San Pier Damiano Hospital / 06 novembre 2020

L’utilizzo del laser nel trattamento dei problemi urologici

L’utilizzo del laser nel trattamento dei problemi urologici
Le nuove tecniche di diagnosi e di intervento hanno un ruolo essenziale nell’evoluzione della medicina, soprattutto se studiate, messe in pratica e perfezionate da specialisti esperti. Presso l’Unità di Urologia dell’ospedale San Pier Damiano Hospital di Faenza l’équipe guidata dal Dott. Carlo Saltutti porta avanti metodiche d’avanguardia nella prevenzione, diagnosi e cura delle patologie urologiche. Sono infatti diverse le patologie maligne e benigne che possono colpire prostata, uretra, vescica e genitali maschili. I pazienti over 50 soffrono soprattutto di quelle benigne come ipertrofia prostatica, infezioni e calcolosi urinarie, impotenza e infertilità. Ma bisogna tenere debito conto delle diagnosi di tumore che interessano questa area del corpo: in Italia e nei Paesi più industrializzati sono infatti fra le più frequenti. Fra le tecniche innovative in cui la squadra del Dott. Saltutti è specializzata c’è il trattamento mininvasivo al laser, che nelle sue varie declinazioni offre ottime soluzioni in molti ambiti. 

I laser a olmio e tullio: alcuni comuni campi di applicazione

I laser a olmio e tullio prendono il nome dagli elementi chimici alla base delle rispettive tecnologie e presentano molti vantaggi, oltre a risultati di alto livello: riducono le problematiche post-operatorie e permettono al paziente di riprendere le proprie attività quotidiane nel minor tempo possibile. Grazie alle loro caratteristiche, possono essere utilizzati alternativamente nel trattamento di alcune patologie urologiche. L’utilizzo del laser a olmio o del laser al tullio porta a un numero minore di recidive della condilomatosi genito-urinaria, condizione benigna che nel 90% dei casi trova però la propria origine nell’infezione da papilloma virus. La sclerosi del collo vescicale, causata dalla perdita di elasticità del tratto cervico uretrale, può essere affrontata in due modi: con il laser a olmio a bassa potenza si effettua un’incisione se l’obiettivo è semplicemente la disostruzione del collo, con il laser al tullio si ottiene una vaporizzazione del tessuto simile all’incisione. Un’eccellente percentuale di completa guarigione si ha con entrambi questi tipi di laser nel trattamento di tumori superficiali e lesioni precancerose del pene (come ad esempio l’eritroplasia di Queyrat), su cui si interviene sempre con potenze minime. 

In quali interventi si predilige il laser a olmio

Questa tecnica endoscopica si è già affermata soprattutto nell’enucleazione, ovvero nell’asportazione completa, di adenomi prostatici. Ma sono numerose le patologie su cui si può intervenire con il laser a olmio. Fra queste, la stenosi (restringimento) dell’uretra: l’incisione con questo tipo di laser non provoca praticamente alcun sanguinamento e migliora il picco massimo di flusso urinario. È inoltre possibile eseguire un’incisione con laser a olmio a bassa potenza per operare una disostruzione in caso di sclerosi del collo vescicale, o utilizzarlo in caso di calcolosi urinaria. È indicato con questo tipo di laser anche il trattamento delle recidive della stenosi del giunto pielo ureterale, una patologia congenita che impedisce il corretto passaggio dell’urina dal rene all’uretere.  Caso particolare è quello dell’adenoma prostatico o ipertrofia (o iperplasia) prostatica benigna. Oggi le tecniche di resezione prostatica sono principalmente tre: la laser-enucleazione, la laser-vaporizzazione e la laser-vapoenucleazione. Già da alcuni anni, la laser-enucleazione per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna prevede l’uso del laser ad olmio a 100 watt di potenza, ma sono state studiate tecniche ancora più avanzate. 

Il laser al tullio: un trattamento d’avanguardia

La recente innovazione tecnologica del laser al tullio ad alta potenza (fino a 200 watt) consente di affrontare ancora più efficacemente patologie come i tumori superficiali della vescica, alla cui enucleazione si può procedere in tutta sicurezza. Grazie all’asportazione in blocco dell’intera neoplasia, è possibile  analizzare in modo molto più approfondito la lesione e le sue caratteristiche di penetrazione. Ma il laser al tullio si rivela particolarmente prezioso proprio nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna. Il Dott. Saltutti ha perfezionato le tecniche di utilizzo del laser al tullio, che consente una maggiore precisione nell’incisione e una pronta coagulazione del tessuto prostatico. Rispetto al laser a olmio, questo tipo di laser rende ancora più rapida e facile l’enucleazione dell’adenoma prostatico. La laser-vaporizzazione concentra un’alta quantità di energia sul tessuto prostatico ostruente, attraverso una conformazione particolare della punta della fibra laser: questa non ha alcun contatto diretto col tessuto, che può essere vaporizzato velocemente e con una coagulazione minima. La vapoenucleazione con laser al tullio ad alta potenza consiste nell’effettuare piccole enucleazioni di tessuto prostatico, per far sì che questi piccoli frammenti possano poi essere evacuati attraverso il lume della vescica. I tempi di cateterizzazione e di ospedalizzazione vengono quasi dimezzati, il sanguinamento post-intervento è molto ridotto (anche per i soggetti cardiopatici che assumono anticoagulanti) e i rischi di infezione sono minori rispetto a quelli legati a tecniche più tradizionali. E i numerosi vantaggi del laser al tullio possono ulteriormente evolversi in futuro: sono in fase preliminare le applicazioni nell’enucleazione dei tumori del rene.

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Revisione medica a cura di: Dott. Carlo Saltutti

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