Santa Rita Hospital / 19 giugno 2018

Chirurgia del gomito: trattamenti mirati alla cura di artrosi e artrite

Chirurgia del gomito: trattamenti mirati alla cura di artrosi e artrite
Il dottor Renzo Angeloni, specialista in Ortopedia e Traumatologia e in Chirurgia della Mano al Santa Rita Hospital di Montecatini Terme, illustra le cause delle patologie e i rimedi per il pieno recupero funzionale dell’articolazione
 
Dottor Angeloni, quali sono le principali patologie a carico del gomito?
 
“Sono l’artrosi - nelle sue forme primaria e post traumatica, che tendono ad essere più invalidanti, comportando dolore e limitazione funzionale - e l’artrite. Per artrosi intendiamo la perdita della cartilagine articolare (il tessuto di rivestimento); mentre l’artrite è un processo infiammatorio a carico dell’articolazione e che può avere più cause ‘scatenanti’. Le forme di cui noi ci occupiamo qui a Santa Rita Hospital rientrano, in prevalenza nella tipologia degenerativa derivante da una lenta usura cartilaginea”.
 
Cosa accade al gomito quando si ammala?
 
“L’anatomia del gomito è complessa. Le patologie di cui parliamo possono colpire l’articolazione omero/ulnare (quella che controlla il movimento di flessione/estensione dell’avambraccio sul braccio) o l’articolazione ulna/radio/omero, alla base dei movimenti rotatori del polso: ad esempio, la capacità di rivolgere il palmo della mano verso l’alto e verso il basso. I sintomi riferiti dal paziente coincidono con la rigidità articolare, la limitazione funzionale e il dolore: aspetto che ha grande impatto sul benessere psicosifico della persona”.
 
Cosa può dirci sulle cause delle patologie del gomito?
 
“Per le cause, possiamo riferirci, ad esempio, alle conseguenze indotte da precedenti fratture; oppure a malformazioni già presenti alla nascita. O, ancora, a lussazioni recidivanti e all’età della frattura stessa. Sul quadro clinico influiscono altresì le patologie tumorali e di altra natura”.
 
Qual è il trattamento chirurgico?
 
“Il trattamento non può prescindere mai da un’attenta analisi della condizione individuata e da una buona informazione del paziente: specie rispetto agli esiti. Quando parliamo d’intevento chirurgico sul gomito, spesso non è possibile fare previsioni di un recupero totale e di ciò il paziente ne deve essere ben consapevole. Si opera in artroscopia, dunque con un livello di minina invasività procedurale, rimuovendo le piccole ossificazioni presenti sui tessuti molli e osservando una particolare cura delle strutture vascolari circostanti”.
 
Il gomito può ‘mmalarsi anche per altre problematiche?
 
“Sì: quelle tendinee e nervose (vedi il nervo mediano radiale e ulnare). In queste condizioni si evidenzia, oltre al dolore, un deficit muscolare”.
 
Come sinterviene?
 
“Le metodiche sono sia chirurgiche, sia conservative. In via chirurgica, si va a decomprimere e liberare i punti in cui il nervo risulta ‘schiacciato’. La tempestività della procedura è fondamentale: il danno potrebbe, infatti, progredire a tal punto da pregiudicare il risultato clinico. S’interviene in anestesia periferica. In molti casi non è necessaria la successiva fisioterapia. In caso di artrosi la tendenza generale è quella di rivestire l’articolazione, soprattutto nei pazienti giovani, attraverso dei ‘patch’ in materiale biocompatibile in modo da avvolgerla e permettere un movimento senza dolore. Alla protesi si ricorre invece in situazioni più critiche o nelle persone con età avanzata. Le protesi moderne sono più modulabili e in determinate circostanze impiantabili in maniera mininvasiva, piccole e sulla parte esterna del gomito”.

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