Anche chi segue un
regime vegetariano o vegano può incorrere in squilibri metabolici che, con il tempo, possono favorire un accumulo di peso. Soprattutto nel caso di diete «fai-da-te», l’eliminazione drastica di alcuni macronutrienti (per esempio, le proteine), i periodi di semidigiuno o la carenza di minerali possono, con il tempo, alterare l’equilibrio corporeo e favorire processi metabolici che portano all’accumulo di peso.
In alcune persone vegetariane o vegane un percorso di dieta chetogenica può aiutare a conciliare la perdita di peso con il ripristino dell’equilibrio metabolico, nel rispetto delle preferenze alimentari di ciascuna persona. Ne abbiamo parlato con la
Dottoressa Nicole De Sario, dietista presso
Primus Forlì Medical Center.
In che cosa consiste la dieta chetogenica?
La dieta chetogenica è una dieta a bassissimo contenuto calorico pensata per indurre un significativo calo del peso corporeo in un tempo piuttosto breve. Questo obiettivo si inserisce in un programma articolato in
tre fasi, durante le quali viene intrapreso anche un percorso di
rieducazione alimentare per dare risultati duraturi nel tempo.
Come si imposta la prima fase della dieta chetogenica per vegetariani e vegani?
Il programma di dieta chetogenica si presta ad essere intrapreso anche da persone vegetariane o vegane, con solo alcuni
accorgimenti specifici.
In generale, durante la
prima fase, per tutti i pazienti (anche quelli che non seguono diete specifiche) è consigliabile usare
prodotti alimentari già pronti, che vengono preparati appositamente per la dieta chetogenica tenendo conto del giusto rapporto in percentuale tra i diversi tipi di nutrienti (proteine, carboidrati e grassi). «
La scelta dei prodotti viene comunque ritagliata su ogni persona in modo specifico», specifica la Dottoressa de Sario «
perché non tutti i vegetariani mangiano le stesse cose: è un’esperienza molto personale».
Per le persone vegetariane la scelta viene fatta valutando il tipo di proteine normalmente assunte dalla persona ed escludendo, se necessario, prodotti specifici che contengono per esempio proteine del latte o proteine derivate dalle uova. Per i vegani, invece, esistono prodotti pronti pensati in modo specifico per loro e contenenti solo proteine di origine vegetale.
È importante ricordare che, in questa prima fase, per tutti (anche per chi non è vegetariano o vegano) è necessario assumere specifici
integratori di sali minerali e vitamine per sostenere la persona nel corso della dieta chetogenica.
Quali fonti di proteine si impiegano?
Nella seconda fase della dieta, in cui si iniziano gradualmente a reintrodurre alcuni tipi di alimenti, è necessario prendere qualche accorgimento in più per adeguare il programma alle persone vegetariane e vegane.
In particolare, in questa fase viene inserito un piatto proteico preparato con prodotti freschi: nel farlo, la dietista terrà conto delle preferenze specifiche di ogni persona, escludendo la carne e selezionando per esempio solo uova o pesce (per i vegetariani che li consumano) oppure alimenti a base di tofu o seitan (che sono adeguati anche per i vegani).
Quali invece i tipi di verdura?
Nella seconda fase vengono reintrodotte anche alcune verdure, attenendosi in modo scrupoloso a queste due liste:
- verdure che possono essere consumate liberamente: asparagi, melanzane, bietole, broccoli, sedano, funghi, cavolfiore, ravanelli, cetrioli, insalata verde, indivia, spinaci, finocchi, radicchio, germogli di soia, cardi, peperoni verdi, rucola, verza e zucchine;
- verdure di cui si possono consumare al massimo 100 grammi a pasto: carciofi, cavoli, cavoletti di Bruxelles, fagiolini, rape, porri, peperoni rossi e gialli, pomodori.
Tutte le altre verdure, come per esempio le carote, in questa fase non possono essere ancora consumate, perché contengono una quantità rilevante di carboidrati.
Per quanto riguarda la
cottura, non ci sono preferenze tra verdure crude o cotte. È invece importante prestare attenzione ai
condimenti: per insaporire le verdure, meglio
preferire le spezie e l’olio d’oliva aggiunto a crudo.
Poiché la scelta di alimenti proteici è oggettivamente più limitata per le persone che seguono un regime vegetariano o vegano, un ulteriore adattamento consiste nel calibrare la durata della seconda fase e, se necessario, accorciarla per passare più rapidamente alla terza e ultima fase della dieta.
E la frutta?
Nella terza fase si possono iniziare a reintrodurre i carboidrati e quindi la frutta. Tutti i tipi di frutta sono consentiti dalla dieta, purché consumati in quantità ragionevoli: per esempio, è permesso mangiare un frutto medio al giorno (arance, mele) oppure 125 grammi di altri frutti (come uva o ciliegie). In questa fase sono ancora da escludere la frutta lavorata (sciroppata o essiccata) o le spremute, perché hanno una quantità di zuccheri molto elevata.