Le moderne tecniche chirurgiche permettono di associare la chirurgia plastica ricostruttiva alla chirurgia oncologica con l’obiettivo di
favorire non solo il rapido recupero fisico, ma anche psico-relazionale delle pazienti.
"La ricostruzione mammaria determina il ritorno alla normalità - spiega
il dottor Pietro Berrino, chirurgo plastico ricostruttivo ed estetico che si occupa della
Chirurgia della mammella a
ICLAS di Rapallo - e per questo motivo, contestualmente all’intervento oncologico, viene pianificata anche la soluzione chirurgica post oncologica. Per quanto possibile, il percorso terapeutico ha l’obiettivo non solo di asportare la lesione tumorale, ma anche di ricostruire la mammella, per donare di nuovo quella identità femminile che può essere percepita come compromessa dal
tumore al seno. Questo passaggio è fondamentale dal punto di vista psicologico, tanto che, spesso, le pazienti arrivano a superare il trauma della diagnosi."
Le tecniche di ricostruzione post oncologica del seno
"La ricostruzione mammaria post oncologica è assolutamente personalizzata – continua il dottore – dipende dal tipo di intervento subìto, dal tipo di neoplasia, dall’età, dalla costituzione fisica e dalle esigenze delle pazienti. Non esiste un intervento migliore di un altro, bisogna individuare, caso per caso,
l’approccio ricostruttivo che dia il miglior risultato funzionale, estetico e il minor disagio alle pazienti. Per la ricostruzione del seno si possono utilizzare protesi, tessuti propri come il grasso o il tessuto addominale, o rimodellare solo la ghiandola rimasta dopo l’asportazione di un solo quadrante della mammella (quadrantectomia)."
Lipofilling o trapianto di grasso autologo
"Ci si avvale di questa tecnica, generalmente, dopo interventi di quadrantectomia - precisa il dottor Berrino - e l’intervento consiste nel prelevare cellule adipose da addome, fianchi o cosce, e iniettarlo nella zona del seno interessata. Tramite un’incisione di alcuni millimetri nella zona donatrice, si aspira il tessuto con una cannula, il tessuto adiposo prelevato e iniettato nel seno, contribuendo a donargli la forma naturale.
Impianto di protesi ed espansori
A questo approccio si ricorre quando le pazienti sono state sottoposte a mastectomia, cioè asportazione dell’intera mammella. Le protesi usate sono le stesse che vengono utilizzate in chirurgia estetica, hanno un involucro esterno in silicone e un contenuto in gel o soluzione fisiologica. Ne esistono diverse specie per forma e dimensione, come quelle a goccia, o per superficie, lisce o ruvide. Talvolta, prima dell’impianto della protesi, è necessario collocare un espansore sotto il muscolo pettorale, il dispositivo viene poi espanso con soluzione fisiologica in modo che distenda il tessuto mammario e possa accogliere la protesi.
La ricostruzione con tessuti autologhi
La ricostruzione con tessuti muscolari o muscolo cutanei è un intervento più lungo e richiede tempi di recupero più lunghi rispetto agli interventi precedenti. Si preleva tessuto e pelle, di solito dalla regione addominale, e lo si posiziona e rimodella nella zona mammaria da ricostruire.
Riprendere le proprie attività quotidiane
"I tempi di recupero - conclude il dottore - variano a seconda dell’approccio di ricostruzione. Nel caso della ricostruzione con lipofilling, dove non vi sono punti di sutura, la ripresa delle normali attività quotidiane è rapida e il tempo di guarigione completa è di circa 15 giorni.
Nel caso di intervento con protesi il tempo di guarigione completa è di 2-3 settimane ma occorre evitare sforzi con i muscoli pettorali per almeno 1 mese.
Per la ricostruzione con tessuti autologhi la ripresa deve essere più graduale, i primi giorni dopo l’intervento è richiesto riposo assoluto. Per l’attività fisica bisogna attendere almeno 3 mesi dall’intervento, avendo cura di non sollecitare i muscoli addominali e pettorali."