Salus Hospital / 29 gennaio 2021

Pollinosi e allergie aperiodiche: cosa sono e come combatterle

Pollinosi e allergie aperiodiche: cosa sono e come combatterle
Le allergie sono una reazione del corpo ad alcune sostanze esterne che vengono inalate o entrano in contatto con occhi e mucose dando origine ad un’alterata risposta del sistema immunitario alle stesse. Quando gli allergeni all’origine del disturbo sono i pollini delle piante in fioritura, il disturbo è stagionale. Quando invece gli allergeni sono presenti nella vita quotidiana (acari da polvere, piume, pelo animale) il disturbo si cronicizza.
Il dott. Giuseppe Albertini, specialista in Allergologia e Dermatologia al Salus Hospital di Reggio Emilia, spiega differenze, sintomi e cure per le pollinosi e per le allergie aperiodiche.
 
La pollinosi è una patologia a carico dell’apparato respiratorio determinata dai pollini di piante anemofile, ovvero quelle piante che affidano l’impollinazione al vento. Le principali manifestazioni di pollinosi si hanno a carico di occhi con la congiuntivite, del naso con la rinite, quando si manifestano congiuntamente si parla di oculorinite, e anche a carico delle prime vie bronchiali con l’asma bronchiale.

I sintomi di una pollinosi in atto sono caratterizzati principalmente da prurito agli occhi con arrossamento, da sintomi a carico del naso con starnutazioni e secrezione limpida (idrorrea nasale). Inoltre si riscontra un respiro faticoso, a causa della difficoltà a respirare data dal naso chiuso, anosmia, ovvero difficoltà a sentire profumi, tosse con manifestazioni di broncospasmo e dismea, cioè la difficoltà a respirare. L’asma bronchiale tipica delle pollinosi è determinata da una tendenza allo spasmo della muscolatura bronchiale e dalla secrezione mucosa all’interno dei bronchi.

Le pollinosi si possono scatenare in vari periodi dell’anno a seconda dei pollini che vengono interessati.
Ad esempio, in Pianura Padana c’è una grande concentrazione di graminacee, di cui fanno parte piante e specie erbacee che crescono anche in prossimità di strade e centri abitati. Queste provocano allergie nei periodi di fioritura, in particolare sia in primavera che in estate, con picchi tra aprile e giugno.

Durante altre stagioni, le pollinosi sono determinate da famiglie diverse di alberi. Nei primi mesi dell’anno ad esempio si scatenano le allergie legate al polline di cipressi e betulle, nei mesi estivi invece, abbiamo l’ambrosia, il tarassaco e l’erba vetriola (parietaria), dall’aspetto cespuglioso con pollini molto fini.

Una sintomatologia analoga a quella dei pollini è data dai micofiti, ovvero i funghi. La principale patologia determinata dall’allergia dei micofiti è l’alternaria: dall’estate all’autunno, periodo in cui si ha la massima concentrazione di spore nell’aria, si presenta come una specie di polvere su frutta, come pomodori, e verdura e può dare origine a reazioni allergiche molto simili alla pollinosi.
 
Con allergia aperiodica si intendono tutte quelle allergie che non sono stagionali. La sintomatologia è analoga alle pollinosi ma le reazioni allergiche si possono manifestare in qualunque periodo dell’anno. Non si tratta dunque di pollinosi - anche se queste, in alcune regioni, danno manifestazioni tutto l’anno - ma si tratta di patologie dovute ad altri tipi di allergeni, come acari della polvere di casa, peli e forfore di animali.

Solitamente le allergie stagionali vengono scatenate da fattori che si trovano all’aperto, mentre le allergie aperiodiche trovano le cause d’origine all’interno delle mura domestiche. Le principali patologie legate alle allergie aperiodiche sono l’oculorinite, a carico di occhi e naso, e l’asma.

Le cause che portano allo sviluppo di un’allergia sono sia di tipo genetico, sia dovute a condizioni di tipo ambientale. Nel primo caso, ad esempio, se i genitori sono allergici la probabilità di sviluppare la medesima allergia è superiore. Per quanto riguarda i fattori ambientali, l’esposizione eccessiva a questo tipo di allergeni, come svolgere un’attività all’aperto, può facilitare questo tipo di manifestazione allergica.
Vi è infine l’ipotesi per cui, in genere, l’eccesso di terapie può fare sì che un paziente sia meno soggetto ad alcune patologie di tipo infettivo ma più propenso allo sviluppo di allergie.
 
La profilassi per curare le due tipologie di allergia è del tutto differente. Infatti, per le allergie stagionali, spesso è sufficiente che chi ne è affetto cambi ambiente e ottenga un beneficio. Per le allergie perenni invece il discorso cambia. Se l’allergia è legata ad animali la profilassi richiede di evitare gli animali stessi che la provocano, se è dovuta alle polveri è necessario rimuovere le principali fonti di polvere (come tendaggi, grandi librerie). L’allergia agli acari è in genere presente quasi ovunque, tranne in montagna sopra i 1000 metri.

Per curare un’allergia è importante fare prima fare una diagnosi corretta seguendo un iter diagnostico che parte dalla storia clinica del paziente, dalla sua anamnesi. Si procede poi con i test cutanei, il più conosciuto è il prick test, si possono svolgere anche test sierologici come ad esempio il dosaggio delle immunoglobine IgE o il test RAST, esami eseguiti in tutti i laboratori di analisi. L’insieme di questi dati permette di stabilire nello specifico l’allergia che affligge il paziente e quindi quali sono le cure migliori e più indicate per lo stesso. L’allergologo deve anche tenere in considerazione diverse condizioni, considerando anche possibili problematiche concomitanti legate ad insetti, eczemi e orticaria.

Una volta individuato l’allergene che provoca le reazioni nel paziente, si può intraprendere la cura tramite vaccini: si tratta di un’immunoterapia specifica che consiste nel somministrare una terapia per via orale o per iniezione, studiata ad hoc sul paziente. In genere, tra 3-5 anni di cura i sintomi si riducono notevolmente. Per quanto riguarda le cure farmacologiche, queste possono essere somministrate per bocca con antistaminici o pillole a base di cortisone, altrimenti localmente per gli occhi tramite colliri, per via nasale con spray nasale a base di prodotti cortisonici, per i bronchi con i bronco dilatatori o i cortisonici.
 
 
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Revisione medica a cura di: Dott. Giuseppe Albertini

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