Città di Lecce Hospital / 02 luglio 2014

“Gluten Friendly” il candidato a cambiare la vita dei celiaci

“Gluten Friendly” il candidato a cambiare la vita dei celiaci

Lo hanno chiamato “Gluten Friendly”, ovvero glutine amichevole, perché è candidato a cambiare radicalmente la vita dei celiaci di tutto il Mondo.
La novità è frutto dell'ultima scoperta messa a segno dai ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Foggia, coadiuvati dai colleghi del Cnr e presentata in anteprima assoluta nel convegno “Il ruolo strategico della nutrizione nella pratica clinica” organizzato dal 10 al 12 aprile scorsi a Città di Lecce Hospital da GVM Care & Research.

Gli studiosi, dopo un lavoro lungo diversi anni, sono riusciti a modificare le proteine del glutine del frumento così da inibire la “cascata infiammatoria”, evitando, cioè, la reazione che scatena l'intolleranza.
Questo significa che, se lo studio dovesse trovare pratica applicazione, i celiaci e i sensibili al glutine potranno tornare a mangiare tutto ciò che è prodotto con farina di frumento. Un vantaggio in termini di salute e di economia familiare visto che i prodotti gluten-free attualmente in commercio hanno un costo più alto rispetto alle farine tradizionali.

Ma cosa cambia rispetto agli studi effettuati in tutto il Mondo fino ad oggi?
Cambia il modo in cui viene modificata la proteina. Non più ad opera di enzimi microbici ma frutto di un trattamento chimico-fisico, consistente in acqua e microonde per pochi secondi, applicato sul seme prima della molitura. “La granella di frumento – spiegano dall'Università – rappresenta il cuore della soluzione al problema della celiachia perché nel seme il glutine non è ancora formato e le sue proteine sono depositate in piccole cellette che consentirebbero in presenza di acqua ed elevate temperature i cambiamenti necessari per produrre il Gluten Friendly”.
Un altro vantaggio, non di poco conto, è che il trattamento non altera le proprietà tecnologiche delle farine: queste rimangono intatte, nel gusto, nel sapore e nella capacità di creare un impasto ideale per la preparazione di prodotti da forno tipici della dieta mediterranea.
Il brevetto è stato depositato in Italia con estensione internazionale secondo il Patent Cooperation Treaty (PCT), ottenendo la soglia più elevata della cosiddetta “credibilità scientifica”.

Il prossimo passo sarà lo studio in vivo nei pazienti celiaci visto che, come spiega la Dott.ssa Carmen Gianfrani, autrice materiale delle prove immunologiche “i risultati ottenuti nelle sperimentazioni in vitro sulle cellule linfocitarie di mucosa intestinale di pazienti celiaci sono stati ottimi”.
Alcune aziende internazionali operanti nel settore alimentare sono già in contatto con l'Università per avviare la commercializzazione dei prodotti. I primi tentativi – assicurano - sono stati soddisfacenti.

Dell'argomento se ne riparlerà a luglio, nella riedizione del convegno sulla nutrizione che il Gruppo ha deciso di organizzare a Roma dopo il grande successo di partecipazione registrato nell'edizione pugliese.
In quell'occasione sarà possibile conoscere gli aggiornamenti circa la effettiva applicazione pratica della scoperta.
Il glutine, oggi, costituisce un problema per oltre tre milioni e mezzo di persone. La celiachia, infatti, riguarda un italiano su cento. Ma è la sensibilità al glutine ad avere un'incidenza ancora maggiore, colpendo circa il 6% della popolazione italiana. La scoperta dunque, se risulterà davvero risolutiva, potrà aiutare milioni di persone a liberarsi dalle conseguenze delle lesioni all'intestino, delle disfunzioni nell'assorbimento dei nutrienti che, è dimostrato, causano gravi carenze nei celiaci, e non ultimo a risolvere un problema di integrazione sociale che, soprattutto nei bambini, non è da poco.

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