però indicata su pazienti che hanno clip o stent per aneurismi, protesi o schegge metalliche nel distretto collo-testa, tatuaggi sul viso realizzati con un inchiostro contenente metalli.
La TMS è una terapia particolarmente
vantaggiosa perché non richiede anestesia né tempi di recupero dopo la seduta, per cui il paziente può immediatamente tornare alla sua quotidianità.
Come funziona la Stimolazione magnetica transcranica
Il
trattamento è indolore, al paziente viene chiesto di rimuovere orecchini, gioielli, occhiali, carte di credito e altri oggetti che potrebbero interagire con le onde magnetiche.
La TMS si esegue da seduti, indossando delle cuffie per orecchie per non sentire il rumore e collocando il capo sotto un dispositivo che genera un campo magnetico.
Le onde emesse interagiscono con le cellule neuronali collocate nelle aree deputate al controllo dell’umore o delle abilità motorie, a seconda dell’obiettivo del trattamento e della patologia da trattare. Si verifica così un processo di neuromodulazione.
Cosa dice la scienza sulla TMS
Gli studi scientifici finora svolti sulla TMS dicono che si tratta di una tecnologia promettente.
In particolare uno studio pubblicato nel
2018 su The Lancet, una prestigiosa rivista scientifica internazionale, riporta come
il 47% dei pazienti trattati con TMS per depressione maggiore ha risposto alla terapia e il 27% è arrivato alla remissione dei sintomi.
Ulteriori studi dimostrano che la TMS è una tecnologia promettente per
trattare patologie neurologiche come l’Alzheimer e la malattia di Parkinson sul quale sembra avere efficacia nella remissione dei sintomi motori e cognitivi.
In generale, i dati confermano l'efficacia della
stimolazione magnetica transcranica nelle patologie neurofisiologiche e la sua sicurezza come tecnica mininvasiva e a basso rischio per il paziente.