Emorroidi, fistole e ragadi anali: differenze e trattamenti

emorroidi e fistole cotignola e forli
Emorroidi, fistole e ragadi anali sono tra le patologie più comuni in ambito proctologico. Si tratta di disturbi dolorosi, che possono inficiare la qualità della vita del paziente.
Tuttavia, tra le tre patologie ci sono delle differenze nette, che si riverberano anche nel piano di trattamento farmacologico e chirurgico.
Le delinea il dott. Pietro Muselli, medico chirurgo colonproctologico, parte del team di Proctologia di Maria Cecilia Hospital (Cotignola) e Primus Forlì Medical Center.

Che cos’è la patologia emorroidaria e come si manifesta?

La patologia emorroidaria è una condizione molto frequente nella popolazione, anche se vi è ancora un forte imbarazzo da parte dei pazienti a parlarne e questo spesso porta ad arrivare in ritardo alla diagnosi.
Le emorroidi sono morbidi cuscinetti di tessuto collocati al di sotto della mucosa del canale anale e sono fortemente irrorate dai vasi sanguigni. Hanno un ruolo chiave per la funzione della continenza fecale.
La patologia emorroidaria rappresenta uno stato di infiammazione delle emorroidi. Le cause possono essere varie: come la genetica, l’alimentazione, lo stile di vita, la stitichezza ecc.
La patologia provoca dolore, bruciore, prurito, prolasso delle emorroidi e in alcuni casi la presenza di residui di feci in sede perianale.

Come si diagnostica e come si tratta?

La diagnosi si fa con una visita proctologica con anoscopia. 
La terapia dipende dal grado di evoluzione della patologia. C’è una terapia conservativa, che consiste in una dieta per favorire la regolarità intestinale, attività fisica e accurata igiene anale con acqua tiepida (non si applica il ghiaccio come fanno molti pazienti per alleviare il dolore).
La terapia medica invece prevede l’uso di integratori, di pomate topiche per alleviare i sintomi e - quando è necessario - di farmaci antinfiammatori e FANS.
Infine, c’è la chirurgia, che può essere condotta con varie tecniche a seconda del quadro del paziente. In genere gli interventi si svolgono in day hospital o con una sola notte di ricovero e poi il paziente viene dimesso.

Qual è la differenza con le ragadi anali?

La ragade anale è una ferita che si sviluppa sul bordo dello sfintere anali. Si manifesta all’inizio con prurito e sanguinamento, ma quando la patologia diventa cronica provoca dolore crescente, soprattutto dopo la defecazione. La causa probabilmente è da ricercare nella stitichezza e nell’espulsione di feci dure. Tuttavia, per evitare il dolore i pazienti tendono a rimandare la defecazione, andando in realtà a peggiorare il quadro.

Qual è il trattamento più indicato?

A differenza delle fistole, se la ragade anale è presa precocemente è molto probabile guarire semplicemente con la terapia medica a base di creme emollienti locali e una dieta ricca di fibre e liquidi o, in alcuni casi, con l’applicazione di dilatatori anali.

Se la terapia medica e l’alimentazione non sono risolutive, si ricorre alla chirurgia per rimuovere la ragade e ricostruire il tessuto mucoso e cutaneo escisso. 

Siccome il dolore indotto dalla ragade induce molti pazienti ad adottare un riflesso di contrazione dello sfintere, è probabile che alla ragade si associ un ipertono dello sfintere anale. Anche questo può essere risolto chirurgicamente con una sfinterotomia laterale minima, usata di solito quando l’ipertono si cronicizza.

Quali sono le caratteristiche per riconoscere le fistole perianali?

Le fistole perianali sono dei “fori” che mettono in comunicazione la cute perianale con l’interno del canale anale, provocando infezioni. Non è ancora chiaro il meccanismo che causa la fistola perianale: probabilmente dipende da un’infiammazione delle ghiandole del canale anale che provoca un ascesso che suppura attraverso la cute causando la fistola. In effetti, il sintomo principale è il dolore che diventa sempre più forte. C’è poi una manifestazione patologica tipica delle infezioni: pus, suppurazione di materiale dal canale interno, sangue e molto spesso i pazienti hanno febbre alta.
Non vanno confuse quindi con le fistole coccigee che si sviluppano all’altezza dell’osso sacro, e che sono sacche purulente che spesso racchiudono peli rimasti sottopelle che generano un’infezione.

Come si curano le fistole perianali?

La fistola perianale non regredisce da sola o con i farmaci, nella stragrande maggioranza dei casi. Per questo è quasi sempre necessario l’intervento chirurgico.
Oggi esistono diverse tecniche che possono essere utilizzate e si stanno prediligendo sempre di più le tecniche mininvasive, per non intaccare la funzionalità dei muscoli dello sfintere anale. Questo approccio riduce il rischio di complicanze post-operatorie. 
Inoltre, si sta ricorrendo anche all’uso di specifici materiali biologici per riempire e guarire la fistola: è un’opzione che dà al paziente il maggiore comfort possibile.
 
Per maggiori informazioni o prenotare una visita chiama
Primus Forlì Medical Center > 0543 804311 o scrivi 
Maria Cecilia Hospital > 0545 217111 o scrivi 
Revisione medica a cura di: Dott. Pietro Muselli

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