G.B. Mangioni Hospital / 03 settembre 2013

G.B. Mangioni Hospital: alluce valgo e dita a martello, per risolverli c'è una tecnica chirurgica innovativa e mininvasiva

G.B. Mangioni Hospital: alluce valgo e dita a martello, per risolverli c'è una tecnica chirurgica innovativa e mininvasiva

Sono soprattutto le donne sopra i 45 anni a soffrire di alluce valgo, in particolare se vi sono casi di ereditarietà o se si utilizzano scarpe con il tacco alto o la punta stretta e per risolvere questi problemi è necessario rivolgersi ad uno Specialista.

L’alluce valgo,  consiste in una deformazione del piede caratterizzata dalla deviazione della falange verso l’esterno, che si associa ad una tumefazione alla sua base provocata dallo sfregamento con la calzatura.

Questa patologia si accomuna spesso alle cosiddette “dita a martello” che si manifestano quando la parte anteriore del piede, a causa della ridotta curvatura della pianta viene, sovraccaricata dando luogo a deformazioni del secondo e terzo dito .

Queste patologie vanno ad agire sull’avampiede e possono generare delle lesioni osteoarticolari con possibili ripercussioni su ginocchia e colonna vertebrale che conducono  a problemi di deambulazione, nei casi più gravi invalidanti.

Per risolvere le conseguenze estetiche e soprattutto funzionali  dell’alluce valgo e delle dita a martello  – presso l’ambulatorio del piede di GB Mangioni -  è possibile agire con una tecnica chirurgica innovativa e mininvasiva.

Questa tecnica comporta una serie di vantaggi importanti per il paziente rispetto alle tradizionali procedure chirurgiche:

  • nessuna cicatrice
  • riduzione del trauma e del dolore post operatorio
  • recupero funzionale più rapido

permette infatti di camminare subito dopo l’intervento grazie ad un’apposita scarpa ed un bendaggio particolare che,  posizionato per tre settimane, contribuisce a mantenere il corretto posizionamento dell’alluce.

Prima dell’intervento è sempre necessaria una precisa valutazione  del paziente e del piede interessato dalla patologia attraverso un esame radiologico così da determinare l’ampiezza in gradi della deviazione ossea e stabilire caso per caso come e se procedere.

 

Per maggiori informazioni clicca qui e leggi il pieghevole dedicato.
L’intervento può essere eseguito anche in convenzione con assicurazioni, casse mutue, enti e associazioni, oppure a pagamento ad una tariffa agevolata.

 

 

 

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