Ospedale Santa Maria - Bari / 01 dicembre 2020

Oftalmologia pediatrica: quando e perché è opportuno far visitare i bambini

Oftalmologia pediatrica: quando e perché è opportuno far visitare i bambini
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e dell’Adolescenza, un genitore su quattro pensa che, per prevenire patologie e problemi visivi, sia sufficiente portare dall’oculista i bambini in età scolare: in realtà, è opportuno rivolgersi all’Ambulatorio di Oftalmologia pediatrica molto prima, e non solo in presenza di campanelli d’allarme che non devono essere trascurati.

Il Prof. Michele Vetrugno, Responsabile dell'Unità Operativa di Oculistica dell’Ospedale Santa Maria di Bari, spiega qual è l’età giusta per portare per la prima volta i più piccoli dall’oculista, come si svolge la visita e quali sono i comportamenti corretti per prevenire disturbi e problematiche.
 

Quando fare la prima visita oftalmologica pediatrica

A meno che non si siano verificati eventi durante la gravidanza che possano far sospettare una situazione problematica (per esempio patologie come toxoplasmosi o rosolia), sono due le visite oculistiche consigliate di routine ai bambini: la prima a 3 anni e la seconda a 6 anni, all’inizio della scuola.

La prima visita dall’oculista deve essere anticipata in caso di:
  • Familiarità con patologie visive particolari (glaucomi congeniti, alterazioni oculari nei dismetabolismi, retinoblastomi e strabismi precoci);
  • Comparsa di segnali a indicare eventuali disturbi.
I genitori, infatti, in sinergia con gli altri familiari e/o le maestre dell’asilo, devono osservare il bambino e il suo modo di guardare intorno a sé. Se, per esempio, si avvicina troppo alla televisione o a un libro illustrato, o se disegna inclinando molto la testa, è opportuno consultare lo specialista.
 

I problemi visivi più diffusi nei bambini

  • Ipermetropia. Il principale disturbo visivo nei bambini, deriva dal fatto che l’occhio è fisiologicamente più piccolo di quello dell’adulto. È caratterizzato da una visione sfocata degli oggetti vicini e a media distanza. Spesso può non essere manifesta, e capita venga diagnosticata durante una visita per altri motivi, come un controllo in caso di strabismo.
  • Strabismo. La deviazione di un occhio è una condizione frequente nei bambini, e va trattata tempestivamente per evitare disfunzioni future come l’occhio pigro.
  • Astigmatismo. Questo difetto di rifrazione non permette una visione nitida, né da vicino né da lontano. Può essere presente dalla nascita anche questo difetto della cornea, che invece di essere perfettamente sferica è meno curva in un meridiano rispetto a un altro.
  • Occhio pigro. L'ambliopia, detta “occhio pigro”, è una riduzione dell’acuità ed è la maggior causa di disabilità visiva monoculare tra i bambini.
 

Come si svolge la visita oculistica pediatrica?

La durata della visita oftalmologica dipende soprattutto da quanto il bambino riesce a collaborare. I piccoli iniziano a cooperare per una visita più completa all’incirca a un anno e mezzo, mentre sotto l’anno si tratta di un controllo passivo. Proprio per queste difficoltà, la visita si basa su test oggettivi, con la dilatazione della pupilla per mezzo dell’atropina, che vengono percepiti dai piccoli quasi come un gioco e che non richiedano troppa collaborazione. Si utilizzano lavagnette per far riconoscere gli animali, tabelle per i colori, penne vistose per catturare l’attenzione del bambino e far eseguire agli occhi il movimento.

Per esplorare lo sviluppo della funzionalità muscolare, è utile avvalersi dell’aiuto dell’ortottista.
 

Il ruolo dell’ortottista

L’ortottista è un professionista sanitario (con laurea abilitante) che collabora con l’oculista e si occupa della visione binoculare, della prevenzione, valutazione e riabilitazione dei disturbi visivi di natura motoria e/o sensoriale.
Questo collaboratore, controllando la motilità dell’occhio, può confermare o escludere la presenza di deficit motori e di strabismo. In caso si riscontrino problematiche, è il collaboratore dell'Unità Operativa di Oculistica che dà indicazioni ai genitori su come stimolare visivamente in maniera adeguata il bambino o sul percorso da seguire.
 

5 cose che possono fare i genitori per prevenire patologie e problematiche

I primi sei anni di vita sono i più importanti per lo sviluppo visivo del bambino. Cosa possono fare i genitori per prevenire disturbi e patologie?
  1. La visita oculistica. Una o due visite oculistiche in questo periodo possono escludere qualsiasi problematica di tipo refrattivo, quindi l’ipermetropia, la miopia o l’astigmatismo.
  2. Conoscere la familiarità. È fondamentale che i genitori anticipino la visita dei 3 anni in caso di presenza di familiarità con patologie visive particolari.
  3. Osservare il bambino. I genitori devono osservare sempre attentamente come i piccoli interagiscono e osservano ciò che li circonda, per individuare comportamenti scorretti o sospetti.
  4. Limitare l’utilizzo dello smartphone. Un fenomeno in questi ultimi tempi sempre più frequente è l’interferenza dei tablet e dei cellulari sullo sviluppo visivo del bambino. La cosiddetta “miopia da Smartphone” è sempre più precoce e diffusa. È bene, quindi, limitare il più possibile l’uso per i più piccoli.
  5. Proteggere dai raggi solari. Cappelli con visiere e occhiali da sole devono essere utilizzati non solo dagli adulti, ma anche dai bambini, per proteggere gli occhi dai danni causati dai raggi UV.
Per ulteriori informazioni, telefona allo 080.5040111 o compila il form dedicato

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