Salus Hospital / 12 giugno 2019

Gambe gonfie in gravidanza, cosa c’è da sapere?

Gambe gonfie in gravidanza, cosa c’è da sapere?
Le gambe in gravidanza, soprattutto verso gli ultimi due mesi, possono diventare più pesanti e gonfie sotto la pressione della pancia, un fastidio che talvolta può arrivare ad interessare anche i piedi ed essere accompagnato da altri sintomi come dolore, formicolii e sensazione di avere gli arti “addormentati”. Ma come far fronte al problema?
Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Elena Righi, specialista in Chirurgia Generale e chirurgo vascolare presso il Salus Hospital di Reggio Emilia.


Dottoressa Righi, le gambe in gravidanza si gonfiano di più?

Si, le gambe in gravidanza si gonfiano di più in quanto si innesca una cascata di meccanismi conseguenti all’alterazione dell’equilibrio ormonale. Fin dai primi mesi, si verifica una certa imbibizione - assorbimento di un liquido - da parte dei tessuti dovuta a fattori ormonali, biochimici e vascolari.
 
Quali sono le ragioni del gonfiore?

Principalmente, le cause scatenanti sono l’aumento di peso, l’aumento - di circa il 20% - del volume ematico, l’ingrandimento delle dimensioni dell’utero con conseguente compressione della vena cava e delle vene iliache che portano a un rallentamento del ritorno venoso negli arti inferiori (stasi venosa) ed edema (gonfiore) degli arti inferiori. Inoltre, anche l’effetto vasodilatatore del progesterone e degli estrogeni determinano stasi venosa, contribuendo a creare ritenzione idrica, con accumulo di liquidi negli arti inferiori.

Il gonfiore agli arti inferiori può anche non essere solo conseguenza diretta dei cambiamenti che fisiologicamente avvengono in gravidanza, ma anche dovuto a patologie che la gravidanza può scatenare o già presenti ma silenti, e che vengono evidenziate in questo delicato momento della vita di una donna:
  • Vene varicose: è importante valutare se si ha familiarità per insufficienza venosa. Le vene varicose della gravidanza producono un rischio fino a 5 volte maggiore di sviluppare una trombosi. Dopo il parto possono anche scomparire, ma quando rimangono suggerisco di rivolgersi ad uno specialista chirurgo vascolare che saprà senz’altro dare adeguati consigli sulla terapia, anche chirurgica. Mi capita di assistere pazienti che durante la gravidanza sviluppano varici pelviche, le quali provocano una sintomatologia molto fastidiosa e dolorosa ed erroneamente possono essere scambiate per le varici “classiche” di derivazione safenica, in quanto decorrono sulla coscia e gamba, ma prevedono una terapia totalmente differente.
 
  • La formazione di trombi (trombosi): in gravidanza può essere causata da alterazioni del normale flusso sanguigno negli arti inferiori, quindi la stasi venosa, il più difficile ritorno venoso da parte dell’utero in accrescimento. Il rischio di trombosi può aumentare anche a causa delle alterazioni della coagulazione del sangue in gravidanza (trombofilia), che può portare alla formazione di coaguli nelle arterie o nelle vene.
 
  • L’ipertensione arteriosa: è il disturbo cardiovascolare che complica una gravidanza nel 15% dei casi. Quando è gestazionale,  cioè indotta dalla gravidanza, è definita “pre-eclampsia”, ed è associata anche ad alterazione della funzionalità renale (con aumento del tasso di proteine nelle urine), scarsa perfusione degli organi e insufficienza placentare. Si manifesta dopo la 20° settimana e si risolve dopo poco più di un mese dal parto.
 
  • Il sovraccarico cardiaco: a causa delle sollecitazioni emodinamiche che la gravidanza ha sul cuore, si può determinare un transitorio aumento del vizio valvolare che in genere torna nelle condizioni presenti prima della gravidanza.
 
  • Alterazioni della funzionalità tiroidea come l’ipertiroidismo può talora determinare edema a livello delle caviglie, lateralmente.
 
La stagione conta?

Certamente, come ormai tutti sanno in estate con il forte calore vi è normalmente una vasodilatazione, ulteriormente peggiorata in gravidanza dai fattori ormonali. Inoltre, in estate cambiano le abitudini, spesso si abbandonano le calze elastiche a causa dell’innalzamento delle temperature e inevitabilmente gli arti inferiori si gonfiano.
 
Gli accorgimenti da adottare per alleggerirle?

Il mio principale consiglio è l’utilizzo della contenzione elastica con calze di classe 1, quando la gravidanza procede regolarmente e il gonfiore agli arti inferiori è presente ma lieve, o classe 2 se il gonfiore è molto importante. E’ inoltre evitare l’ortostatismo prolungato, fare camminate e idratarsi adeguatamente durante tutta la giornata.
 
Se le gambe continuano a gonfiarsi anche dopo la gravidanza è opportuno andare da uno specialista?

E’ sempre opportuno valutare se il gonfiore è improvviso o progressivo: nel primo caso è sempre bene rivolgersi al medico. E’ inoltre opportuno valutare se dopo il parto il gonfiore persiste, perché generalmente dovrebbe ridursi o scomparire del tutto, in caso contrario è bene rivolgersi al medico.


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