D'Amore Hospital / 16 febbraio 2023

Protesi all’anca: differenze tra le vie di accesso chirurgiche

Protesi all’anca: differenze tra le vie di accesso chirurgiche
La protesi all’anca è un intervento chirurgico indicato nei casi in cui la patologia artrosica, in fase avanzata, resistente alla terapia conservativa, sia causa di dolore cronico e impotenza funzionale tali da rendere difficile lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
Negli ultimi anni sono state apportate numerose innovazioni alla procedura, sia nel design che nei materiali degli impianti protesici, sia nella stessa tecnica chirurgica. In merito a quest’ultimo aspetto, il dott. Giovanni Vavalle, entrato a far parte dell’équipe dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia del D’Amore Hospital di Taranto, da 3 anni sta utilizzando un approccio chirurgico mininvasivo cosiddetto anteriore.
Durante questo tipo di intervento, nella esposizione dell’anca, non è previsto il distacco di nessun tendine, ma solo la loro divaricazione, riducendo così il trauma chirurgico stesso e di conseguenza il dolore post-operatorio, le perdite ematiche, consentendo così un recupero più rapido possibile.

Abbiamo chiesto al Dott. Vavalle quali sono le differenze tra l’accesso classico e quello anteriore, e le indicazioni ai due metodi.

Le caratteristiche della chirurgia con approccio anteriore mininvasivo

La via di accesso anteriore è caratterizzata da un minor trauma chirurgico. Con questo approccio, infatti, il paziente è disteso in posizione supina e l’incisione per l’accesso all’anca da trattare avviene nella porzione anteriore della coscia. Il taglio è più ridotto e, a differenza dell’accesso classico, i muscoli e i tendini non vengono distaccati, ma semplicemente divaricati, evitandone il danneggiamento.

Dalla salvaguardia dei tessuti nobili derivano i vantaggi di questo tipo di approccio mininvasivo. L’anatomia dell’articolazione viene rispettata, non venendo indebolita a seguito del distacco delle formazioni muscolo-tendinee periarticolari, con conseguente minore dolore e sanguinamento post-operatorio. Ulteriori vantaggi sono, come riportato in letteratura scientifica: 

  • minor rischio infettivo,
  • minore incidenza di lussazione della protesi,
  • inoltre, in virtù del rispetto delle strutture tendinee, il paziente è in grado di riprendere le proprie attività lavorative, con abbandono dei bastoni, in tempi più brevi e con minore zoppia.

Per queste peculiarità, con l’accesso anteriore è possibile eseguire anche interventi di protesi di anca bilaterale, operando prima un’anca e poi l’altra nell’arco della stessa seduta chirurgica, nei casi di artrosi dell’anca in cui entrambe siano gravemente deteriorate dall’artrosi. Il vantaggio è che in questo modo viene risparmiato al paziente il disagio di un doppio ricovero, di una doppia anestesia, degenza e tempo che sarebbero stati necessari in caso di due interventi a distanza di poco tempo.

L’approccio anteriore non è indicato:

  1. se l’anatomia dell’anca e la condizione dell’osso non sono ottimali (per esempio in presenza di grave osteoporosi);
  2. se l’addome del paziente è molto prominente o per la presenza di micosi nelle pieghe cutanee addominali.

Il team del Dott. Vavalle, con circa 900 casi eseguiti, ha riscontrato che è possibile trattare con questa tecnica circa l’80% dei pazienti candidati a un intervento di protesi d’anca.

Le caratteristiche della chirurgia con accesso postero-laterale

L’approccio classico per l’intervento chirurgico di protesi d’anca prevede generalmente l’accesso postero-laterale, ovvero con il paziente posizionato su un fianco, consentendo così di intervenire solo su un’anca alla volta. Inoltre, passando attraverso il grande gluteo e distaccando i muscoli extrarotatori, non può essere considerata una via di accesso cosiddetta “Tissue Sparing”, ossia a risparmio dei tessuti tendinei nobili.
La via d’accesso anteriore richiede una certa manualità da parte del chirurgo e, soprattutto, molta esperienza (avendo una curva di apprendimento più lenta).
La procedura, infine, presuppone un lavoro in team da parte di tutta una équipe specializzata e formata da ortopedici e anestesisti.

Per informazioni e prenotazioni
CHIAMA SCRIVI 
Revisione medica a cura di: Dott. Giovanni Vavalle

condividi o salva l'articolo

Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

Articoli correlati a Protesi all’anca: differenze tra le vie di accesso chirurgiche

07 settembre 2023 - GVM

Artrosi dell’anca: quando è indicata la chirurgia protesica

L’intervento viene proposto se il dolore raggiunge un’intensità tale da impedire le normali attività e i trattamenti conservativi non danno i risultati sperati

Prenotazioni e appuntamenti nel palmo della tua mano

La nuova app MyGVM ti permette di trovare il tuo medico preferito, prenotare visite, controllare l’esito degli esami direttamente dal tuo telefonino! Scaricala ora:
anni