Dopo il tumore al seno: gli effetti collaterali più comuni dei trattamenti e come affrontarli

Dopo il tumore al seno: gli effetti collaterali più comuni dei trattamenti e come affrontarli
Secondo il report “I numeri del cancro in Italia 2021” di AIOM e di AIRTUM, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di tumore al seno è dell’88%; un buon risultato, merito della diagnosi precoce e di trattamenti come chemio e radioterapia, terapie ormonali e biologiche, che però presentano numerosi effetti collaterali: capiamo insieme quali sono i più comuni e come affrontarli.

Il National Cancer Institute statunitense ha individuato fino a 80 effetti collaterali, che vanno dalla sensazione di bocca secca alla nausea, dal gonfiore agli arti alla perdita di capelli e unghie, dalla stitichezza alla diarrea, dall’iperpigmentazione della cute al ronzio nelle orecchie, dai problemi di concentrazione all’ansia, dalla perdita di desiderio sessuale al cambiamento dell’odore corporeo. Alcuni sono più conosciuti e diffusi di altri, e dipendono da moltissimi fattori, come il tipo di trattamento e la sensibilità individuale.

In ogni caso possono ridurre notevolmente la qualità della vita. Per questo è così importante conoscerli e riconoscerli, imparare a sentire il proprio corpo giorno per giorno e riferire al medico effetti e cambiamenti per capire come affrontarli.

Gli effetti collaterali più comuni dei trattamenti per il carcinoma mammario

Che si tratti di chemioterapia o radio, terapie ormonali o biologiche, i trattamenti per il tumore al seno portano sempre effetti collaterali, più o meno invalidanti. Alcuni compaiono in concomitanza con il trattamento, possono durare giorni, mesi o anche anni, ma generalmente tendono a mitigarsi con il tempo. Altri sono effetti tardivi, che vanno prontamente individuati e affrontati.
Ecco gli effetti collaterali più comuni e come contrastarli con piccoli suggerimenti da condividere e concordare con il proprio medico.

Caduta dei capelli

Forse l’effetto collaterale più conosciuto delle cure, generalmente il più temuto, è l'alopecia, ovvero la caduta dei capelli, a causa del danneggiamento dei bulbi piliferi. È bene sapere, però, sia che si tratta di solito di una alopecia temporanea, sia che non tutti i tipi di cura portano alla caduta di peli e capelli. Informarsi per tempo con il medico curante consente di pensare a come vivere questo momento traumatico.
Alcune donne scelgono di accorciare preventivamente i capelli, alcune acquistano una parrucca (farlo in anticipo permette di indossarla per farla adattare al meglio alle proprie forme). Altre ancora trovano un aiuto per ridurre la caduta nelle cuffie refrigeranti, che tuttavia possono portare a effetti collaterali come mal di testa e dolore cervicale.
In ogni caso, durante e dopo le terapie, è bene prendersi cura dei capelli utilizzando uno shampoo delicato e acqua tiepida, pettine o spazzola a denti larghi e di materiali naturali, asciugandoli con il phon a temperatura media.

Stanchezza

La costante stanchezza legata al tumore, alle cure e allo stato psicologico della paziente oncologica è chiamata “fatigue” (termine francese per astenia). Molto soggettiva, è caratterizzata da mancanza di forze ed energie nonostante un riposo adeguato.
Per contrastarla il medico può ritenere opportuno prescrivere farmaci stimolanti, tuttavia è possibile puntare su pochi semplici consigli per cercare di limitarla.
  1. Il sonno notturno è fondamentale, e non dovrebbe essere mai inferiore alle 7/8 ore.
  2. Può essere utile programmare nella giornata dei momenti di riposo (anche sonnellini di 30 minuti) per recuperare le forze.
  3. L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale, puntando su alimenti ricchi di fibre come verdure e cereali integrali e bevendo molta acqua per non perdere l’idratazione (meglio se lontano dai pasti).
  4. Un’attività fisica moderata, lontana dal riposo serale, può essere utile per il mantenimento del tono muscolare, oltre che per migliorare l’umore.

Nausea e perdita di appetito

Contro la nausea è il medico a indicare la terapia farmacologica adeguata. Per evitarla, può essere utile mangiare poco e spesso, privilegiando cibi secchi al mattino, alimenti freschi e facili da deglutire, evitando cibi grassi, quelli con un odore intenso e i fritti.
Una leggera ma costante attività fisica (basta anche solo una passeggiata di 15-20 minuti) permette spesso di ritrovare un po’ di appetito, come anche la scelta dei cibi preferiti.

Stipsi o diarrea

Le terapie possono avere anche effetti collaterali molto diversi tra loro, se non opposti, come stipsi e diarrea. Oltre a un aiuto farmacologico che può arrivare dal medico, il consiglio resta quello di una dieta equilibrata con pasti piccoli e bevendo lontano dai pasti.
Nello specifico, in caso di stipsi è bene privilegiare cibi ricchi di fibre, come cereali integrali, frutta con buccia e verdure (limitando quelli la cui digestione genera maggiormente gas, come legumi e crucifere). Per la diarrea, meglio puntare su alimenti ricchi di potassio, sodio e fibre solubili, evitando latticini, fritti e cibi grassi.

Stomatite

Sono effetti collaterali comuni le stomatiti, la sensazione di bocca secca con difficoltà a deglutire, piaghe in bocca o in gola, screpolature agli angoli della bocca. Mantenere le mucose umide bevendo spesso, con ghiaccio o granite, può alleviare il fastidio. In caso di ulcere, meglio limitare alimenti molto salati o piccanti.

Fragilità delle unghie

Anche le unghie vengono danneggiate temporaneamente dalla somministrazione della terapia. Posso cambiare colore, diventare fragili, presentare solchi. Per questo è opportuno curarle evitando manicure con prodotti aggressivi, preferendo una lunghezza minima, utilizzando creme idratanti e guanti protettivi per limitare il contatto con i detersivi.

Fragilità ossea e sintomi della menopausa

Le terapie ormonali possono portare a sintomi tipici della menopausa:
  • fragilità ossea;
  • secchezza vaginale;
  •  vampate di calore;
  • alterazioni dell’umore.

È necessario monitorare tali sintomi e parlarne con il medico, affinché si possa procedere con un supporto (farmacologico, ginecologico, psicologico) in base alla loro gravità e all’influenza sulla qualità di vita della paziente.

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Revisione medica a cura di: Dott. Antonio Nardella

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