Tiberia Hospital / 16 maggio 2022

Ipovisione: sintomi, diagnosi e trattamento

Glaucoma ipovisione roma
L’Ipovisione è una delle cause di disabilità visiva che negli ultimi anni sta diventando sempre più importante, soprattutto in relazione all’invecchiamento della popolazione del nostro Paese.

L'Istituto nazionale di statistica, infatti, stima che in Italia le persone affette da disabilità visiva siano quasi 2 milioni, pari a circa il 3% della popolazione. Di essi, 219.174 è cieco assoluto (0,3% della popolazione), mentre 1.383.922 (2,3%) mantiene un residuo visivo. Trattandosi di una malattia degenerativa, non esistono trattamenti riabilitativi, ma solo percorsi di monitoraggio e aiuto per i pazienti, che vanno dal supporto psicologico fino all’educazione all’utilizzo degli ausili, come ad esempio il bastone bianco. 

Conoscere i fattori di rischio per mettere in atto le strategie più adeguate di controllo è il primo passo per consentire il riconoscimento e poter indagare e/o riconoscere l’ipovisione. Ne abbiamo parlato con il dottor Filippo Romani, Specialista in Oculistica presso la struttura romana Tiberia Hospital. 

Le tipologie 

Innanzitutto è importante, anche per i risvolti legislativi, avere ben chiara la differenza tra ipovisione e cecità. Capita infatti che le due condizioni vengano equiparate. L’ipovisione, stando ai parametri OMS, si verifica quindi nei pazienti che hanno una acuità visiva compresa tra 3 decimi e 1 ventesimo; se inferiore a quest’ultimo parametro allora si parla di cecità. 
La classificazione dell’ipovisione varia in base al tipo di danno. Parliamo di ipovisione centrale quando il paziente ha un danno maculopatico, ipovisione periferica qualora il danno sia glaucomatoso, e una forma di ipovisione mista in cui sono presenti entrambe le tipologie di danno. 

I sintomi dell’ipovisione

L’Ipovisione si manifesta attraverso una progressiva diminuzione della vista. Tra i primi segnali vi sono un’alterazione e diminuzione della sensibilità al contrasto: significa che gli occhi faticano a individuare, e quindi distinguere, le diverse tonalità di uno stesso colore. Di norma, questa sensibilità può venir meno nel caso in cui l'occhio sia affetto da malattie del nervo ottico o da malattie che compromettono la trasparenza dei mezzi visivi.

La diagnosi di ipovisione

Per quanto riguarda un normo vedente, il primo approccio avviene tramite una prima visita oculistica “tradizionale”, che prevede l’esame della guida visiva e l’esame della lampada a fessura, strumento che consente una analisi clinica dell’occhio per intero, permettendo di osservare i tessuti oculari, sia per quanto concerne il bulbo che gli annessi oculari. Tramite esso è già possibile individuare la presenza di una eventuale cataratta. 
Una volta diagnosticata, si procede con una visita oculistica iperspecialistica, per poter comprendere le cause e l’eventuale percorso riabilitativo da intraprendere. Spesso l’ipovisione viene riscontrata in pazienti già affetti da altre patologie connesse alla visione, come la maculopatia e il Glaucoma
Con maculopatia intendiamo qualsiasi patologia che colpisca la macula, posizionata al centro della retina nella parte posteriore del bulbo oculare, e che può comportare una riduzione della vista fino a 3 decimi. Per glaucomi vascolari s’intendono invece un gruppo di disturbi oculari caratterizzati dal danno progressivo del nervo ottico che comporta la perdita irreversibile della vista.

Ipovisione e cecità: quali differenze?

Le differenze tra non vedente e ipovedente non sono sempre chiare e spesso si tende ad equiparare le due condizioni. L’ipovisione, stando ai parametri OMS, si verifica quindi nei pazienti che hanno una acuità visiva compresa tra 3 decimi e 1 ventesimo; se inferiore a quest’ultimo parametro allora di parla di cecità. 
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Revisione medica a cura di: Dott. Filippo Romani

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