Salus Hospital / 17 giugno 2021

Maculopatia, una lente intraoculare per salvare la vista

Maculopatia, una lente intraoculare per salvare la vista
I nostri occhi, delicati e preziosi al contempo, si evolvono durante tutta la vita. I difetti visivi, che causano disturbi anche gravi alla vista, possono comparire a qualsiasi età, ma sono più frequenti nelle persone anziane. Molti disturbi visivi costituiscono un'evoluzione naturale della vista che può causare la progressiva opacizzazione del cristallino, come ad esempio la cataratta e la degenerazione della zona centrale della retina: la macula.

 Possiamo paragonare la retina – spiega il dott. Renzo Carpi, Responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica del Salus Hospital di Reggio Emilia – alla pellicola di una macchina fotografica, poiché è su di essa che si formano le immagini che vengono poi trasmesse al cervello. La macula è la parte centrale della retina che serve alla visione “precisa”, come ad esempio la lettura. Anche se la macula è molto piccola, una lesione di questo punto impedirà la visione precisa, ad esempio leggere, infilare un ago o riconoscere il viso delle persone. Le patologie che interessano tale porzione di retina vengono chiamate maculopatie, compromettono questa visione centrale causando una importante riduzione della autonomia delle persone che ne sono affette.

La forma più frequente di maculopatia è quella degenerativa legata all’ età: la cosiddetta degenerazione maculare senile (DMS). Secondo l’OMAR (Osservatorio Malattie Rare) la DMS è la causa principale, nei paesi industrializzati, di perdita severa della visione centrale negli individui al di sopra dei 50 anni. In Italia colpisce circa il 2% della popolazione, più di un milione di persone, con circa 63 mila nuovi casi ogni anno.

Si distinguono principalmente due forme: la degenerazione maculare secca (atrofica) e la degenerazione maculare essudativa. Si tratta di malattie legate all'invecchiamento e dunque destinate ad avere un impatto sempre più ampio nella popolazione occidentale a causa dell’aumento delle aspettative di vita.
Nel 90% dei casi si tratta del primo tipo di maculopatia, quella atrofica. Questa patologia si verifica quando sotto la retina iniziano ad accumularsi piccoli depositi proteici e glicemici giallastri, chiamati "drusen", dovuti al riassorbimento sanguigno. Per la presenza dei drusen, la macula può diventare più sottile e smettere di funzionare correttamente, portando al graduale oscuramento della vista. Nelle forme iniziali il paziente può essere totalmente asintomatico, può talvolta notare una modica distorsione delle immagini (metamorfopsie), soprattutto delle linee rette. La degenerazione maculare legata all'età tende a coinvolgere entrambi gli occhi, anche se in tempi diversi.

Questa patologia, tuttavia, non provoca quasi mai la totale cecità, in quanto la visione periferica rimane conservata dal momento che la retina periferica non viene interessata da tale processo degenerativo. Le condizioni predisponenti allo sviluppo della DMS, oltre all'età, sono la familiarità e la sua pregressa presenza in un occhio: circa il 40% di coloro che sono affetti da degenerazione maculare senile atrofica in un occhio sviluppa la malattia nell'altro occhio in 3-5 anni. Il fattore di rischio più importante è il fumo di sigaretta: studi clinici hanno provato la diretta correlazione fra numero di anni di abuso del fumo, numero di sigarette fumate e l’aumento di incidenza di DMS.

Una diagnosi tempestiva – continua il dott. Carpi – è molto importante per limitare il danno. Essendo l’esordio della degenerazione pressoché asintomatico, è opportuno effettuare controlli periodici specialmente dopo i 50 anni, soprattutto se si ha in famiglia un parente affetto da degenerazione maculare. Le apparecchiature diagnostiche attualmente a disposizione come l’OCT (Tomografia a Coerenza Ottica) permettono una diagnosi precoce non invasiva estremamente precisa.

Attualmente non esiste alcuna terapia per la degenerazione maculare atrofica: quando nell'evoluzione della patologia s’instaura una completa atrofia a livello della zona centrale della retina, deputata alla visione distinta, la conseguente riduzione della visione centrale è irreversibile, poiché legata alla perdita di cellule nervose non rigenerabili.

Se la vista perduta non è più recuperabile, si può tuttavia imparare a usare al meglio la vista residua, ed è in questo momento che entra in gioco la “riabilitazione visiva”. Questa non si concentra sulla vista oramai perduta, ma lavora sulla funzione visiva rimasta: è un percorso individuale, che aiuta a sfruttare al massimo il potenziale visivo residuo per riuscire a svolgere di nuovo le normali attività quotidiane come leggere, scrivere, cucinare o usare il telefono. L’obiettivo del percorso riabilitativo è consentire alla persona ipovedente di utilizzare al meglio queste aree così da migliorare la propria percezione visiva attraverso un percorso riabilitativo personalizzato con opportune tecniche di stimolazione ed esercizi specifici.

Per sfruttare al massimo le zone di zone di retina centrale ancora funzionanti sono poi state proposte negli ultimi anni alcuni tipi di lente intraoculari: sia telescopiche capaci di ingrandire fortemente l’immagine che arriva sulla porzione centrale della retina sia di tipo prismatico, capaci di spostare la messa a fuoco su aree retiniche ancora funzionanti al di fuori della zona centrale. È questo il tipo di lenti intraoculari che impiantiamo a Salus Hospital. Tale lente intraoculare funziona da prisma, devia cioè le immagini verso una zona di retina sana, che il paziente utilizzerà, al di fuori della zona centrale danneggiata. È bene comunque precisare come questo impianto sia efficace solo in casi attentamente e scrupolosamente selezionati, e va sempre associato a un training visivo pre-operatorio e a una riabilitazione visiva post operatoria.

 Al Salus Hospital il paziente viene seguito durante tutto il suo percorso diagnostico e terapeutico fino alla procedura chirurgica, realizzata in sale operatorie dedicate e mediante strumentazioni all'avanguardia.
Il nostro obiettivo è di fornire servizi sempre migliori nel trattamento delle maculopatie nell'anziano, al momento infatti la DMS è una delle patologie più invalidanti per la terza età. Il traguardo che ci siamo prefissati è di riuscire ad arrivare a diagnosi sempre più precoci fornendo percorsi di riabilitazione che consentano al paziente di recuperare o quantomeno di mantenere il più possibile l’autosufficienza.
 
Per maggiori informazioni e per prenotare una visita contattaci allo 0522.499155 o scrivici tramite form.
Revisione medica a cura di: Dott. Renzo Carpi

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