San Pier Damiano Hospital / 01 ottobre 2018

​Ragadi: come riconoscerle e prevenirle

​Ragadi: come riconoscerle e prevenirle
Colpiscono quasi un 10% della popolazione, in particolare donne fra i 25 e i 50 anni, ma possono anche interessare gli anziani ed i bambini di 4-5 anni. 

Stiamo parlando delle ragadi anali, piccoli taglietti che si formano nel rivestimento cutaneo dell’ano. La loro dimensione solitamente si aggira intorno ai due centimetri, sono molto dolorosi in quanto scoprono le fibre muscolari e nervose dello sfintere.

Vediamo di cosa si tratta e come è corretto comportarsi alla loro comparsa con il Dott. Conti Andrea, chirurgo generale e proctologo del San Pier Damiano Hospital di Faenza.
 

Come si formano le ragadi?

Le ragadi, che si presentano in forma lieve e poi tendono con il tempo a cronicizzare, si formano a causa di un’eccessiva contrattura del muscolo dello sfintere. Spesso, nelle persone che ne soffrono, il muscolo anale è poco elastico ed eccessivamente contratto, creando così un ostacolo alla normale fuoriuscita delle feci.
Così lo sfregamento fra le feci che cercano di uscire e il muscolo contratto che non si allenta per una corretta evacuazione, causa lacerazioni della pelle.
Ciò capita con frequenza maggiore nelle zone in cui ha meno possibilità di distendersi, quindi anteriormente, per la vicinanza a vagina o prostata a seconda del sesso, posteriormente dove è unito al coccige da un fascio fibroso.
 

Come si evolvono una volta comparse?

All’inizio le ragadi interessano soltanto la parte più superficiale della pelle, quella dell’orifizio anale. Solitamente i disturbi si possono controllare con semplici accorgimenti igienici, dietetici e curativi, la chiusura della ferita è spesso spontanea.
Nel caso la patologia avanzi, la lacerazione diventa maggiormente profonda colpendo le fibre del muscolo dello sfintere, scoprendo le fibre del muscolo, particolarmente ricche di terminazioni nervose, causando così forti dolori al momento del passaggio delle feci.
Il tempo cronicizza la ferita rendendo impossibile la sua chiusura in modo spontaneo.


E’ possibile prevenire la formazione delle ragadi?

Questo disturbo è caratterizzato dal sanguinamento e dal dolore. Una semplice visita da un proctologo permette di individuare il disturbo.
Il dolore da ragade si riconosce in quanto molto intenso, compare subito dopo la defecazione e dura in media 15-20 minuti fino a rimanere per tutta la giornata, in questo caso dipende dalla sedentarietà del paziente.
Il disturbo si riconosce anche perché scompare durante le ore notturne ma ritorna stabile durante il mattino seguente.
Alcuni pazienti associano altri sintomi quali: sudori freddi, spossatezza fino ad arrivare allo svenimento.
 
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