Villa Torri Hospital / 28 gennaio 2019

Ginocchio: chirurgia mininvasiva per tornare a camminare in 24 ore

Ginocchio: chirurgia mininvasiva per tornare a camminare in 24 ore
La chirurgia protesica interviene quando i margini di miglioramento dei sintomi, il dolore e la difficoltà funzionale nello specifico non sono più efficaci, e le cosiddette “terapie rigenerative” come cellule staminali e gel piastrinico, devono lasciare il campo a soluzioni tese a ripristinare l’integrità e la mobilità dell’arto tramite l’innesto d’impianti artificiali.

Oggi - spiegano il dott. Francesco Barcaro e il dott. Carlo Castaman, specialisti in Ortopedia e Traumatologia a Villa Torri Hospital di Bologna - è possibile utilizzare protesi anatomiche più piccole rispetto a quelle impiegate nella chirurgia ortopedica tradizionale, così da permettere al paziente di tornare a camminare a 24 ore dall’intervento. Nelle condizioni di sofferenza del ginocchio, la chirurgia agisce là dove è presente un difetto della cartilagine articolare, sia esso a livello mediale o laterale, attraverso l’inserimento delle protesi parziali o monocompartimentali, oppure, per danni ben più estesi, l’innesto di protesi totali.

Il primo passo da compiere è sottoporre il soggetto ad esami specifici in modo da osservare, in posizione eretta e mediante una visualizzazione radiografica specifica, di quanto si sono spostati gli assi di carico.
In seconda battuta dobbiamo altresì disporre della Risonanza Magnetica, ai fini della valutazione dei tessuti molli circostanti l’articolazione del ginocchio.

L’incisione chirurgica praticata è minima: parliamo di 4-5 centimetri, sufficienti ad aprire una “finestra” per mezzo della quale raggiungere l’interno dell’articolazione. Elemento importante della metodica è l’assoluto risparmio della muscolatura, la cui preservazione concorre al buon esito clinico. Attraverso questa piccola apertura andiamo ad eseguire la cosiddetta “pelatura graduata” della cartilagine malata, modulando l’azione sulla base al precedente riscontro della Risonanza Magnetica e senza andare ad intaccare l’osso. Dunque, procediamo a cementare la protesi sul condilo, la prominenza ossea che entra a far parte dell’articolazione, creando una nuova superficie cartilaginea.

Le protesi che utilizziamo vengono realizzate perlopiù in lega metallica e l’innesto, in caso di protesi parziale, richiede all’incirca dai 40 ai 60 minuti. La procedura è effettuata in anestesia spinale.

I tempi di recupero si dimostrano piuttosto rapidi: il carico immediato e totale sull’arto è possibile lo stesso giorno dell’intervento, l’aiuto delle stampelle si esaurisce nell’arco di un mese, mentre la guarigione completa si ha nell’arco di 2-3 mesi.

In condizioni di protesi totale del ginocchio, l’intervento presenta caratteristiche di maggiore invasività a prescindere dall’incisione chirurgica esterna. Non si effettua, infatti, la sola rimozione della cartilagine, ma è indispensabile asportare pure una porzione dell’osso sottostante, solitamente 1 centimetro, così da facilitare l’inserimento protesico più in profondità.

I vantaggi della chirurgia protesica minivasiva coincidono con un taglio ridotto nelle dimensioni, minore perdita ematica, preservazione della muscolatura, rapida ripresa funzionale e degenza ospedaliera compresa tra le 72 ore e i 15 giorni, a seconda dell’età, delle condizioni generali del paziente e dalle sedute di riabilitazione fisioterapica.

Qualora l’intervento richieda una revisione della protesi impiantata molto tempo prima, in seguito al suo cedimento prevalentemente meccanico, si va alla rimozione del vecchio impianto e all’inserimento di un’altra protesi la cui conformazione chiude i difetti riscontrati sull’osso. Esternamente l’incisione è più ampia e la muscolatura viene coinvolta soltanto per una minima parte, e la durata della sala operatoria si allunga a 2 ore di media.

Una volta a casa è necessario che il paziente esegua le varie attività in modo appropriato per non danneggiare l’impianto protesico. E’ fondamentale inoltre dedicare ogni giorno del tempo alla riabilitazione, anche in autonomia o a domicilio. Si consiglia almeno un’ora di esercizi al giorno durante il primo mese dopo l’intervento, aumentando gradualmente il tempo da dedicare alla fisioterapia suddividendolo in due-tre sedute giornaliere, per 3-4 giorni. L’obiettivo da perseguire è quello di mantenere un’adeguata forza muscolare, poiché la nuova articolazione non è completamente protetta fino a quando la muscolatura dell’arto inferiore non avrà riacquisito un adeguato trofismo.
 

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