La psoriasi: in quali forme si presenta e com’è possibile trattarla

La psoriasi: in quali forme si presenta e com’è possibile trattarla
La psoriasi: in quali forme si presenta e com’è possibile trattarla
Si stima che una qualche forma di questa patologia abbia colpito almeno in un momento della vita il 2-3% della popolazione mondiale. È la psoriasi, il cui nome deriva dal greco psōríasis (“condizione di prurito”, anche se il prurito non è sempre presente). La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle cronica e recidivante, non legata a particolari fasce d’età né al genere sessuale. Ma come si manifesta, ne parliamo con il Dott.Antonio Ascari Raccagni dermatolo presso Ravenna Medical Center, Primus Forlì Medical Center e Maria Cecilia Hospital a Cotignola (Ra).

Manifestazioni della psoriasi e i legami con altre patologie

Circa l’80% delle forme di psoriasi si presenta a placche, con accumulo e ispessimento delle cellule epidermiche. L’aspetto è squamoso bianco-argenteo su una base eritematosa. Può comparire in qualsiasi area del corpo, soprattutto in sede estensoria ai gomiti e alle ginocchia, ma anche al cuoio capelluto, alla regione lombare, al palmo delle mani, alla pianta dei piedi e alla regione genitale. La manifestazione varia notevolmente da individuo a individuo e può essere: 
  • pustolosa, che provoca la formazione di pustole giallo-brune ripiene di pus
  • guttata, caratterizzata da papule a forma di goccia
  • inversa, che si sviluppa nelle pieghe cutanee
  • eritrodermica, che infiamma la cute quasi nella sua totalità
  • ungueale, in cui sono coinvolte le unghie
Circa il 30% dei soggetti affetti può soffrire di infiammazione delle articolazioni (artrite psoriasica). Sembra inoltre che la psoriasi sia associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari (ictus, infarto miocardico): per questo, il rischio può essere ridotto tenendo controllati i livelli di lipidi nel sangue. Anche la dimensione psicosomatica gioca un ruolo molto importante: la psoriasi può peggiorare con lo stress, con gli impegni lavorativi, in concomitanza con gli esami universitari. Anche i piccoli traumi cutanei ripetuti e le infezioni batteriche possono determinare una recrudescenza della malattia, così come il tabagismo.

Le cause della psoriasi

Non sono note cause precise dello sviluppo della psoriasi, ma influiscono diversi fattori: genetici, immunitari, ambientali.
Attualmente si pensa che la psoriasi possa essere un disturbo di eccessiva crescita e riproduzione delle cellule della pelle (epidermide e cheratinociti) oppure un disordine immuno-mediato, in cui l'eccessiva riproduzione delle cellule della pelle è secondaria a fattori prodotti dal sistema immunitario. La risposta immunitaria cellulare dipende dai linfociti T, che si attivano e migrano verso il derma innescando il rilascio di citochine (in particolare il fattore di necrosi tumorale, il TNF-alfa). Questo causa infiammazione e riproduzione rapida di cellule della pelle.

Come si diagnostica

L’anamnesi è la base per la diagnosi di psoriasi: storia familiare della patologia, andamento, fattori scatenanti. Si associa all'esame fisico, che indaga aspetto del rash cutaneo, colore delle lesioni, dimensioni, morfologia, distribuzione nelle varie regioni corporee. In particolare, si deve porre molta attenzione al cuoio capelluto, all’ombelico, alle unghie e ai glutei. Può essere utile ricercare il segno di Auspitz, ovvero la presenza di numerose emorragie puntiformi sulla cute causate dall’asportazione per grattamento di una piccola placca psoriasica. Nei risultati degli esami di laboratorio, che da soli non sono comunque sufficienti, è possibile riscontrare negatività del fattore reumatoide (FR), aumento della PCR (Polymerase Chain Reaction), della velocità di eritrosedimentazione (VES). Per ottenere una diagnosi differenziale, si ricorre in alcuni casi a una biopsia cutanea.

Le possibilità di trattamento e l’evoluzione delle cure

La terapia per la psoriasi lieve si basa su alcune misure generali: 
  • idratazione topica
  • adeguata esposizione alla luce del sole 
  • ampia gamma di sostanze topiche
Sono compresi in questa categoria derivati della Vitamina D topica, topici steroidei, emollienti come la vaselina, cheratolitici come l’acido salicilico e l’urea. Si utilizza ormai poco il catrame (vegetale, bituminoso, ittiolo, coaltar), che può rivelarsi irritante. In presenza di forme particolarmente leggere, è a volte lo stesso paziente a chiedere di evitare la terapia. Richieste che dovrebbero essere assecondate e accompagnate da questi consigli:
  • usare un trattamento emolliente e prodotti molto delicati per la toilette
  • evitare filati sintetici a contatto con la pelle
  • esporsi al sole con prudenza durante i mesi estivi
  • eventualmente sottoporsi a trattamento termale
La psoriasi moderata può richiedere:
  • trattamenti fototerapici, dalla semplice esposizione alla luce del sole all’impiego di speciali lampade a UVB a banda stretta (311-313 nm), in cui l'intensità dell'esposizione deve essere controllata per evitare danni alla pelle
  • PUVA-terapia, associazione ancora molto utilizzata tra psoraleni per via orale e radiazioni ultraviolette A (UVA), che inibisce la riproduzione anomala delle cellule epidermiche. Può causare effetti collaterali come nausea, cefalea, stanchezza, bruciore e prurito, ma soprattutto può essere associata a un maggiore rischio di neoplasie della pelle (soprattutto  melanoma e carcinoma squamocellulare)
La psoriasi in forma grave spesso necessita di trattamenti sistemici, sempre preceduti da un’attenta valutazione e dall’esecuzione di esami ematochimici e test di funzionalità epatica per la potenziale tossicità di questi farmaci: Metotrexato, Ciclosporina A e retinoidi. 

Fra le nuove frontiere di cura, i farmaci biologici rappresentano un grande progresso: sono notevolmente efficaci e al contempo tollerabili. Ottenuti con le tecniche del DNA ricombinante, possono interferire a vari livelli nei processi immunologici che scatenano la psoriasi, agendo su molecole quali il TNF-alfa o l'interleuchina 12/23. Si somministrano attraverso iniezioni sottocutanee o infusione endovenosa, con intervalli di trattamento che vanno da una settimana a dodici settimane. Il loro utilizzo è però sconsigliato in caso di storia clinica di neoplasia e la loro efficacia si riduce nei soggetti obesi. 
Per maggiori informazioni o prenotare una visita puoi rivolgerti a:
Maria Cecilia Hospital > 0545 217111
Ravenna Medical Center > 0544 407077
Primus Forlì Medical Center > 0543 804311
Revisione medica a cura di: Dott. Antonio Ascari Raccagni

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