La stitichezza o stipsi, ad eccezione della forma idiopatica, non è da considerare una patologia, ma un sintomo. Le patologie che ne sono responsabili possono essere di origine gastrointestinale o sistemica.
Tra le cause sistemiche vi possono essere farmaci, abitudini alimentari o “sociali” sbagliate (stile di vita sedentario, scarsa attività fisica, dieta povera di fibre, poca idratazione).
In altri casi, tuttavia, possono essere presenti dei problemi anatomici che provocano un’ostruzione meccanica al passaggio delle feci in particolare, nel tratto finale del retto, tali da richiedere l’intervento del colon-proctologo.
Ne parla la dott.ssa Benedetta Mattioli, chirurga presso il
Primus Forlì Medical Center.
Quando sospettare della presenza di un’ostruzione del retto?
Il paziente può sospettare della presenza di un’ostruzione a livello del retto quando la stipsi è cronica ed presente nonostante lo stimolo ad evacuare.
Inoltre, in questi casi, la consistenza e la forma delle feci possono essere spie di un problema ostruttivo, soprattutto quando si presentano feci caprine o filiformi.
La sensazione di svuotamento incompleto, obbliga spesso il paziente a frazionare l’evacuazione in più tempi con evidente disagio e limitazione nelle attività giornaliere.
Quali sono le principali patologie che provocano un’ostruzione del retto?
Le patologie che causano l’ostruzione possono essere di varia natura, talvolta anche gravi. Infatti, tra queste vi sono i polipi benigni, ma anche i
tumori del colon-retto, con la crescita di una massa che occlude o ostruisce il passaggio delle feci nel tratto finale, impedendo l'espulsione.
Tra le altre cause riconducibili ad un quadro ostruttivo molto frequenti nella popolazione femminile sono il rettocele, l’intussuscezione retto rettale e prolasso mucoso occulto.
In sintesi, consistono nella presenza di uno scivolamento della parte terminale del retto anteriormente (rettocele) oppure nel canale anale stesso (prolasso e intussuscezione). Tra le cause più frequenti si annoverano i parti con lacerazione, la menopausa, una storia clinica di stipsi cronica e l’obesità.
In cosa consiste la visita colon-proctologica?
La visita è necessaria per eseguire una corretta diagnosi, individuare l’ostruzione e le cause della stessa.
Tuttavia, l’esame obiettivo non è sufficiente, ma sono necessari degli esami strumentali. Quello più utilizzato, dopo la visita proctologica, è la defecografia, che può essere eseguita anche con il supporto della Risonanza Magnetica nel caso si debba indagare il compartimento anteriore.
Come funziona la defecografia?
Si tratta di un esame radiologico che fornisce immagini dei movimenti delle strutture anatomiche del colon e del retto durante l’evacuazione.
La preparazione all’esame inizia circa 3 ore prima, con un clistere per svuotare l’intestino.
Durante l’esame, si inietta attraverso un catetere rettale un mezzo di contrasto.
Il paziente si deve sedere su una sorta di WC speciale, realizzato ad hoc per svolgere questo tipo di esame, mentre viene provocata l’evacuazione. Grazie al mezzo di contrasto e all’esame radiologico, è possibile osservare le contrazioni intestinali durante tutta la fase di evacuazione e svuotamento.
In che cosa consiste il trattamento?
In presenza di un’ostruzione del retto, può essere necessario intervenire chirurgicamente per rimuovere la causa dell’ostruzione.
Il tipo di intervento varia a seconda della patologia, del grado di ostruzione e del quadro clinico del paziente.