Un nemico insidioso, spesso asintomatico, eppure capace di causare il 35% dei decessi dovuti a malattie cardiovascolari. Parliamo della cardiopatia ischemica, patologia legata a infarto del miocardio e angina pectoris, che sono le sue principali manifestazioni.
È possibile tenerla sotto controllo e scoprirla in tempo per evitare patologie più gravi?
Familiarità, fumo e diabete i fattori di rischio
“La cardiopatia ischemica è una patologia cardiaca a origine multifattoriale – spiega il
dott. Vasileios Tsiopoulos, cardiochirurgo presso l'
Istituto Clinico Cardiologico di Roma – ragion per cui occorre controllare i fattori di rischio, rappresentati da familiarità,
diabete,
ipertensione arteriosa,
obesità e fumo”.
Fondamentale, dunque, tenere sotto controllo per questa patologia
i fattori di rischio , che nasce da una sorta di squilibrio tra richiesta e apporto di ossigeno nel muscolo cardiaco. “Tutto ciò avviene a causa di un'occlusione o un restringimento di una o più arterie coronarie (le arterie che portano il sangue al cuore) provocato dall'aterosclerosi coronarica, cioè la presenza e lo sviluppo di placche aterosclerotiche stenosanti” continua Tsiopoulos.
Sintomi da non sottovalutare, importante la prevenzione
Il principale sintomo è un senso di oppressione retrosternale (angina) spesso irradiato all'emitorace e al braccio sinistro. È però fondamentale sottolineare come in un grande numero di pazienti tale patologia risulti totalmente asintomatica: viene scoperta in modo del tutto casuale o in seguito a un infarto più o meno esteso. Per questo motivo la prevenzione assume un'importanza vitale, insieme con l'esecuzione di esami strumentali specifici per poter fare una diagnosi tempestiva.
Gli esami per diagnosticarla: la coronarografia
Esistono diverse opzioni per diagnosticare la presenza di una cardiopatia ischemica: Test da sforzo, Scintigrafia miocardica, Ecocardiogramma, Angio TC coronarica e Coronarografia. Anche l'ecocardiogramma può rivelarsi utile, soprattutto per evidenziare alterazioni più o meno importanti della cinetica del ventricolo sinistro, riconducibili ad un pregresso danno ischemico.
L'esame d’elezione, comunque, è la coronarografia, che permette la visualizzazione precisa dell'anatomia delle coronarie e l'individuazione di eventuali lesioni.
By pass coronarico
Il trattamento preferenziale della cardiopatia ischemica resta il by-pass aortocoronarico, ossia una specie di ponte che riporta sangue a valle della lesione stenosante in corrispondenza del cuore. L'utilizzo di condotti arteriosi (arteria mammaria interna e arteria radiale) assicura i migliori risultati in termini di prognosi a distanza.
Di grande aiuto anche l'utilizzo della flussimetria intraoperatoria, che permette il controllo real time dei by-pass in sala operatoria subito dopo essere stati eseguiti, confermando il loro corretto funzionamento. Un cenno, infine, meritano la rivascolarizzazione miocardica ibrida e mininvasiva. Si tratta di interventi cardiochirurgici eseguiti in stretta collaborazione con il Cardiologo interventista, che permettono attraverso un approccio mininvasivo, una riduzione del trauma chirurgico, della permanenza in terapia intensiva ospedaliera e una più rapida ripresa da parte del paziente.
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