La
cardiomiopatia ipertrofica può rendersi manifesta in ogni fase della vita e in qualsiasi tipo di persona. Ma questa patologia del cuore è per la quasi totalità di origine genetica ed ereditaria, dunque una diagnosi tempestiva può certamente essere di grande supporto nella pianificazione di un trattamento e di un’eventuale “convivenza”.
Cardiomiopatia ipertrofica e aspettativa di vita
In genere alla base della
cardiomiopatia ipertrofica c'è una mutazione genetica, che determina non solo l’ipertrofia miocardica, ma anche una disposizione anomala delle fibre muscolari cardiache. Questa condizione è estremamente variabile da paziente a paziente: ogni persona può presentare sintomi più o meno gravi, con conseguente differenza anche nei rischi.
Guardando alla totalità dei soggetti adulti che ne sono affetti, la cardiomiopatia ipertrofica può anche non incidere sull’aspettativa di vita in modo rilevante: 1% è il tasso di mortalità annuo a causa di questa patologia e non è raro incontrare pazienti che ne soffrono e superano i 90 anni. La cardiomiopatia ipertrofica può però essere associata a morte improvvisa e prematura soprattutto in queste circostanze, a seconda dell’età:
In ogni caso, trattandosi di una patologia complessa e molto soggettiva nella sintomatologia, è necessario tenere conto della singola situazione personale e non considerare a priori la cardiomiopatia ipertrofica una condizione con decorso negativo.
Vivere con la cardiomiopatia ipertrofica
È infatti assolutamente possibile convivere con la patologia in modo sereno, soprattutto se si è manifestata in età avanzata. Vivere con la cardiomiopatia ipertrofica significa prima di tutto agire sul proprio stile di vita, seguendo alcune regole:
- Evitare lo sport agonistico ma continuare a praticare una regolare, moderata attività fisica
- Mantenere un peso corporeo adeguato, attraverso una dieta equilibrata
- Evitare pasti abbondanti, che in alcuni casi stimolano la comparsa dei sintomi
- Evitare fumo e bevande alcoliche
- Sottoporsi a eventuali vaccinazioni consigliate
- Consultare il medico per l’assunzione di eventuali nuovi farmaci
- Condividere con il medico la presenza della patologia prima di una possibile gravidanza
Riguardo alle attività quotidiane, il paziente è perfettamente in grado di guidare il proprio veicolo e di continuare a lavorare, posto che l’attività non consista in sforzi fisici impegnativi e costanti. Naturalmente, non sono da trascurare regolari controlli specialistici e, nel caso si presentino sintomi di rilievo, è indispensabile contattare subito il proprio medico.