La
chirurgia senologica è sempre più orientata alla conservazione della mammella colpita da tumore. Considerando che le
terapie adiuvanti– chemio, radio e ormonoterapiche - offrono un supporto nel trattamento post operatorio, le tecniche chirurgiche più accreditate e che naturalmente rispondono meglio al desiderio della paziente di preservare la mammella sono la
mastectomia sottocutanea NippleSparing e l’
Oncoplastica. Il dottor
Pietro Fedele, responsabile della
Chirurgia senologica di
D’Amore Hospital spiega nel dettaglio la tipologia di interventi oggi eseguibili per trattare il
tumore al seno e i
vantaggi per le pazienti.
Dottor Fedele, in cosa consiste l’intervento Nipple Sparing?
“L'intervento di Nipple Sparing consiste nell'
asportazione della ghiandola mammaria preservando il manto cutaneo con il complesso areola-capezzolo che può essere conservato solo nella misura in cui in corso di intervento si effettua un esame estemporaneo intraoperatorio del dischetto ghiandolare retro areolare che esclude la presenza di tessuto neoplastico. Altrimenti si rimuove il complesso areola-capezzolo, si pratica una tasca protesica sotto muscolare e si inserisce una protesi nella mammella patologica. Contemporaneamente viene trattata anche la mammella sana controlaterale o con un trattamento oncoplastico o con una mastoplastica additiva associando a tutto il trattamento
la biopsia del linfonodo sentinella finalizzato alla verifica dei linfonodi ascellari”.
Quali sono i vantaggi per le pazienti?
“La asportazione chirurgica della mammella si associa ad un
miglioramento estetico notevole della mammella patologica e alla
simetrizzazione della mammella controlaterale. Lo stesso vale per l’
oncoplastica, un trattamento moderno in cui il tumore di piccole dimensioni oppure il tumore ridotto mediante un trattamento chemioterapico preoperatorio viene asportato con l’impiego di tecniche chirurgiche plastiche ricostruttive. Anche qui si riesce ad ottenere un notevole risultato estetico in cui
non si perde la mammella che viene invece rimodellata.”
Quali sono i tempi di recupero?
“I tempi della riabilitazione non sono legati all’atto tecnico chirurgico, perché
dopo 30 giorni la paziente è completamente autonoma. Il recupero dipende piuttosto dal trattamento adiuvante post operatorio, cioè chemioterapico, radioterapico o ormonoterapico che può essere molto blando nel caso di un’ ormonoterapia che consiste nell’assunzione di una pillola in genere per 5 anni, mentre può essere più lungo nel caso di una chemioterapia quando i fattori prognostici sono molto aggressivi”.
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