Secondo i dati riportati dall’ultimo rapporto “I numeri del cancro in Italia” di Aiom e Airtum, il tumore dello stomaco è
tra le cinque neoplasie più frequenti sul totale dei casi stimati per il 2020, in particolare nella fascia di età degli over 70.
Sebbene
l’incidenza tra il 2008 e il 2016 sia diminuita, in particolar modo nelle età inferiori ai 70 anni (per esempio, del -4,3% e del -4,7% medio annuo, rispettivamente, negli uomini e nelle donne di 50-69 anni), questo tumore resta tra i più diffusi e aggressivi. La prognosi sfavorevole è legata soprattutto al
ritardo diagnostico, con la diagnosi che avviene quando il tumore è già in uno stadio localmente avanzato/metastatico. Per questo è così importante
conoscere i sintomi e aderire a uno screening di prevenzione,
specialmente in presenza di fattori di rischio.
Ne abbiamo parlato con il
Prof. Pasquale Ricci, che si occupa del servizio di endoscopia digestiva diagnostica e operativa presso
Villa Lucia Hospital a Conversano.
Il tumore dello stomaco
Il tumore dello stomaco è una
neoplasia maligna che si può manifestare in un’area qualsiasi dello stomaco, organo dalla cavità ampia, tra piccola e grande curvatura, parete anteriore e parete posteriore, e tre regioni anatomiche: fondo, corpo e antro dello stomaco.
Diagnosticato in forma sintomatica risulta quasi sempre in uno stadio avanzato, per questo è preferibile individuarlo in fase precoce e asintomatica attraverso uno screening.
La prevenzione è consigliata in presenza di
fattori di rischio. I principali sono:
- ereditarietà genetica;
- alimentazione ricca di grassi (in particolare con molta carne e insaccati);
- abitudine al fumo di sigaretta;
- infezione da Helicobacter pylori;
- gastrite atrofica autoimmune;
- polipi gastrici.
Sintomi
I sintomi si presentano con un’ampia varietà. I più diffusi sono:
- calo ponderale;
- anemizzazione;
- astenia;
- pallore;
- mancanza di appetito.
Diagnosi
In presenza di sintomi, è generalmente il medico curante che prescrive al paziente per approfondire il quadro una esofago-gastro-duodenoscopia (cioè una
gastroscopia), esame gold standard per la patologia, anche in fase di prevenzione.
A questa può aggiungersi, contestualmente, il
prelievo bioptico. Dopo la diagnosi, si passa alle indagini per la stadiazione definitiva (ecografia, RM) e, poi, all’iter terapeutico.
Trattamento anche con chirurgia mininvasiva
Il trattamento chirurgico d'elezione per il tumore allo stomaco è un intervento di chirurgia maggiore radicale, che consiste nella gastrectomia totale o nella gastrectomia subtotale (che lascia in sede la parte alta dello stomaco). L’organo viene asportato con un certo margine di ampiezza di resezione; si procede con una linfoadenectomia (svuotamento linfonodale) e un controllo della presenza di metastasi, sia con esami precedenti che all’atto chirurgico.
Durante la stessa seduta viene effettuato l’intervento ricostruttivo: la modalità più diffusa è la ricostruzione esofago-digiunale su ansa a Y secondo Roux.
L’intervento, in base al caso, può essere in modalità open, con chirurgia tradizionale, o in modalità laparoscopica, con chirurgia mininvasiva, sempre più diffusa. Il trattamento mininvasivo del tumore allo stomaco consente, grazie ai tagli più piccoli e alla minor perdita di sangue, un ritorno alla quotidianità più veloce per il paziente, nonostante l’intervento sia comunque demolitivo. La degenza media dopo l’intervento laparoscopico è, infatti, di 4/5 giorni.
Dopo la guarigione chirurgica del paziente e l’esito dell’esame istologico dei tessuti asportati, l’oncologo procede con la scelta della terapia, con chemioterapia e/o radioterapia (che in alcuni casi possono essere prescritte anche prima dell’intervento).