Questi sintomi sono tipici anche di altre malattie oculari, se ne compare anche solo uno è bene fare degli accertamenti.
, per cui la perdita della vista è graduale. In chi è affetto da presbiopia può verificarsi persino un miglioramento della vista da vicino.
Cataratta: la cura farmacologica
Attualmente
curare la cataratta senza intervento non è possibile. Così come non esistono medicine, occhiali o diete in grado di bloccare o far regredire la malattia.
L’intervento della cataratta
Quello della cataratta è un
intervento di microchirurgia che si pratica indipendentemente dal grado di opacizzazione del cristallino.
Dal momento in cui viene diagnosticata la cataratta quando operare? L’operazione alla cataratta viene eseguito quando l’opacizzazione impedisce alla persona di svolgere le normali attività quotidiane.
La procedura
prevede la sostituzione del cristallino opaco con uno artificiale. L’intervento consiste nella
facoemulsificazione, ovvero nella
frantumazione del cristallino attraverso l’emissione di ultrasuoni. I frammenti del cristallino vengono poi aspirati e si procede all’impianto di una lente intraoculare artificiale. Si esegue nella maggior parte dei casi in day hospital, con anestesia locale usando delle gocce di collirio. In alcuni casi, quando ci sono situazioni particolari dal punto di vista generale o locale, può essere previsto il day hospital o il ricovero, usando anche altri tipi di anestesia (locale, per infiltrazione o in rari casi totale).
Il post-intervento della cataratta
La persona viene dimessa dopo un’ora dall’intervento, senza bende all’occhio. Una delle domande che le persone chiedono più spesso quando viene proposto loro l'intervento di cataratta è dopo quanto tempo si vede bene. Anche in questo caso i tempi di recupero sono soggettivi. Di solito, però,
il giorno successivo si ricomincia a vedere abbastanza bene.
Alcune persone lamentano una maggiore sensibilità alla luce: si tratta di una condizione passeggera, che si può risolvere con l’uso di occhiali da sole. Con il moderno intervento della cataratta anche
la durata della convalescenza è breve. Si può cominciare a guidare, guardare la TV o usare dispositivi elettronici dal giorno successivo o due giorni dall’intervento. Dopo qualche giorno si può fare la doccia o lavare i capelli avendo l’accortezza di non bagnare l’occhio. Pur non essendo bendato, è fondamentale non toccare l’occhio per una settimana così come non sollevare pesi né dormire dal lato dell’occhio operato. Le uniche precauzioni dopo l’intervento della cataratta riguardano chi pratica sport: bisogna astenersi per un mese e fare attenzione a non sollevare pesi. È bene anche attenersi alle cure a base di colliri.
I rischi dell'intervento della cataratta
Sebbene sia uno dei più praticati,
l’intervento di cataratta può avere alcuni eventi avversi, che possono interessare ad esempio la superficie oculare – come l’occhio secco – oppure l’aumento della pressione oculare, fino alle più gravi, come l’infezione, che però è molto rara (0,03%). Per limitare i rischi di infezione nei giorni seguenti l’intervento il paziente deve attenersi alle istruzioni ricevute dal medico e
rispettare le visite di controllo. Oltre all’uso del collirio antibiotico è bene anche fare particolare attenzione all’igiene.
La cataratta secondaria
La
cataratta secondaria è l’annebbiamento della vista, che
si verifica dopo l’intervento chirurgico per l’asportazione del cristallino opacizzato. La capsula, su cui è stato appoggiato il nuovo cristallino, si ispessisce e si opacizza. In genere si verifica dai 3 mesi ai 3 anni dall’intervento. E colpisce maggiormente le persone più giovani.
La cataratta secondaria ha
sintomi simili a quelli della cataratta primaria:
- visione sfuocata
- contorni sfumati
- progressiva perdita della capacità visiva.
Nella cataratta secondaria i rischi sono minimi, quando non nulli: la cura è un intervento molto semplice, veloce e indolore che viene eseguito con
yag laser (o capsulotomia posteriore). L’intervento dura un minuto appena: il laser crea un piccolo foro al centro della capsula posteriore, in modo che la visione torni nitida.
Una volta eseguito l’intervento della cataratta secondaria i tempi di recupero sono molto rapidi: non essendoci necessità di riaprire l’occhio ad eseguire l’intervento, la
vista viene riacquistata già dopo poche ore.
La cataratta secondaria non ha eventi avversi.
La cataratta congenita
La
cataratta neonatale o
congenita colpisce i bambini alla nascita. Si tratta dell’opacità del cristallino ma che si differenzia completamente da quella che insorge in età adulta. Può colpire uno o entrambi gli occhi. Quindi le immagini, non essendo riflesse sulla retina, impediscono la visione al bambino.
La cataratta congenita può avere tra le conseguenze la compromissione della vista del bambino in maniera permanente.
Affinché un genitore possa rendersi conto se il proprio bambino sia affetto da cataratta congenita i sintomi che deve tenere in considerazione sono:
- la visibile opacità dell’occhio, soprattutto nelle fotografie. Nei bambini con cataratta neonatale l’occhio appare più spento rispetto all’altro;
- lo strabismo, che può essere più o meno accentuato. Al fine di vedere meglio, il bambino compenserebbe il problema di vista dell’occhio con la cataratta modificandone la posizione (qualora si tratti di una cataratta monolaterale).
La cataratta congenita nei bambini viene diagnosticata mediante il
test del riflesso rosso. Se trascurata, la cataratta neonatale porta a insorgenza
dell’ambliopia, o sindrome dell’occhio pigro.
Sarà il pediatra che invia all’oculista il bambino così da determinare sia l’eventuale presenza di cataratta congenita sia quando operare. Alcuni tipi, in forma più lieve e poco densa,
non richiedono la chirurgia, ma si possono risolvere con esercizi correttivi o anche con l’uso di una benda sull’occhio sano per stimolare quello pigro.
Nelle forme più gravi, invece,
è necessaria l’operazione chirurgica. Essa consiste nell’asportazione del cristallino opacizzato, che viene sostituito con una lentina artificiale se il bambino ha più di 18 mesi. Dato che la visione non è perfetta, il bambino dovrà portare occhiali correttivi e fare esercizi e altre terapie per ritrovare la vista completamente.
La cataratta giovanile
La cataratta in età giovanile insorge intorno ai quarant’anni e colpisce maggiormente le persone affette da
diabete mellito. Lo sviluppo della malattia è bilaterale ed ha un decorso molto più rapido che negli anziani.
A parte il diabete mellito, la cataratta giovanile ha cause diverse, fra cui:
- la presenza di altre patologie oculari (glaucoma o uveite);
- la dermatite atopica;
- traumi dovuti a sport estremi o incidenti;
- assunzione di farmaci cortisonici;
I sintomi della
cataratta giovanile sono gli stessi della cataratta senile. Esami specialistici permetteranno di determinare il grado della cataratta giovanile e quando operare. Anche in questo caso, l’intervento viene fissato quando la ridotta visione impedisce di svolgere le normali attività. Il cristallino rimosso viene sostituito con uno artificiale e la vista viene recuperata completamente quasi nella totalità dei casi.
La cataratta corticale
La cataratta corticale è una forma di cataratta senile causata dall’opacizzazione della parte esterna del cristallino.
Colpisce principalmente i malati di diabete e chi si espone troppo ai raggi solari.
Poiché rientra nel gruppo delle cataratte senili, si presenta con gli stessi sintomi e le stesse modalità di intervento per risolvere il problema.
La cataratta senile
La cataratta senile è strettamente legata all’invecchiamento, ed è la forma più frequente.
Le cause di tale tipo di cataratta non sono note, ma sono da ricondurre ad alterazioni metaboliche legate all’età. Se insorge intorno a 40-50 anni viene definita cataratta presenile.