La stipsi, o stitichezza, è la
difficoltà di liberare l’intestino attraverso l’evacuazione, questa può essere dovuta fondamentalmente dal
rallentato transito intestinale caratterizzato da numerosi giorni senza stimolo, o dalla difficoltà espulsiva del tratto finale che determina aumentato sforzo evacuativo, dolore e defecazione incompleta eseguita in più tempi..
I trattamenti sono vari e dipendono dalla causa del disturbo. In alcuni casi selezionati, si può ricorrere alla chirurgia proctologica: ne parla il dott. Bruno Masci, chirurgo nell’
Ospedale San Carlo di Nancy.
Quali sono le cause della stitichezza?
La stitichezza può essere occasionale o cronica (quando il disturbo è persistente per mesi e si alterna a brevi periodi di relativo benessere senza risoluzione ). La stitichezza occasionale può dipendere da vari fattori modificabili sui quali è facile intervenire: scarsa idratazione, alterazione della flora batterica , assunzione di medicinali, cambiamenti nella dieta, viaggi, stress, gravidanza ecc.
Quando la stipsi è frequente e continuativa (cronica) invece è necessario indagare per capire la causa. Spesso si tratta di disfunzioni della motilità intestinale dovuta ad un rallentato transito intestinale per disturbi irritativi del colon, malattie neurologiche o metaboliche come il diabete .
Ancora, possono esserci problematiche di natura meccanica ostruttiva determinata da chiusura parziale del lume intestinale come nella malattia diverticolare o ancora più grave come nelle patologie Neoplastiche Tumorali. Ma la causa assolutamente più frequente - dice il Dr. Bruno Masci - è dovuta al prolasso del retto che crea una ostruzione parziale o totale durante la spinta evacuativa, costringendo il paziente ad utilizzare supposte o clisterini fino ad arrivare ad eseguire manovre particolari come digitazioni o svuotamenti manuali. Nella donna spesso è associato al prolasso vescicale che impediscono non solo la corretta fuoriuscita delle feci, ma anche una alterata diuresi e della continenza urinaria.
Per questo è importante andare alla ricerca della causa scatenante di una stipsi cronica.
Come prevenire la stipsi?
Sicuramente una dieta ricca di fibre (frutta, verdura, cereali, farine integrali ecc), un’idratazione sufficiente e l’attività fisica favoriscono la regolarità dell’intestino. Purtroppo, queste accortezze possono non essere sufficienti qualora la causa sia ostruttiva come nel prolasso.
Quali sono i possibili trattamenti della stipsi?
La stipsi può essere trattata farmacologicamente o para-farmacologicamente, con integratori di fibre, lassativi, clisteri ecc, a seconda della severità e della durata del disturbo. Ovviamente, quando è provocata da una specifica patologia è necessario intervenire in primis su di essa per risolvere i sintomi correlati.
Quando si può intervenire con la chirurgia proctologica?
In genere la soluzione chirurgica è indicata quando esercizio fisico, idratazione, farmaci e integratori risultano insufficienti, in quanto la capacità espulsiva del retto viene meno in presenza di un prolasso rettale di grado ostruttivo spesso associato ad un prolasso pelvico utero e vescicale. Tale condizione purtroppo irreversibile, può essere portata a risoluzione con una chirurgia mini-invasiva eseguita attraverso l’ano per il trattamento del prolasso rettale, o in chirurgia laparoscopica in grado di risolvere in un tempo unico, il prolasso uterino-vescicale e rettale, senza la necessaria l’asportazione dell’utero. Questo tipo di interventi mini-invasivi spiega il Dr. Bruno Masci, hanno portato a risoluzione completa della stipsi da ostruita defecazione nel 75% dei casi e netto miglioramento nei restanti, cambiando completamente la storia clinica del paziente con un netto recupero della vita sociale.