Il bimbo aveva iniziato a presentare forti dolori addominali, dispnea e nausea dopo qualche giorno di inappetenza e malessere ed era stato quindi portato all’attenzione dei medici dell'
Ospedale Cortina.
Tempestività e competenza nella gestione delle situazioni di emergenza-urgenza hanno permesso all’équipe del Punto di Primo Intervento di
salvarlo scongiurando il pericolo che entrasse in coma.
“Il piccolo era molto sofferente – racconta il dott. Hasan Mousa, medico del
PPI che ha gestito l’emergenza – e gli è stato assegnato subito un codice rosso. Quando la gravità dei casi sono tali da non consentirci di attendere l’esito del tampone rapido, adottiamo misure eccezionali e utilizziamo dispositivi che ci permettano di
intervenire in sicurezza anche qualora il paziente risultasse positivo a Covid-19. Il bimbo è poi risultato negativo e, grazie agli esami ematochimici e all’emogasanalisi arteriosa, gli è stato riscontrato
un valore molto alto della glicemia e un disequilibrio acido-base”.
I risultati degli esami hanno permesso di definire che si trattava di
chetoacidosi,
una complicanza acuta del diabete mellito di tipo 1 (il cosiddetto diabete giovanile)
che, se non individuata e trattata prontamente, può portare al coma e nei casi più gravi al decesso.
La chetoacidosi diabetica è spesso il primo segnale con cui si manifesta il diabete in un paziente pediatrico:
la patologia non era infatti
mai stata diagnosticata e la famiglia non ne era a conoscenza. Le cause sono da riscontrare nell’interruzione della terapia insulinica o, probabilmente come in questo caso, in una possibile infezione che aveva debilitato eccessivamente il giovane scatenando questa condizione acuta.
I medici del PPI hanno somministrato terapia infusionale reidratante con supplementazione di potassio ed insulina, consentendo di
abbassare i livelli di glicemia nel sangue.
“Mettiamo in campo la competenza di medici specializzati nel trattamento di emergenze-urgenze, specialmente a carattere traumatologico – commenta il dott. Massimo Vota, Responsabile del Punto di Primo Intervento. Siamo un
Ospedale periferico di primo livello e punto di riferimento del territorio per cui svolgiamo un importante compito nell’arginare le emergenze
stabilizzando i pazienti e nell’indirizzarli per ulteriori trattamenti alle strutture specialistiche più idonee e vicine”.
Anche in questo caso, una volta rientrata la condizione acuta, nella fase di stabilizzazione, il paziente è stato trasferito in ambulanza, assistito da un medico e da un infermiere, in Terapia Intensiva pediatrica in un Ospedale vicino.
Oggi il bimbo sta bene, è a casa ed ha ripreso a frequentare la scuola anche se la sua quotidianità è cambiata dato che deve seguire la terapia insulinica che gli permette di tenere sotto controllo il diabete.
“Eravamo molto spaventati dalle condizioni di nostro figlio - raccontano i genitori - ma fortunatamente è andato tutto nel migliore dei modi. Grazie ai medici di Cortina che hanno scoperto l’origine del malessere e a tutti gli specialisti a Belluno prima e a Treviso dopo che l’hanno aiutato a stare bene. Ogg siamo seguiti dal diabetologo e dalla pediatra per imparare a somministrare l’insulina e a misurare la glicemia quotidianamente. Ringrazio davvero moltissimo tutto il personale sanitario che l’ha salvato”.