Clinica Privata Villalba / 04 giugno 2024

Interferenti endocrini: cosa sono e quali effetti hanno sulla salute?

Interferenti endocrini: cosa sono e quali effetti hanno sulla salute?
Con la locuzione interferenti endocrini definiamo un insieme di sostanze chimiche sintetiche (non naturali), spesso di uso comune, che interferiscono con l’azione di uno o più ormoni presenti nell’organismo, favorendo lo sviluppo di patologie e problematiche per la salute.

La dott.ssa Chiara Vezzadini, specialista in endocrinologia e malattie del ricambio di Clinica Privata Villalba, spiega che cosa sono gli interferenti endocrini, dove si trovano e qual è il loro impatto sulla salute.

Cosa sono gli interferenti endocrini e come funzionano?

Gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche sintetiche con una struttura simile a quella degli ormoni naturali. Immaginiamo la funzione degli ormoni come quella di una chiave che apre un lucchetto (in gergo, si dice che agisce su un recettore).
L’interferente endocrino può avere una struttura simile all’ormone, e quindi può essere in grado ugualmente di aprire il lucchetto, ma in momenti non opportuni, dando un segnale svincolato dai precisi sistemi di regolazione endocrina dell’organismo. 
In altri casi l’interferente blocca il lucchetto/recettore, impedendo l’azione dell’ormone naturale. 
Inoltre è anche possibile che l’interferente agisca su più recettori di funzione endocrina, coinvolgendo più ghiandole.

Dove si trovano gli interferenti endocrini?

Prendiamo come esempio l’interferenza più nota, che è quella sui recettori per gli estrogeni. Gli estrogeni sono ormoni presenti sia nei maschi che nelle femmine, in cellule di vari organi: cervello, osso, vasi sanguigni, organi riproduttivi.

C’è un insieme piuttosto vasto e eterogeneo di molecole identificate come interferenti endocrini degli estrogeni, e l’elenco è in continua revisione. Ad oggi, sappiamo che tali interferenti si trovano in:
  • solventi o lubrificanti: es policlorobifenili (PCB, da cui provengono anche inquinanti organici persistenti come le diossine); 
  • plastiche (es. bisfenolo A) e plastificanti (es. ftalati);
  • pesticidi (es. DDT, glifosati); 
  • fungicidi (es. vinclozina, prodotti usati in agricoltura);
  • antibatterici (triclosano);
  • materiale tessile (perfluorochimici);
  • cosmetici (ftalati).

Come si entra in contatto con gli interferenti endocrini?

Il contatto può avvenire tramite gli alimenti o le acque contaminate, per inalazione, per contatto con la pelle, o anche attraverso il passaggio dalla placenta o dal latte materno.

Da questo punto di vista, negli ultimi 20 anni si è prestata molta attenzione al problema delle micro e nano plastiche. Sono presenti in quantità enorme nell’ambiente, persistono a lungo senza degradarsi e sono entrate nella catena alimentare, con potenziali effetti su vari assi endocrini, ancora da comprendere.

In generale l'interesse verso gli effetti degli interferenti endocrini è progressivamente cresciuto, in relazione alla crescita parallela della produzione di sostanze chimiche e crescita globale delle patologie endocrine.

Nel 2023 la Commissione Europea ha disposto una modifica dell’ etichetta dei prodotti chimici in base a classi di rischio legate anche all’ interferenza endocrina sull’uomo e sull’ambiente.

C’è una quantità massima di interferenti endocrini che l’organismo può gestire?

In verità gli interferenti possono agire anche in bassa concentrazione, proprio come gli ormoni. Piuttosto ci sono dei particolari momenti della vita in cui hanno più capacità di interferire sulla salute: durante lo sviluppo fetale o puberale o nella riproduzione.

Quali sono gli organi più colpiti?

I principali bersagli dell’azione degli interferenti endocrini sono gli organi sessuali, sia femminili che maschili (ovaio e testicolo), per effetto di interazione con gli ormoni sessuali. Possono avere un impatto analogo sulla prostata e sulla mammella, talvolta con effetto cancerogeno. 

Gli interferenti però aumentano anche il rischio di altre problematiche come la pubertà precoce, le malformazioni genitali o la riduzione della fertilità.

Anche la tiroide risulta spesso interessata dall’azione di più di 150 interferenti provenienti da sostanze chimiche industriali, che sono risultati in grado di ridurre la produzione di ormoni tiroidei.
Altri effetti riguardano le ossa, giacché alcune sostanze intervengono sul rimodellamento dell’osso causando alterazioni della struttura. 
Infine alcune sostanze favoriscono l’insorgenza di malattie metaboliche come il diabete e obesità.
 
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Revisione medica a cura di: Dott.ssa Chiara Vezzadini

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