Villa Torri Hospital / 18 dicembre 2019

Come influisce l’attività fisica sul diabete?

Come influisce l’attività fisica sul diabete?
Un’attività fisica costante e praticata correttamente migliora sensibilmente il proprio benessere, e sono sempre più numerosi gli studi che documentano come l’esercizio fisico funzioni come una vera e propria medicina contro il diabete. Ne abbiamo parlato con il dott. Domenico Meringolo, specialista in endocrinologia a Villa Torri Hospital di Bologna.
 
“La pratica fisica regolare – spiega il dott. Meringolo – è parte integrante del trattamento del diabete di tipo 2 soprattutto per i soggetti obesi e sovrappeso, e contribuisce al controllo glicemico e alla buona forma fisica anche nel diabete di tipo 1. Inoltre, aumenta il senso di benessere e sicurezza e riduce i livelli di ansia e depressione. Va precisato però che per chi ha il diabete, soprattutto in caso di terapia insulinica, l’attività richiede comunque un’attenta programmazione e gestione, e non bisogna trascurare altre abitudini che possono influire sulla condotta della terapia, come la dieta, il fumo di sigaretta, l’assunzione eccessiva di alcol e lo stress sia lavorativo sia psicologico”.
 
“Questo perché in caso di diabete di tipo 1, l'insulina non viene più prodotta dal pancreas ma somministrata dall'esterno, per tale motivo la sua quantità in circolo non diminuisce automaticamente durante l'attività fisica e la dose iniettata continua ad agire bloccando la produzione di glucosio da parte del fegato. Per tale motivo, se la dose di insulina somministrata prima dell'attività fisica è eccessiva, si corre il rischio di ipoglicemia, rapido abbassamento della concentrazione di glucosio nel sangue, poiché il fegato non è in grado di liberare lo zucchero in esso presente sotto forma di glicogeno”.
 
“D'altra parte, se il diabete non è ben controllato, la glicemia è molto alta (superiore a 259 mg/dl) e l'insulina in circolo non è sufficiente a garantire l'impiego dello zucchero a scopo energetico, i muscoli che stanno lavorando impiegheranno come fonte di energia i grassi e questo potrà provocare la comparsa dei cosiddetti chetoni, dei derivati dei lipidi che hanno caratteristiche che li fanno assomigliare agli zuccheri. Nel caso di diabete tipo 2 i livelli di insulina in circolo sono alti, ma fegato e muscoli sono resistenti alla sua azione, non riuscendo ad utilizzare il glucosio come fonte energetica. Questo spiega, in parte, perché la glicemia è alta nonostante l'insulina sia presente”.
 
“Paradossalmente la pratica regolare di attività fisica riduce sia la quantità di insulina nel sangue che la glicemia, poiché migliora progressivamente la capacità di fegato e muscoli di rispondere all'azione dell'insulina. Per tenere a bada il diabete occorre gestire durata e volume dell’attività fisica. Chi corre per abitudine può allenarsi per un’ora senza problemi. Il sedentario deve iniziare con esercizi di breve durata, 15-20 minuti, aumentando di volta in volta la durata”.
 
“Il primo momento della terapia del diabete – conclude il dott. Meringolo – è dunque lo stile di vita. Occorre sensibilizzare la popolazione diabetica all’utilizzo di un’alimentazione sana ed equilibrata e all’importanza dell’esercizio fisico come prevenzione e cura del diabete”.
 
 
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al numero 051.9950311 o inviando una mail tramite il modulo contatti.
Revisione medica a cura di: Dott. Domenico Meringolo

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