Il
diabete è una patologia metabolica caratterizzata da un eccesso di glucosio nel sangue dovuto all’incapacità dell’organismo di svolgere correttamente il processo di digestione, assimilazione e trasformazione in energia degli zuccheri presenti nei cibi, legata a un’insufficiente produzione di insulina nel pancreas e a una conseguente inadeguatezza del processo di trasformazione degli zuccheri. Una particolare tipologia di questa patologia metabolica è il
diabete gestazionale.
Diabete gestazionale: sintomi e valori
Il diabete gestazionale è un’alterazione della regolazione del glucosio, che viene diagnosticata durante la gravidanza, questo succede perché la placenta provoca un aumento della glicemia e nelle pazienti predisposte il pancreas non riesce a rispondere correttamente. In genere, il diabete gestazionale scompare dopo il parto ma può ripresentarsi a distanza di anni come
diabete di tipo 2. Coinvolge il 18% circa delle future mamme (
fonte: Istituto Superiore di Sanità) e spesso non si manifesta con
sintomi precisi, cosa che ne rende difficile la diagnosi. Solo di rado la paziente può lamentare:
- Aumento ingiustificato della sete
- Frequente necessità di urinare
- Ripetute infezioni (cistite o candidosi)
- Perdita di peso
- Nausea
- Vomito
- Disturbi della vista
Di fronte a questi segnali, il consulto del medico dev’essere il più tempestivo possibile. In caso di disturbo asintomatico, sono comunque
gli esami del sangue a far emergere un’iperglicemia. Ecco perché è così importante sottoporsi a
specifici test di screening tra la sedicesima e la diciottesima settimana di gestazione nei casi in cui la paziente abbia già sofferto di diabete gestazionale, soffra di obesità o presenti elevati valori di glicemia plasmatica a digiuno (fra 100 e 125 mg/dl). Lo screening
fra ventiquattresima e ventisettesima settimana è raccomandato per le donne che, oltre ai fattori elencati, abbiano più di 34 anni, familiarità di diabete e figli il cui peso alla nascita fosse superiore a 4,5 kg. Per parlare di diabete gestazionale, i valori da considerare sono
glicemia a digiuno e due ore dopo i pasti, ed emoglobina glicata. È sufficiente che sia alterato uno dei seguenti valori:
- Glicemia ≥ 95 mg/dl a digiuno
- Glicemia ≥ 180 mg/dl dopo un’ora
- Glicemia ≥ 153 mg/dl dopo due ore
Diabete gestazionale: quando preoccuparsi e come gestirlo
Si tratta nella maggior parte dei casi di un disturbo temporaneo, destinato a regredire subito dopo il parto. Non bisogna trascurarlo, in quanto può provocare complicanze: con il diabete gestazionale aumentano i rischi di sviluppo di malformazioni nel feto o perfino di morte intrauterina. È infine più probabile che, in un arco di tempo che va dai 5 ai 10 anni dopo il parto, la paziente sviluppi il
diabete mellito di tipo 2. Ma se affrontato con le giuste tempistiche, è possibile gestire il disturbo senza conseguenze per la mamma o per la crescita del bimbo, con queste azioni:
- Autocontrollo della glicemia 6 volte al giorno con un kit dedicato
- Una sana dieta per il diabete gestazionale, che comprende pesce, frutta e verdura e deve essere suddivisa in 5 pasti giornalieri dalla colazione fino alla cena. Con il diabete gestazionale, alimenti da evitare sono quelli ricchi di zuccheri e carboidrati
- Attività fisica dolce
- Somministrazione di insulina se lo stile di vita corretto non fosse sufficiente.