Pasto consapevole: quando cambia lo stile di vita

Data ultimo aggiornamento: 03 giugno 2022
pasto
In caso di sovrappeso e obesità, cambiare abitudini alimentari è uno degli elementi importanti del percorso verso il calo ponderale. Questo significa agire non solo su cosa si mangia e quindi su cosa si acquista, sui metodi di cottura e sui condimenti, ma anche su come si mangia

Non tutti i modi con cui ci si approccia al pasto e alla tavola sono uguali: in alcuni casi, infatti, si rischia di non rendersi nemmeno conto di aver mangiato. Quante volte dopo un’insalata consumata al volo davanti al pc in ufficio ci sembra di non avere neanche pranzato? Quanti spuntini e merende fuori programma si consumano per attacchi di fame, poco tempo dopo il pasto principale?

La consapevolezza delle nostre azioni è alla base del cambiamento: non basta sapere cosa va fatto per cambiare ma anche e soprattutto come va fatto. Il pasto consapevole è un modo di “mettersi a tavola” che implica prendersi cura di se stessi, migliorando così il proprio stato di salute. 

Ne parliamo con Sandra Catarsi, dietista del Percorso di cura della grave obesità di Iclas (Rapallo), attiva anche nell'Ambulatorio per la valutazione per la Chirurgia bariatrica di Villa Serena (Genova).

Il pasto consapevole come attività piacevole

Innanzitutto, è importante sottolineare che si tratta di un’attività che deve essere affrontata con positività, non in modo stressante. È anche un cambiamento di abitudini, di mind set: è di fatto un nuovo stile di vita che quindi necessita di un processo di apprendimento, possibile solo se impieghiamo dedizione e autodeterminazione in ogni singolo passo di questo cammino. 

Cos’è il pasto consapevole? È un tempo dedicato esclusivamente al consumo del pasto - senza altre distrazioni, senza cellulare né TV o computer – che avviene in modo lento, piacevole e rilassante. Il pasto acquisisce quindi uno spazio proprio: non è un tempo rubato ad altro, un ritaglio tra due attività diverse, consumato rapidamente e senza attenzione, pensando ad altri impegni, magari addirittura in piedi. 

Tempo per sé, tempo di cura 

Per poter mangiare in consapevolezza è quindi fondamentale prendersi una pausa di venti-trenta minuti, apparecchiare la tavola, sedersi. Il cibo deve essere gradevole alla vista, sano, buono da gustare mentre sono da evitare cibi ripetitivi e monotoni. Il pasto consapevole prevede piccoli bocconi, masticati lentamente in modo da concentrarsi sul cibo e sul suo viaggio dal palato – dove si sperimentano sensazioni legate al gusto – allo stomaco. Il cibo non si ingurgita né divora, ma si assapora: che sapore ha? Che colore e che odore percepiamo?

Gli effetti del pasto consapevole 

Quando si conclude un pasto consapevole, ci si sente soddisfatti, appagati e sazi e questo ha due benefici: si può riprendere le proprie attività con maggior concentrazione e vitalità e si evita il consumo di cibi consolatori tra un pasto e l’altro. Quando si mangia senza consapevolezza di ciò che si sta facendo, la persona si sente appesantita, insoddisfatta, a volte addirittura in colpa: si tenderà più facilmente a lasciarsi andare ai fuori pasto e le attività da svolgere sembreranno pesanti e faticose. 

Un percorso fatto di impegno, determinazione e soddisfazione 

Il pasto consapevole richiede certamente concentrazione e un percorso di acquisizione di una nuova abitudine da parte del paziente, che deve scardinare le abitudini che non sono salutari.  Per questo è importante seguire un percorso passo a passo con il proprio nutrizionista o team multidisciplinare, senza farsi scoraggiare dai momenti no, dalle cadute e dall’impegno che tutto il processo per il calo ponderale porta con sé, sapendo che dietro a tutto questo ci saranno soddisfazione, benessere e salute sia fisica sia psicologica.
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Iclas
Villa Serena
Revisione medica a cura di: Dott.ssa Sandra Catarsi

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