Città di Lecce Hospital / 04 luglio 2023

Patologie neurologiche: la Risonanza Magnetica cosa permette di diagnosticare?

Patologie neurologiche: la Risonanza Magnetica cosa permette di diagnosticare?
La RM neurologica è un’indagine diagnostica che consente di studiare in maniera approfondita, senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti, il sistema nervoso, sia centrale (encefalo e midollo spinale) che periferico (gangli nervosi e nervi).

Abbiamo chiesto al dott. Leo Spagnolo, medico neuroradiologo dell’Unità operativa di Diagnostica per immagini di Città di Lecce Hospital, quali patologie consente di diagnosticare la Risonanza Magnetica neurologica, come funziona e quando viene somministrato il mezzo di contrasto per eseguirla.

La neuroradiologia

La neuroradiologia è una delle specialità radiologiche che è stata maggiormente avvantaggiata dall’introduzione della RM. La possibilità di differenziare il tessuto nervoso in tutte le sue componenti fisiologiche e patologiche, infatti, ha consentito avanzamenti negli studi di specialità fino a qualche anno fa impensabili.

L’esempio delle Sclerosi Multipla è altamente indicativo: la TC non consente una valutazione così sensibile e specifica della patologia quanto la RM che, attualmente, rappresenta il gold standard, cioè l’esame più accurato per confermare un dubbio diagnostico tra tutte le metodiche, anche di laboratorio. Ma è l’indagine ottimale anche per monitorarne l’andamento, programmare i trattamenti farmacologici, individuare la comparsa di malattie infettive opportunistiche legate all’uso di alcuni farmaci.

Cosa consente di diagnosticare la RM neurologica

A Città di Lecce Hospital è stata installata recentemente la RM Magnetom Sola da 1.5 Tesla, una delle tecnologie più avanzate attualmente disponibili nell’ambito della diagnostica per immagini, che permette di diagnosticare tutta la patologia neurologica:
  • cefalea;
  • malattie vascolari;
  • patologie flogistiche;
  • malattie demielinizzanti;
  • problematiche degenerative.
La RM neurologica consente anche, tra l’altro, la visualizzazione e la valutazione quantitativa del flusso liquorale, la valutazione angiografica intra ed extracranica senza e con mezzo di contrasto, lo studio dei plessi brachiale e sacrale.

Risonanza Magnetica neurologica: come viene eseguita

La Risonanza Magnetica è una apparecchiatura costituita da un potente magnete e da un’antenna che invia al paziente sdraiato all’interno del magnete onde radio captate da un ricevitore a radiofrequenza, che un computer trasforma in immagini di alta qualità.

La RM determina un contrasto tra i vari tessuti corporei maggiore rispetto alla TC, e consente di effettuare alcuni tipi di angiografia senza l’uso di mezzi di contrasto. L’utilizzo di software per le cosiddette “tecniche avanzate” come la diffusione, la spettroscopia e la perfusione, poi, può consentire una precisa caratterizzazione tissutale, mentre con software di risonanza magnetica funzionale (RMf) si ottiene una visualizzazione dell’attivazione corticale durante l’esecuzione di determinate attività motorie e sensitive.

Alcuni device metallici e corpi estranei nel paziente (come schegge metalliche) potrebbero non consentire l’esecuzione dell’esame, mentre la controindicazione assoluta del pacemaker è oggi superata, dal momento che i nuovi pacemaker sono RM compatibili e ampiamente affidabili (il loro spegnimento deve essere, però, programmato ed effettuato dal cardiologo, avendo cura di esibire in precedenza tutta la documentazione relativa allo strumento impiantato).

La “qualità” di una RM si comprende da alcuni aspetti ingegneristici dell’hardware:
  • l’intensità massima del gradiente viene misurata in unità di milliTesla per metro (mT/m);
  • il tempo di salita viene misurato in millisecondi;
  • la velocità di rotazione viene misurata in Tesla per metro al secondo (T/m/s).
Classicamente il range di questa risposta varia da 50 T/m/s (RM a basso campo) fino a 200 T/m/s (RM superconduttive ad alto campo), come quella presente presso Città di Lecce, apparecchiatura con cui possono essere eseguiti, in tempi più rapidi e con risoluzione spaziale e di contrasto maggiore rispetto alle macchine a basso campo, sia esami morfologici di qualsiasi tipo, in qualsiasi distretto corporeo, che esami funzionali, utilizzando i software dedicati.

La somministrazione del mdc

La somministrazione del mezzo di contrasto (mdc) durante la RM è una prerogativa del medico radiologo, strettamente correlata con la patologia del paziente. Nella maggior parte dei casi è utile non per individuare quello che non si riesce a vedere prima della sua somministrazione, ma piuttosto a specificare e - quindi - ad affinare o a giungere a una diagnosi accurata su quanto già visibile nelle sequenze effettuate prima della sua iniezione.

Per poter somministrare il mdc, è necessario che il paziente esegua una valutazione preventiva della funzionalità renale tramite analisi ematochimiche.
 
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Revisione medica a cura di: Dott. Leo Spagnolo

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