Il fenomeno del
quiet quitting è sempre più diffuso, soprattutto tra le giovani generazioni, ma non solo. Consiste nell’abbandonare il proprio lavoro, licenziandosi e rifiutando di fare gli straordinari. Un fenomeno in parte diverso da quello delle grandi dimissioni, che anche si è acuito negli ultimissimi anni. Ne parla la
dott.ssa Michela Francia, psicologa del
Città di Lecce Hospital.
Quali sono le differenze con le grandi dimissioni?
Le grandi dimissioni, o great resignation, sono caratterizzate dal fatto di licenziarsi dal proprio lavoro, che ha riguardato aziende in tutto il mondo in questi anni. Il quiet quitting invece consiste nel lavorare solo il necessario, nel rispetto dei contratti, senza straordinari o lavoro extra. Oppure andare via.
A cosa è dovuta la diffusione del fenomeno?
Dopo la pandemia, l’esperienza dello smart working ha capovolto il sistema di valori. Le persone hanno scoperto un modo diverso di conciliare tempo libero e lavoro e non sono disposte a tornare indietro, al modello “workaholic” che ha caratterizzato gli ultimi decenni, quando il lavoro era messo più spesso al primo posto e molti più lavoratori erano disposti a restare in ufficio fino a tardi.
Dal punto di vista psicologico è un fenomeno sano?
Avere più tempo libero per dedicarsi a famiglia, amici, hobby e passioni è sano, ma bisogna comprendere il perché così tante persone non sono più felici del proprio lavoro. Il report “State of the global workplace 2022” di Gallup evidenzia
che in Europa solo il 14% dei dipendenti si sente coinvolto nel proprio lavoro e
solo un terzo è appagato. Le persone lamentano posti di lavoro poco stimolanti, difficoltà con i colleghi, insoddisfazione. A questo malessere diffuso, alla mancanza di stimoli e di autostima, rispondono facendo il minimo indispensabile o andando via.
Come si può migliorare il benessere delle persone sui luoghi di lavoro?
Un aspetto importante è la comunicazione all’interno dell’azienda: non a caso molti lavoratori che si licenziano dicono di non vedere opportunità di crescita e di non sentirsi valorizzati e di non instaurare relazioni umane soddisfacenti sul posto di lavoro. Promuovere conversazioni e scambi tra i colleghi potrebbe migliorare il benessere delle persone in azienda.