Le
vene varicose (o varici) sono vene superficiali degli arti inferiori che si dilatano per l’aumento della pressione sanguigna sulle pareti venose. Non rappresentano una patologia pericolosa,
ma causano disturbi fastidiosi come le flebiti, infiammazioni molto dolorose che, complice il ristagno di sangue, possono degenerare in tromboflebiti. Oggi le varici possono essere curate con trattamenti poco invasivi come
l’ablazione laser, eseguita dal
Dott. Filippo Maioli presso l’ambulatorio di
chirurgia vascolare del Primus Forlì Medical Center.
Perché si formano le varici?
Le vene varicose possono essere ereditarie o causate da sovrappeso, obesità e sedentarietà: tutte situazioni che riducono i movimenti dei muscoli delle gambe e la loro capacità di drenare il sangue. In queste condizioni la pressione del sangue sulle pareti delle vene aumenta e, a lungo termine, ne favorisce la dilatazione. Molte varici sono causate da una incontinenza della vena safena, le cui valvole non sono più in grado di trattenere il sangue e garantire un afflusso verso l’alto. Il sangue tende così a ristagnare e nel tempo causa una dilatazione delle vene superficiali che si trasformano in varici.
Come funziona il trattamento di ablazione laser?
Il laser eroga energia e, sotto guida ecografica, la concentra sulla safena. Si crea così una cicatrizzazione interna che chiude la vena responsabile del reflusso e del ristagno del sangue. L’intervento viene completato con varicectomie, piccole incisioni che estraggono le vene varicose e ripuliscono l’arto: oltre al vantaggio funzionale, il paziente ottiene anche un risultato estetico. Il trattamento è poco invasivo e senza incisioni. L’intervento, che non richiede ricovero, viene eseguito in anestesia locale e dura circa un’ora. Il paziente viene dimesso in giornata e durante la convalescenza (7-10 giorni) è importante che si tenga attivo con passeggiate che agevolano la guarigione.
Per chi è adatto il trattamento con laser delle varici?
Si tratta di un intervento mini-invasivo e poco doloroso, che può essere proposto a molti pazienti, anche agli anziani che cercano una migliore qualità della vita. Solo nel caso di quadri clinici molto complessi, in cui il diametro della safena è molto dilatato, può essere necessario l’intervento chirurgico tradizionale.