Uno fra i traumi più comunemente subiti da chi pratica sport è
la lesione parziale o completa di un legamento crociato, un elemento fondamentale nell’articolazione del ginocchio.
Cosa sono i legamenti crociati
La struttura dell’articolazione comprende diversi elementi, fra cui
4 legamenti: questi tessuti connettivi di natura fibrosa sono estremamente resistenti. Essenziali sono
i 2 legamenti crociati anteriore e posteriore: il primo, al centro del ginocchio, impedisce alla tibia di traslare in avanti rispetto al femore, mentre il secondo fa sì che la tibia non scivoli indietro. La loro azione coordinata consente al ginocchio di mantenere equilibrio, movimento corretto e stabilità. La lesione di uno dei due, in particolare di quello anteriore, può tradursi in un serio rischio non solo per la salute dell’articolazione, ma anche per la qualità di vita stessa. Ecco perché in alcuni casi è opportuno procedere con
la ricostruzione del crociato anteriore.
La lesione del crociato anteriore e il trattamento
Proprio questo specifico legamento è il più frequentemente interessato da lesione, in particolare in ambito sportivo. Il paziente può quindi sperimentare sintomi come:
- “schiocco” da rottura
- dolore
- gonfiore
- in seguito perdita di stabilità dell’articolazione.
"Una volta confermata la diagnosi e stabilito se la lesione è lieve, parziale o completa - conferma
il dottor Federico D'Amario dell'
Ortopedia di
ICLAS, Istituto Clinico di Alta Specialità accreditato S.S.N. di Rapallo (Genova) - si pianifica il trattamento più opportuno in base alla tipologia di paziente. Se infatti si tratta di
un giovane sportivo, l’intervento chirurgico di ricostruzione del legamento crociato anteriore si rende necessario per farlo
tornare in attività ed evitare ulteriori danni anche per le strutture circostanti. Più raramente si procede con un’operazione quando il paziente ha già raggiunto i 50 anni e non è particolarmente attivo dal punto di vista fisico, a meno che il ginocchio non continui a subire
distorsioni. In generale, non c’è altra soluzione definitiva in caso di rottura completa del legamento."
Esaurita la fase infiammatoria, si può quindi procedere con
la tecnica artroscopica mini-invasiva, che richiede un’anestesia loco-regionale. La ricostruzione di un crociato anteriore richiede l’utilizzo di un tendine, che possa fungere da tessuto sostitutivo del legamento lesionato. È preferibile che venga prelevato al paziente, si parla quindi di
autoinnesti e in genere può trattarsi di tendine rotuleo, tendini della zampa d’oca o parte centrale del tendine quadricipite. È meno consigliabile e quindi più raro utilizzare il tendine di un donatore, eventualità che si verifica solo quando strettamente necessario, ad esempio in presenza di lesioni multiple.
La ricostruzione prevede:
- asportazione dei residui del legamento e preparazione dell’alloggiamento
- realizzazione di tunnel ossei all’interno del femore e della tibia
- inserimento e stabilizzazione del tessuto che si trasformerà nel nuovo legamento.
"Tale trasformazione richiede
un tempo che va dai 4 agli 8 mesi, durante i quali il paziente dovrà prestare assoluta attenzione all’articolazione e seguire con rigore le indicazioni dello specialista e del fisioterapista.
Subito dopo l’operazione, è possibile camminare con le stampelle e dopo 3 settimane camminare in autonomia. La riabilitazione fisioterapica - conclude il dottore - è fondamentale in questo periodo, soprattutto per il recupero del tono muscolare, indispensabile per il ripristino del miglior equilibrio possibile".