Le patologie del pavimento pelvico: sintomi, diagnosi e cura

Le patologie del pavimento pelvico: sintomi, diagnosi e cura
Ne parliamo con il Dott. Bruno Masci, specialista in Proctologia dell'Unità Operativa di Chirurgia Generale dell'Ospedale San Carlo di Nancy

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Quali sono le patologie del pavimento pelvico?

Sono quelle che coinvolgono diverse strutture all'interno della pelvi, ognuna con funzioni specifiche. Delle strutture posteriori si occupa il chirurgo proctologo, quelle anteriori sono invece competenza del ginecologo o uro/ginecologo. In una situazione ideale, però, tali patologie dovrebbero essere trattate da un unico specialista, che si occupa così di tutte le problematiche del pavimento pelvico.

Come si riconoscono i principali sintomi di tali patologie?

Tra i sintomi più frequenti che riconosciamo nelle patologie del pavimento pelvico sono da annoverare: una sensazione di peso dell'ano/retto o anche della vagina, in aggiunta a un'incapacità a evacuare o urinare oppure a contenere. A tali sintomi si possono aggiungere poi dei disturbi nella sfera sessuale, come ad esempio una dispareunia, cioè dolore durante i rapporti per la donna, e sanguinamenti, in corrispondenza dell'organo all'esterno.

Come si ottiene la giusta diagnosi?

Inizialmente attraverso una visita, effettuata sia dal punto di vista ginecologico in posizione ostetrica, che dal punto di vista proctologico, in posizione di sims, cioè distesi sul fianco sinistro con le gambe sollevate fino al torace. Questo consente di esporre sia gli organi vaginali, uterini e vescicali, che quelli ano/rettali con muscolatura annessa. Già al momento della visita, con l'ausilio di anoscopia e dello speculum vaginale, si potranno così intercettare quelle che sono le patologie del pavimento pelvico e di progredire con uno studio di secondo livello (diagnostica endoscopica o radiologica).

Quali sono i trattamenti di elezione?

Possono variare molto: si va da un trattamento medico/riabilitativo (prima) a un trattamento riabilitativo post intervento. Si tratta comunque sempre di trattamenti mininvasivi: laparoscopici per quanto riguarda il trattamento pelvico multidisciplinare nei prolassi uterini, vaginali e vescicali; oppure trattamenti esclusivamente ano/rettali per ciò che concerne un prolasso rettale o anale. Ciò sempre adoperando una tecnologia avanzata che consente di conservare tutti gli organi, senza asportare nulla.

E per quanto riguarda i tempi di recupero dopo l'intervento?

Sono estremamente rapidi, soprattutto se non c'è chirurgia resettiva. Questo perché vengono utilizzate tecnologie e strumenti protesici innovativi, che ci consentono di far tornare il paziente alla sua vita normale al massimo entro una settimana. Per quanto invece riguarda le recidive, esse dipendono dalla qualità e dal successo della diagnostica: migliore e più veloce sarà quest'ultima e più sarà garantito il successo a lungo termine dell'intervento.

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