A Maria Cecilia Hospital è operativa una nuova équipe dedicata alla
Proctologia e Pelviperineologia. Il team si occupa di un
percorso integrato che parte da
visite ambulatoriali supportate da
tecnologie diagnostiche di ultima generazione e che può proseguire, laddove si rendesse necessario, tramite
attività chirurgica con l’utilizzo di tecniche all'avanguardia.
Parola d’ordine: mininvasività.
L’équipe di Maria Cecilia Hospital si avvale delle competenze e dell’esperienza del
Dott. Sergio Agradi e del
Dott. Luca Bordoni Chirurghi Generali e Proctologi, specializzati nella diagnosi, nella cura e nella chirurgia delle patologie di colon, retto, ano e pavimento pelvico. Nel team anche la
Dott.ssa Benedetta Mattioli.
Presso la struttura di Cotignola viene adottato un approccio multidisciplinare: il paziente viene infatti seguito, oltre che dagli specialisti in Proctologia, anche da medici di discipline trasversali alla patologia, dalla Ginecologia alla Gastroenterologia.
Tra le patologie trattate ci sono: prolasso degli organi pelvici, stipsi, ostruita defecazione, incontinenza urinaria e fecale, dolore pelvico, malattia emorroidaria, fistole e sepsi anali, cisti pilonidali, ragadi anali, condilomi anali e rettali.
Le patologie più frequenti: quando rivolgersi al Proctologo?
Oggi la proctologia e la pelviperineologia interessano circa il 60-70% delle donne, soprattutto quelle che hanno sostenuto un parto o subito un’isterectomia. Fra i disturbi più frequenti che possono interessare la sfera femminile c’è il prolasso degli organi pelvici, ovvero utero, vescica e retto. Questa problematica si verifica quando i tessuti di supporto della pelvi si fanno più fragili e non riescono più a sostenere la struttura. Per riportare l’anatomia pelvica alla sua regolare funzionalità, l’équipe del dott. Agradi e del dott. Bordoni ha ideato una tecnica chirurgica mininvasiva, denominata POPS (Pelvic Organs Prolapse Suspension): la metodica è già stata applicata dagli specialisti in circa 1.500 casi negli ultimi 10 anni di professione, vantando così la maggiore casistica a livello mondiale, e consente di agire contemporaneamente sul prolasso di vescica, utero e retto e di conservare l’utero stesso. Si esegue in laparoscopia e prevede il posizionamento di una mesh (rete biocompatibile) in sostituzione dei tessuti indeboliti.
Tra le patologie più diffuse, che colpisce ambo i sessi, vi è la malattia emorroidaria: ne soffre circa il 40% della popolazione adulta italiana. Quando la strada chirurgia diviene necessaria, l’équipe di Maria Cecilia Hospital adotta tecnologie e metodi che puntano a ridurre l’impatto sui tessuti e a conservare gli organi. Le tecniche mininvasive studiate e messe a punto dall’équipe permettono al paziente un ritorno più rapido alla quotidianità e una riduzione, a volte a zero, del dolore postoperatorio.
Infine, a Maria Cecilia Hospital, vengono utilizzate ulteriori tecniche, considerate il gold standard nel trattamento di determinate patologie, come ad esempio: nel di prolasso rettale si procede con la tecnica STARR (Stapled Trans-Anal Rectal Resection) o TRANSTAR; per le cisti pilonidali o sacro-coccigee (sacche di peli e cellule che solitamente si formano nella piega fra i due glutei) il trattamento definitivo è l’intervento chirurgico e in struttura viene utilizzata la tecnica EPsiT (Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment) che permette di ridurre il più possibile la quantità di tessuto asportato; nel trattamento delle fistole anali, lesioni spesso purulente di forma tubulare che fanno da canale di comunicazione fra retto o ano e la cute perianale, è indicata la tecnica VAAFT (Video Assisted Anal Fistula Treatment) che, tramite il fistuloscopio di Meinero, permette di chiudere la cavità e curare la fistola dall’interno, senza il rischio di causare danni agli sfinteri e quindi incontinenza postoperatoria.
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