Papillomavirus: proteggersi si può, con il vaccino e il test di screening

Papillomavirus: proteggersi si può, con il vaccino e il test di screening
II papillomavirus o HPV (Human Papilloma Virus) sono una famiglia di virus che comprende moltissimi sottotipi. Si tratta di virus molto diffusi che, nella maggior parte dei casi, causano patologie benigne; in alcuni casi, però, possono causare lesioni a livello delle mucose orali e genitali che, nel tempo, possono dare origine a tumori. Il più conosciuto è il tumore del collo dell’utero (o della cervice uterina), ma i papillomavirus sono stati associati anche a tumori dell’ano, del pene, della bocca e della laringe.
Per limitare la diffusione di questi virus a trasmissione sessuale e ridurre l’incidenza dei tumori ad essi associati oggi abbiamo a disposizione due strumenti molto efficaci: il vaccino anti-HPV e il test diagnostico HPV-test. 

In questa intervista il Dott. Andrea Amadori, ginecologo di Primus Forlì Medical Center  e a Faenza a San Pier Damiano Hospital, ci spiega i vantaggi della vaccinazione e dello screening per il papillomavirus.

Come funziona il vaccino HPV?

Il vaccino anti-HPV è tra i vaccini più diffusi al mondo ed è molto sicuro: chi viene vaccinato, infatti, non entra in contatto con il materiale genetico del virus ma solo con alcune componenti dell’involucro virale, che stimolano il sistema immunitario ma non possono in alcun modo dare origine alla malattia. Il vaccino, in particolare, protegge da tutti i principali sottotipi di HPV che sono associati a un maggiore rischio di trasformazione tumorale delle cellule infettate: il vaccino anti-HPV è quindi un importante strumento nella prevenzione dei tumori delle mucose orali e genitali associati al papillomavirus. 
Dopo aver eseguito le dosi raccomandate, il vaccino anti-HPV garantisce una protezione permanente che dura per tutta la vita, senza bisogno di ulteriori richiami. 

Per chi è disponibile il vaccino anti-HPV?

Attualmente il vaccino anti-HPV è disponibile gratuitamente a partire dal 12° anno di vita: l’obiettivo è quello di proteggere in età prepubere (prima dell'inizio dell’attività sessuale) sia la popolazione femminile sia quella maschile.
Il vaccino anti-HPV è disponibile (a pagamento) anche per la fascia di età adulta: i benefici vanno valutati con il proprio medico, ma la tendenza generale è quella di favorire la diffusione del vaccino anche in persone adulte che hanno già avuto rapporti sessuali o che hanno avuto in precedenza delle positività per il virus HPV. Il vaccino aumenta infatti le capacità di difesa del sistema immunitario nei confronti di questo virus a prescindere dall’età.

In che cosa consiste il test dell’HPV?

L’HPV-test viene generalmente eseguito sulla donna mediante un semplice tampone vaginale, su cui vengono poi eseguiti test di laboratorio per verificare la presenza del materiale genetico del papillomavirus. In particolare, il test va a valutare la presenza dei ceppi virali più a rischio, cioè dei sottotipi di HPV che hanno una percentuale significativa di dare origine a lesioni tumorale. 

Che cosa fare se il test dell’HPV è positivo?

Il problema principale non è la presenza del virus, ma la sua permanenza per lunghi periodi di tempo nel corpo di chi lo ospita, perché questo aumenta il rischio di formazione di lesioni che possono poi degenerare in un tumore. Spiega il Dott. Amadori: «Questi eventi avvengono con una cronologia temporale molto dilatata che ci permette di avere tutto il tempo necessario per identificare i soggetti a rischio, capire quali tipi di lesioni sono presenti e quale evoluzione avranno; in questo modo possiamo trattare solo le lesioni che richiedono attenzione particolare dal punto di vista clinico». 

La positività al test non significa avere la patologia, ma identifica una situazione che va monitorata nel tempo con l’aiuto dello specialista. Se il test è positivo, viene eseguita un’indagine anche sulle cellule raccolte con il tampone, per verificare la presenza di alterazioni cellulari. Sulla base dell’esito di questi due referti, lo specialista può poi consigliare i passaggi successivi di follow-up e gli esami di approfondimento da eseguire sulla persona positiva e sul partner. 
Poiché si tratta di un’infezione trasmessa per via sessuale, in caso di positività è importante coinvolgere nello screening e nel monitoraggio i partner: l’HPV è stato infatti associato a tumori a livello di tutte le mucose (vaginale, anale e orale) che posso entrare in gioco nei rapporti sessuali e che riguardano sia la popolazione femminile sia quella maschile. 

Che cosa significa avere un HPV-test positivo?

La positività all’HPV-test può a volte scatenare dubbi e domande, sia a livello personale sia a livello di coppia. Il Dott. Amadori ha sottolineato quanto sia importante considerare il test HPV per quello che è: «Non bisogna considerare il test HPV come un esame per identificare malattie trasmesse a causa di atteggiamenti sbagliati nell’attività sessuale. Si tratta esclusivamente di un test oncologico che indica se una persona è più o meno a rischio di sviluppare una malattia oncologica del collo dell’utero, a prescindere da quello che è la vita sessuale della compagna o del compagno». L’infezione da HPV è infatti molto comune e la positività non è legata a rapporti promiscui, come può invece avvenire nel caso di altre malattie sessualmente trasmissibili. 

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Revisione medica a cura di: Dott. Andrea Amadori

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