Clinica Privata Villalba / 19 marzo 2024

Osteoporosi: perché accompagnare al controllo anche i papà over 70

Osteoporosi: perché accompagnare al controllo anche i papà over 70
Losteoporosi è una patologia a carico dell’apparato scheletrico, caratterizzata da una scarsa densità minerale nel tessuto osseo, che risulta così più fragile e più soggetto a fratture, anche spontanee.

Si tratta di una problematica piuttosto diffusa, che in Italia riguarda il 30,5% della popolazione sopra i 74 anni. C’è una netta prevalenza femminile, poiché a soffrire di osteoporosi è il 44,9% delle donne over 74 (il rischio aumenta dopo la menopausa), contro il 9,2% degli uomini (Istat, 2021).

Per via di questa prevalenza nella popolazione femminile, gli uomini tendono a fare meno visite ed esami diagnostici per l’osteoporosi. In occasione della Festa del Papà, ecco alcune informazioni utili per sensibilizzare figli e altri caregiver sull’importanza della prevenzione e della cura dell’osteoporosi maschile, soprattutto negli over 70.

Presso l’Ambulatorio di Endocrinologia di Clinica Privata Villalba a Bologna, è possibile eseguire esami strumentali e visite specialistiche per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell’osteoporosi maschile.

Perché è importante diagnosticare precocemente l’osteoporosi negli uomini?

La diagnosi precoce permette di avviare tempestivamente i trattamenti e ridurre il danno osseo provocato dalla patologia, riducendo il rischio di frattura.
Le complicanze a seguito di una frattura sono più severe per gli uomini che per le donne, per questo una diagnosi corretta è estremamente importante per prevenire e trattare efficacemente anche l’osteoporosi maschile.

Quali sono i fattori di rischio per l’osteoporosi nei pazienti di sesso maschile?

Nella popolazione maschile, i fattori di rischio per lo sviluppo dell’osteoporosi sono innanzitutto l’età, superiore ai 70 anni.

Ci sono poi alcuni fattori legati a patologie o disfunzioni organiche come diabete, artrite reumatoide, ipogonadismo (e cioè carenza di testosterone), neoplasia della prostata che induce un blocco ormonale delle gonadi, patologie neurologiche e gastrointestinali, ridotta massa muscolare.
Anche l’uso prolungato di farmaci cortisonici e di alcuni antiepilettici aumenta il rischio per l’osteoporosi, così come la carenza di vitamina D.

Altri fattori di rischio sono legati invece alle abitudini quotidiane, come il fumo di sigaretta e l’abuso di alcolici.

Come si fa la diagnosi di osteoporosi maschile?

Come nelle pazienti donne, anche per l’osteoporosi maschile la diagnosi si esegue utilizzando un esame chiamato densitometria ossea DEXA (Dual energy x-ray absorptiometry).
Questo strumento ha emissioni di raggi X piuttosto ridotte e riesce a  valutare efficacemente la quantità di calcio e altri minerali presenti in una specifica area dell’osso del paziente, in genere la colonna vertebrale e il femore. 

Per interpretare il risultato, la densità minerale ossea del paziente viene confrontata con i valori medi di un gruppo di giovani adulti, nell’età del picco osseo. La differenza tra i due valori è indicata con il T-Score.

Per avere la diagnosi di osteoporosi, il T-score deve essere inferiore a -2,5, ossia deve essere inferiore di due deviazioni standard rispetto al valore statistico di riferimento.

Per chi è indicata la densitometria ossea?

Tutti gli uomini di età superiore ai 70 anni dovrebbero fare la densitometria ossea.
L’esame è indicato anche per uomini di età compresa fra i 50 e 69 anni, se hanno avuto precedenti fratture ossee.
Infine, chi ha fattori di rischio come pubertà ritardata, ipogonadismo, ipertiroidismo, utilizzo di cortisonici o altri farmaci predisponenti, abuso alcolico o abitudine a fumare sigarette, dovrebbe fare la densitometria ossea già dopo i 50 anni.

Quali trattamenti sono disponibili per l’osteoporosi maschile?

La terapia dell’osteoporosi prevede interventi di vario tipo. In prima battuta, è utile un’educazione al paziente in ambito nutrizionale, con modifiche dello stile di vita ed anche un’educazione alla prevenzione di cadute che potrebbero causare fratture ossee.

Sono poi disponibili sia trattamenti farmacologici che trattamenti non farmacologici. Le terapie vengono sempre prescritte in relazione ad età, condizioni generali, severità del grado di osteoporosi, storie di fratture pregresse, con una valutazione individuale per ogni paziente.

Cosa si può fare per prevenire l’osteoporosi?

Alcuni dei fattori di rischio menzionati sono modificabili e su questi si può quindi agire.
Per prevenire l’osteoporosi è utile avere uno stile di vita attivo, con regolare attività fisica, assieme ad un’alimentazione bilanciata. Il calcio è una sostanza importante, che deve essere assunta attraverso la nutrizione.
Si dovrebbe anche dosare la vitamina D, per assumere integratori specifici se carente.
Dal punto di vista alimentare, è anche utile ridurre il consumo di sale, poiché favorisce l’eliminazione del calcio attraverso l’urina. 
Infine, è necessario eliminare il fumo e ridurre il consumo di alcolici.
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Revisione medica a cura di: Dott.ssa Chiara Vezzadini

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