Ricostruzione del legamento crociato anteriore: la fisioterapia nel percorso di riabilitazione

Ricostruzione del legamento crociato anteriore: la fisioterapia nel percorso di riabilitazione
Il legamento crociato anteriore (LCA), insieme al menisco, è uno degli elementi più fragili dell’articolazione del ginocchio e, per questo, particolarmente soggetto a lesione o rottura. Tra le principali cause della rottura del legamento crociato ci sono i traumi, come una caduta, una distorsione, un cambio di rotazione improvviso della gamba, oppure un’usura dovuta a sollecitazioni continue dell’articolazione, come può capitare spesso negli sportivi. La rottura del LCA è, infatti, uno degli infortuni traumatici più frequenti in chi pratica discipline con contatto fisico (calciatori, giocatori di pallacanestro, di pallavolo, di rugby e sciatori).

La fisioterapia, prima e dopo l’intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore, è una pratica fondamentale per il recupero ottimale dell’articolazione. Ne abbiamo parlato con i fisioterapisti dell’Unità Operativa Riabilitativa Funzionale di Villa Lucia Hospital a Conversano (BA).

Sintomi e diagnosi della rottura del legamento crociato anteriore

In caso di sospetta lesione, è necessario sottoporsi il prima possibile a una visita specialistica. I sintomi sono evidenti: il paziente avverte, in fase di rottura, uno “schiocco” a livello articolare e, successivamente, dolore intenso, gonfiore, difficoltà a deambulare, instabilità del ginocchio.

L’ortopedico può avvalersi di esami diagnostici come RX e risonanza magnetica per una valutazione e per indirizzare il paziente ai diversi trattamenti possibili: ginocchiera protettiva, ginocchiera di immobilizzazione o intervento chirurgico di ricostruzione, l’opzione più frequente.

La fisioterapia pre-intervento

In fase di diagnosi, lo specialista può prescrivere delle sedute di fisioterapia da effettuare prima e/o dopo l’intervento di ricostruzione del LCA.

Prima dell’intervento, la riabilitazione ha diversi obiettivi:
  • il recupero dell’articolarità, in quanto il gonfiore e il dolore sviluppano un senso di incertezza nella deambulazione e una limitazione funzionale dell’articolazione del paziente;
  • la preparazione del tono muscolare;
  • la preparazione psico-fisica all’intervento e alla riabilitazione post-operatoria.
Generalmente per la preparazione pre-operatoria è sufficiente un ciclo di fisioterapia (circa dieci sedute per 3 volte a settimana prima dell’intervento). La terapia è personalizzata e, in base al caso, si utilizzano:
  • applicazione del ghiaccio subito dopo l’evento traumatico, per limitare la formazione dell’ematoma, ridurre il gonfiore, attenuare il dolore ed evitare il blocco dell’articolarità;
  • esercizi attivi e passivi per il recupero dell’articolarità;
  • esercizi per il recupero del tono articolare;
  • tecar (un trattamento elettromedicale, utilizzato soprattutto in caso di traumi e patologie infiammatorie muscolo-scheletriche).

Programma di riabilitazione dopo la ricostruzione del LCA

Grazie a interventi chirurgici sempre meno invasivi, il paziente viene predisposto alla deambulazione già a partire dal giorno successivo all’intervento di ricostruzione del legamento. Il fisioterapista inizia a mostrare il training del passo e la deambulazione con l’utilizzo dei bastoni canadesi (le classiche stampelle).

Il percorso di fisioterapia è concordato insieme al chirurgo ortopedico: il lavoro di équipe è importante in un’Unità Operativa come quella di Villa Lucia Hospital, che affianca il reparto di Ortopedia e Traumatologia, dove specialisti diversi programmano e seguono insieme il percorso del paziente.

Fondamentale anche il rapporto di empatia che si instaura tra fisioterapista e paziente: il paziente deve potersi fidare del fisioterapista, ma allo stesso tempo il professionista deve essere in grado di capire quali sono gli obiettivi principali del paziente e renderlo partecipe del programma di lavoro.

Il ciclo di fisioterapia solitamente comprende 3 fasi della durata di 3 settimane ciascuna. Il paziente effettua la terapia tutti i giorni nei primi 15 giorni. Nelle successive 2-3 settimane, le sedute si svolgono 3 volte a settimana circa, per poi proseguire con 2 sedute a settimana. Generalmente, il paziente riacquista la completa autonomia in circa 40-60 giorni.

Prima fase

Mira al recupero del movimento attivo e passivo dell’articolazione del ginocchio, con particolare attenzione per l’estensione. Tra gli obiettivi, ridurre il dolore e l’edema e mantenere il tono muscolare.

Seconda fase

Ha inizio una volta recuperata la piena articolarità del ginocchio e nel momento in cui il paziente si sente più sicuro nel movimento e non ha dolori intensi. In questa fase si lavora sul rafforzamento sia dell’aspetto articolare che di quello muscolare. Si inizia anche il trattamento della cicatrice, con tecniche fisioterapiche strumentali e manuali, per evitare che diventino ipertrofica e cheloide e possa portare a conseguenze fisiche e psicologiche. Si incrementano gli esercizi di propriocezione e viene data importanza al controllo dello schema del passo, perché in questa fase del programma si eliminano tutti gli ausili per la deambulazione e si passa al carico totale. Il passo va curato nel dettaglio perché coinvolge ossa, muscoli, tendini e compensi che, se viziati da un atteggiamento scorretto, potrebbero provocare danni a postura, articolazioni e muscoli interessati.

Terza fase

Infine, si incrementa il lavoro attivo di potenziamento muscolare con esercizi aerobici e anaerobici, finalizzati al recupero specifico in base alle esigenze del paziente: per esempio, se si tratta di uno sportivo che ha bisogno di tornare a praticare la disciplina il prima possibile, si eseguono esercizi che richiamano il gesto atletico. Se il paziente non ha particolari esigenze, il potenziamento muscolare è finalizzato alla ripresa delle normali attività quotidiane, quindi lavorare, guidare l’auto, fare una passeggiata. 
 
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