Disturbi alimentari: un problema non solo adolescenziale

Disturbi alimentari: un problema non solo adolescenziale
La “Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare” è un’iniziativa finalizzata a diffondere la consapevolezza su anoressia, bulimia, binge eating e dipendenza da sport.
Sono disturbi molto diffusi e non solo tra gli adolescenti, come si potrebbe credere. Per l’incidenza e l’impatto che hanno sulla vita dei pazienti, possono essere considerati un vero e proprio problema di sanità pubblica, come spiega lo stesso Ministero della Salute.
 
La dott.ssa Nicole De Sario, dietista presso il Primus Forlì Medical Center, spiega alcuni elementi chiave per conoscere meglio i disturbi dell’alimentazione.

Quanto è importante diffondere la consapevolezza sui disturbi alimentari?

Diffondere la consapevolezza sui disturbi del comportamento alimentare è necessario, perché ci sono alcuni falsi miti. In primis, che siano problematiche adolescenziali che si risolvono con l’età. Ci sono anche numerosi adulti affetti da anoressia, bulimia, binge eating e dipendenza da sport.
Ma diffondendo la conoscenza e la consapevolezza è più facile aiutare le famiglie e i pazienti a individuare precocemente i campanelli d’allarme e a superare la vergogna e il senso di colpa, per agire tempestivamente.

Quanto sono diffusi negli adolescenti e nella popolazione adulta?

I dati del 2023 ci dicono che purtroppo c’è stata una crescita del 40% dei pazienti con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, rispetto al 2019. Complice, probabilmente, il disagio causato dalla pandemia.
C’è una netta prevalenza nella popolazione femminile rispetto a quella maschile, di 9 a 1.
Tra i maschi questi disturbi si stanno comunque diffondendo, soprattutto nei pre-adolescenti, nella fascia tra i 12 e 17 anni.
Un dato allarmante è che sempre più spesso a soffrire di anoressia, bulimia ecc sono anche bambini a partire da 8 o 9 anni di età.

Quali sono le differenze tra anoressia, bulimia, binge eating e dipendenza da sport?

L’anoressia consiste nel rifiuto del cibo per paura di ingrassare. Questo vale anche in soggetti sottopeso. Si ha la diagnosi di anoressia quando il peso (per età, statura e sesso) è al di sotto dell’85° percentile, a causa di una interruzione volontaria dell’alimentazione. Il paziente con anoressia si vede sempre sovrappeso e spesso nega di soffrire di disturbi del comportamento alimentare.
 
Il paziente bulimico, invece, può essere sovrappeso, normopeso o sottopeso. Il segno più frequente è anzi l’oscillazione di peso, anche piuttosto marcata. La bulimia è caratterizzata da abbuffate incontrollate e sensi di colpa, che inducono il paziente a vomitare o a prendere farmaci lassativi. Spesso è associata alla depressione e alla disistima, oltre che alla negazione del problema.
 
Il binge eating disorder o disturbo dell’alimentazione incontrollata, invece, consiste nel fare grandi abbuffate senza poi ricorrere alla “auto-punizione”, come nella bulimia. Per questo i pazienti con binge eating disorder tendono al sovrappeso e nei casi più gravi all’obesità.
 
Anche la dipendenza da sport rientra tra i disturbi dell’alimentazione, anche se si configura per un rapporto sbilanciato non con il cibo ma con l’attività fisica. Chi ne soffre, è ossessionato dalla forma fisica e si sente in colpa se non riesce a fare il quantitativo di attività che si era prefissato. In questo modo, lo sport non è più un elemento benefico per la salute, ma diventa una vera e propria ossessione che provoca danni fisici e psicologici.

Quali sono i primi campanelli d'allarme di un disturbo alimentare?

Nell’anoressia, il primo campanello d’allarme è evitare cibi “calorici” per mangiare solo e esclusivamente cibi ipocalorici, con un’attenzione eccessiva che rasenta l’ossessione. Con il progresso della patologia, la persona inizia a mangiare sempre più lentamente, con fatica, talvolta nascondendo il cibo. Un altro comportamento tipico è il controllo quotidiano del peso corporeo.
 
Il campanello d’allarme della bulimia diventa invece manifesto quando la persona si provoca vomito o diarrea per “punirsi” di avere mangiato, talvolta a seguito di vere e proprie abbuffate. Questo avviene ripetutamente, più volte durante la settimana, e poi con frequenza sempre maggiore che può arrivare a ripetersi ad ogni pasto.
 
Il binge eating disorder si manifesta invece con abbuffate incontrollate: pasti sovrabbondanti, consumati rapidamente, spesso di nascosto e anche quando non si avverte lo stimolo della fame. Questi pazienti tendono a prendere rapidamente molto peso.
 
Chi soffre di dipendenza da sport, infine, si allena tutti i giorni, anche più volte al giorno. Se salta l’allenamento prova frustrazione, senso di colpa e malessere. Spesso è irritabile e soffre di disturbi dell’umore. L’eccesso di attività può provocare anche sintomi fisici come dolori muscolari, affaticamento, stanchezza, insonnia, magrezza, ipersviluppo muscolare ecc.

Cosa fare se qualcuno dei nostri cari manifesta questi comportamenti?

Per prima cosa, non bisogna provare vergogna o sensi di colpa se qualcuno in famiglia o nella cerchia di amici manifesta i sintomi di un disturbo del comportamento alimentare.
 
Le opzioni per intervenire sono tante.
Ad esempio, se un ragazzo o una ragazza ritiene che un compagno di scuola abbia sintomi sospetti, potrebbe in primo luogo parlarne con gli insegnanti.
 
Le famiglie possono rivolgersi al medico curante o al pediatra o ai centri specializzati, per ricevere le indicazioni migliori per intervenire. Infatti quasi sempre chi soffre di disturbi alimentari nega il problema e rifiuta le cure. Per questo i professionisti sanitari possono consigliare le modalità più opportune per fornire sostegno a questi pazienti.
 
Il trattamento dei disturbi alimentari include sempre la psicoterapia e la rieducazione alimentare. Talvolta può essere necessario anche il consulto psichiatrico. Inoltre i disturbi alimentari possono provocare danni cronici agli organi interni, causando diverse disfunzioni. In questo caso è opportuno rivolgersi anche ad altri specialisti, per un percorso di cura efficace e personalizzato.

  Per informazioni e prenotazioni CHIAMACI o SCRIVI 

condividi o salva l'articolo

Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

Prenotazioni e appuntamenti nel palmo della tua mano

La nuova app MyGVM ti permette di trovare il tuo medico preferito, prenotare visite, controllare l’esito degli esami direttamente dal tuo telefonino! Scaricala ora:
anni