Salus Hospital / 08 gennaio 2021

Eiaculazione precoce: sintomi e cura

Eiaculazione precoce: sintomi e cura
L'eiaculazione precoce (EP) è la più frequente disfunzione sessuale nell’uomo, in Italia riguarda circa 4 milioni di persone tra i 18 e i 60 anni, il 25-30% della popolazione di sesso maschile1. Ma è anche la patologia meno diagnosticata, questo perché per il 75% degli uomini è un problema imbarazzante di cui si parla malvolentieri, ancor più imbarazzante della disfunzione erettile, con un notevole impatto sulla qualità di vita: ansia, scarsa autostima, imbarazzo, rassegnazione e frustrazione. E con effetti negativi anche sul rapporto di coppia e sulla vita della partner.

Dare l’esatta definizione quando si parla di eiaculazione precoce – spiega il prof. Sergio Leoni, specialista Urologo presso il Salus Hospital di Reggio Emilia - è molto complesso da un punto di vista strettamente clinico. Secondo l’accezione clinica classica, l’eiaculazione precoce è quella che avviene prima della penetrazione, detta “ante portam”. Secondo la definizione dell’ISSM (International Society for Sexual Medicine), l’eiaculazione precoce è una disfunzione sessuale maschile caratterizzata da un’eiaculazione che si verifica ancor prima, o entro un minuto, dalla penetrazione vaginale, oppure rappresenta genericamente l’incapacità di ritardare a piacimento l’eiaculazione in gran parte dei rapporti2.

Questa definizione però, come già abbiamo detto, non può contemplare tutte le sfumature cliniche dell’eiaculazione precoce, le quali richiedono un approccio terapeutico su misura delle esigenze del paziente. È infatti inutile negare che questa sia un disturbo chiaro a tutti, ma contemporaneamente assai complesso da definire nei termini più giusti, in altre parole, è molto chiaro il modo in cui si manifesta l'eiaculazione precoce, ma non risulta così immediato e oggettivo il momento esatto in cui si può considerare la precocità eiaculatoria.

È possibile distinguere l’EP in “primaria” e “secondaria”:
  • Eiaculazione precoce primaria: ha una base genetica, è sempre stata presente fin dall’inizio dell’attività sessuale dell’individuo. Se il problema non viene correttamente affrontato la situazione può stabilizzarsi e durare per anni o anche per tutta la vita. In questo caso l'eiaculazione precoce si definisce “life-long” .
  • Eiaculazione precoce secondaria: compare nel corso della vita del paziente dopo un periodo di assoluta normalità, dopo molti anni di tempi eiaculatori del tutto normali e soddisfacenti. In questi casi spesso l'origine del problema va ricercato nella perdita di fiducia, a livello conscio o inconscio, nella propria capacità di mantenere l’erezione per tutta la durata del rapporto sessuale.
In funzione della situazione in cui il disturbo compare, si distingue poi l'eiaculazione precoce “situazionale”, che sopraggiunge in relazione alla partner e  in base alla situazione che s'instaura tra uomo e donna, e l'eiaculazione precoce “generalizzata”, che si presenta ogniqualvolta si crea una situazione d'intimità con la partner.

Le cause possono essere di tipo psicologico ed emotivo e riguardare le dinamiche interne della coppia o, in casi più rari, essere determinate da fattori fisici come l'ipertiroidismo, ipersensibilità dell'apparato genitale maschile o infiammazioni come prostatite e vescicolite.

La diagnosi dev'essere mirata alla tipologia di eiaculazione precoce. Ad esempio, nel caso dell’eiaculazione precoce di tipo primario, la diagnosi è abbastanza immediata e sarà dovere dello specialista istruire il paziente ad avere una maggior padronanza del proprio corpo, ritardando il più possibile il famigerato “punto di non ritorno”. L'eiaculazione precoce secondaria, invece, risulta più complessa poiché richiede un'attenta analisi psicologica del soggetto. In questo caso, l'approccio multidisciplinare risulta imprescindibile. Ma le vere difficoltà nella diagnosi sono causate dalla difficoltà dei pazienti a parlare della propria condizione, e questo porta a sottostimare la diffusione del problema, perché riluttanti ad ammetterla, discuterla o parlarne al medico. Al contrario, incoraggiamo a parlarne senza imbarazzo, senza vergogna, senza inutili e insensati sensi di colpa, a parlarne anche con la propria partner e dunque rivolgersi ad un medico.

Il trattamento dell'eiaculazione precoce si basa di solito su diverse strategie, combinate a seconda delle caratteristiche del singolo paziente. Vasto utilizzo hanno le creme e i preservativi cosiddetti “ritardanti”, a base di sostanze anestetiche, che riducono l'intensità delle sensazioni a livello del glande. Il grosso limite di queste terapie è che è difficile dosare correttamente l'attività anestetica, e spesso l'allungamento dei tempi eiaculatori si paga in termini di perdita di piacere o anche diminuzione della validità dell'erezione.

La terapia cognitivo-comportamentale è invece uno degli approcci più utilizzati per il trattamento dei disturbi sessuali, anche per l’eiaculazione precoce. La terapia riabilitativa sessuologica è utile per monitorare non solo l'ansia, ma anche e soprattutto le percezioni corporee, quelle sensazioni fisiche utili a controllare l'eiaculazione, uno psicologo specializzato in problemi della sessuologia può suggerire varie modalità per migliorare gradualmente il problema, frequentemente coinvolgendo anche il partner nell'iter terapeutico.

Infine, la terapia farmacologica rappresenta la forma di terapia più impiegata, ma tutt’ora anche la più discussa. Ad oggi sono pochissimi i farmaci approvati per la terapia dell’eiaculazione precoce primaria o secondaria. Il problema principale del trattamento farmacologico è che l'efficacia è limitata alle ore successive all'assunzione della compressa, e quindi da sola questa terapia non è in grado di risolvere in maniera definitiva il problema.

Non esiste, in conclusione, una terapia unica per tutti i pazienti: per curare questo disturbo è necessario adottare varie soluzioni combinate in una strategia  che deve essere pensata come un abito tagliato su misura per ogni singolo paziente. Affidarsi ad uno specialista esperto è quindi di fondamentale importanza per risolvere un problema che, se non adeguatamente affrontato, può portare con il tempo a una progressiva perdita di qualità del rapporto sessuale, a una diminuzione di sicurezza e autostima, fino al deterioramento del rapporto di coppia o alla difficoltà di incominciarne uno nuovo.
 

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  1. Società Italiana di Andrologia (SIA) http://www.prevenzioneandrologica.it/
  2. International Society for Sexual Medicine (ISSM) https://www.issm.info/sexual-health-conditions/premature-ejaculation/
Revisione medica a cura di: Prof. Sergio Leoni

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