13 maggio 2020

Diabete di tipo 2 e obesità: un percorso ambulatoriale per il trattamento del paziente

Diabete di tipo 2 e obesità
Il percorso ambulatoriale dedicato alla diagnosi e cura dei pazienti obesi di Villa Tiberia Hospital è indicato per tutti i soggetti diabetici che hanno problemi di obesità. Lo scopo del programma, coordinato dal dott. Raffaele Scalpone, diabetologo di Villa Tiberia Hospital, è quello di accompagnare i pazienti in un percorso di dimagrimento e rieducazione alimentare, eliminando ogni possibile complicanza data dalla situazione clinica in cui si trovano. Il programma prevede una serie di incontri con diversi specialisti che collaborano e lavorano in sinergia per affrontare il problema nella sua globalità e far sì che la terapia di ogni paziente sia personalizzata.
Il diabete mellito di tipo 2 è tipico dell’età adulta e riguarda il 90% della popolazione diabetica. Questa patologia ha due cause principali: una minor produzione di insulina, che diventa insufficiente per il normale metabolismo (deficit di secrezione di insulina); un suo utilizzo meno efficace, definito insulino-resistenza. L’obesità è una dei fattori causanti insulino-resistenza, in quanto l’eccesso di adipe inibisce l’efficacia dell’insulina nei tessuti periferici. 

La condizione di concomitante diagnosi di diabete di tipo 2 e obesità si presenta in circa un caso su tre.
La mancanza di insulina nel nostro corpo comporta l’aumento di glicemia nel sangue con conseguenze quali affaticamento, sonnolenza, nausea, vomito, problemi alla vista, fino, in situazioni croniche, allo sviluppo di danni a organi vitali. Contrariamente al diabete di tipo 1, il tipo 2 non è insulino-dipendente, e non va, almeno inizialmente, trattato con iniezioni esterne.

Le cause dell’obesità sono frequentemente legate a fattori genetici, a un’errata modalità di alimentazione e a fattori ambientali e comportamentali. La sindrome di Prader-Willi è una malattia genetica che causa un’assenza di sazietà con conseguente aumento di obesità nei soggetti affetti. Anche alcune malattie endocrine possono favorire la patologia, tra cui la sindrome di Cushing, che comporta un aumento di produzione di cortisolo, la disfunzione della tiroide, e la sindrome dell’ovaio policistico. Non meno importante è l’eccesso di sedentarietà e aspetti psicologici della persona che, se non gestiti correttamente, possono portare a sfogare ansie e tensioni con un’assunzione eccessiva di cibo.

Il percorso: il diabetologo e la definizione del quadro clinico.

La visita con il diabetologo è il primo incontro per mezzo del quale, grazie a un’attenta analisi della storia clinica del paziente, si tenta di comprendere quali siano le specifiche necessità terapeutiche. In questa occasione si svolge la valutazione approfondita della analisi emato-cliniche, con la possibilità di effettuare le misure antropometriche quali peso, altezza, circonferenza e composizione corporea. Per le valutazioni pneumologiche, nefrologiche e ortopediche, il diabetologo collabora con gli specialisti del settore, valutando, tramite esami strumentali di alto livello, il quadro clinico e il percorso terapeutico più opportuno per riportare il paziente a uno stato di salute globale.

Il gastroenterologo per una corretta alimentazione

Il colloquio con il medico gastroenterologo e alimentarista permette di verificare le abitudini alimentari del paziente e sviluppare insieme a lui un percorso per ristabilire una corretta alimentazione. Un errato comportamento alimentare, tramite una dieta ricca di grassi e zuccheri e un’assunzione giornaliera di troppe calorie, è un fattore che aumenta il rischio obesità.

Il cardiologo analizza il rischio cardiovascolare.

Allo specialista in Cardiologia spetta il compito di valutare il rischio cardiovascolare, poiché vi è una stretta correlazione fra obesità e maggiore incidenza di infarto del miocardio e ictus. La valutazione della funzione cardiaca potrebbe evidenziare malattie valvolari, a questo scopo l’esame che può dare risposte è l’Ecocardiogramma.

L’otorinolaringoiatra indaga la funzione respiratoria.

Di rilevante importanza sono poi le indagini riguardanti la funzione respiratoria. Tramite una consulenza con l’Otorinolaringoiatra, la persona può eseguire un test polisonnografico finalizzato alla ricerca di possibili apnee ostruttive del sonno (OSAS), una sindrome frequentemente associate a obesità. Le apnee notturne, infatti, se non trattate possono portare a un aumentato rischio di infarto, ictus e ipertensione arteriosa
 
Per avere maggiori informazioni al riguardo,
puoi contattare la struttura tramite il form dedicato o telefonicamente
 
 

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