Gastroscopia

Sottoporsi a una gastroscopia può mettere a disagio, ma è un esame molto prezioso per fare screening e per individuare molte problematiche.

La gastroscopia: cos’è e quando farla

Le patologie che interessano l’esofago, lo stomaco e il duodeno sono le cosiddette “malattie del benessere”: colpiscono soprattutto le popolazioni occidentali, che godono di uno stile di vita florido e di un’alimentazione particolarmente ricca ma spesso non equilibrata. Non di rado, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico per affrontare queste patologie, operazioni che si rivelano complesse in quanto coinvolgono area addominale e toracica, e talvolta anche il collo. Per diagnosticarle è necessario ricorrere ad alcuni esami specifici: in particolare l’esame endoscopico si rivela essenziale per escludere la presenza di neoplasie o infiammazioni croniche. Spesso si fa confusione nel campo degli esami diagnostici, soprattutto quelli che prevedono l’utilizzo di strumenti d’indagine destinati a indagare le strutture anatomiche dall’interno. L’endoscopia digestiva è la tecnica diagnostica che comprende tutti quegli esami in cui si utilizza l’endoscopio, un tubicino flessibile dotato di videocamera, per valutare lo stato e la conformazione delle vie digerenti. Al suo interno si distinguono le endoscopie delle vie basse, ovvero rettoscopia, sigmoidoscopia e pancolonscopia, e delle vie alte, come la gastroscopia.

Quella che è comunemente nota come gastroscopia è più estesamente nominata esofagogastroduodenoscopia (EGDS). Attraverso questa procedura diagnostica è quindi possibile analizzare l’interno dell’esofago, l’organo in cui il cibo passa dalla faringe allo stomaco, dello stomaco stesso e del duodeno, la prima parte dell’intestino tenue. In particolare, si ricorre alla gastroscopia quando il paziente lamenta sintomi correlati a diversi tipi di patologie, fra i quali:
  • Nausea, vomito, difficoltà digestive o di deglutizione
  • Bruciore retrosternale
  • Dolore all’area superiore e centrale dell’addome
  • Reflusso gastroesofageo
  • Ematemesi, ovvero l’emissione di sangue dalla bocca
  • Melena, cioè l’emissione di feci nere
  • Anemia
  • Intolleranza al lattosio
Capire quindi l’origine precisa di tali manifestazioni è indispensabile per stabilire quale sia il trattamento corretto. Durante l’esame, è possibile individuare patologie come esofagite, gastrite, ernia iatale, esofago di Barrett, varici esofagee, ulcera gastrica o duodenale, duodenite, neoplasie allo stomaco o all’esofago.  Inoltre, attraverso la gastroscopia, è possibile anche asportare polipi o neoplasie di piccole dimensioni, legare varici esofagee, dilatare stenosi rimuovere corpi estranei che il paziente può aver ingerito anche involontariamente, somministrare farmaci in caso di lesioni emorragiche, cauterizzare la mucosa e posizionare protesi metalliche.

Prima della procedura, il paziente deve rimuovere occhiali o protesi dentarie. In seguito, viene fatto distendere in genere sul fianco sinistro e gli si applicano gli strumenti utili a monitorare frequenza cardiaca e pressione arteriosa. L'esame sfrutta un apparecchio sottile e flessibile, chiamato gastroscopio, con un diametro di solito inferiore al centimetro, e dotato di una "videocamera" con fonte luminosa all'estremità. Si introduce quindi l’apposito strumento nell'esofago, quindi nello stomaco e nella prima parte dell'intestino tenue, il duodeno, permettendo di vedere perfettamente l'interno del tratto digestivo su monitor. In tal modo è possibile ispezionare queste regioni, per scoprire, e a volte trattare direttamente (gastroscopia operativa), problemi di varia natura quali ulcere, infiammazioni o tumori.

La durata di una gastroscopia è solitamente di pochissimi minuti, tempo che può espandersi nel caso il medico debba effettuare ulteriori interventi. Se cosciente, il paziente deve mantenersi il più rilassato possibile per non incorrere in una possibile sensazione di rigurgito. Sottoporsi a questo esame non provoca dolori, ma, nel caso provasse un disagio particolare al passaggio della sonda usata in gastroscopia, al paziente potrà essere somministrato un anestetico (previa dichiarazione di eventuali allergie da parte della persona). Nel caso vengano rilevate lesioni di natura poco chiara, il medico può optare per il prelievo dei tessuti, con l’obiettivo di farli analizzare approfonditamente.

Non di rado richiesta dal paziente, la gastroscopia in sedazione si effettua per evitare alla persona di provare malessere. La gastroscopia senza sedazione potrebbe infatti provocare fastidi come senso di costrizione o conati di vomito. Esistono due tipologie di gastroscopia con anestesia:
  • Gastroscopia con sedazione cosciente, durante la quale si somministra per via orale un anestetico poco potente, con il solo obiettivo di portare il paziente a rilassarsi il più possibile. La persona resta quindi assolutamente sveglia
  • Gastroscopia con sedazione profonda, che invece consente al paziente di addormentarsi del tutto. Questo comporta l’intervento di un anestesista specializzato, che somministrerà l’anestetico per via endovenosa in modo graduale durante l’intera procedura. Come con ogni tipo di sedativo, anche in questo caso il paziente potrebbe andare incontro a un tempo maggiore di ripresa post-esame e le controindicazioni sono più elevate

Attraverso la gastroscopia, è possibile non solo ottenere dati precisi e soprattutto immediati, ma anche eseguire biopsie: prelevare piccole quantità di tessuto per poi analizzarle successivamente al microscopio permette di formulare diagnosi ancora più puntuali, grazie allo studio della struttura della mucosa e della possibile presenza di microrganismi. In genere, quando si parla di biopsia si pensa subito alla possibile presenza di un tumore, ma questo tipo di esame viene in realtà utilizzato per chiarire molti dubbi diagnostici di varia natura.

Nel caso dell’esofagogastroduodenoscopia con biopsia, spesso il medico va alla ricerca di un batterio responsabile della gastrite cronica, Helicobacter Pylori: la gastrite cronica può infatti degenerare in forme tumorali. Ma la biopsia durante la gastroscopia non esaurisce qui la sua utilità: può agevolare il medico nel rilevare ulcere gastriche o duodenali, esofagite, tumori a esofago, stomaco o duodeno. L’effettiva durata della gastroscopia con biopsia è di circa 20 minuti, ma è possibile che il medico non possa immediatamente valutare il tessuto prelevato e debba prendersi qualche giorno di tempo, ovvero quelli necessari al laboratorio per l’elaborazione dei dati.

La biopsia allo stomaco può provocare effetti collaterali? Se sì, quelli più comuni sono di facile e rapido smaltimento: vomito e nausea, addome gonfio, raucedine. Finora abbiamo trattato la procedura tradizionale di gastroscopia, che anche nel caso di biopsia non è dolorosa. Ma non è questa l’unica procedura a essere disponibile oggi. L’avanzare delle competenze e della strumentazione a disposizione ha reso possibile pensare a nuovi metodi, meno invasivi e più rasserenanti.

A seconda della singola situazione, è possibile considerare la gastroscopia transnasale come una strada integrabile o perfino alternativa alla procedura standard. Ormai utilizzata da diversi anni anche in Italia, è una tecnica che richiede però l’utilizzo di tecnologie ben precise, non disponibili in tutti i centri. Questo tipo di esame è non invasivo e indolore, poiché prevede l’inserimento di un endoscopio dal diametro ridottissimo (intorno ai 4 mm) all’interno di una delle narici.

Le immagini derivanti dello stomaco sono di ottimo livello, in alcuni casi addirittura più precisa rispetto alla gastroscopia tradizionale. Interessanti sono i vantaggi dati da questa metodologia, che è adatta anche a soggetti con caratteristiche di cui bisogna tenere debito conto: cardiopatie, bronchiti, età avanzata. Anche durante questa procedura è possibile prelevare frammenti di mucosa gastrica per poi eseguire biopsie o altre tipologie di analisi. Inoltre, dettaglio non da poco, poiché non coinvolge la bocca, la gastroscopia transnasale permette al paziente di deglutire o parlare, contribuendo al controllo delle emozioni e dell’eventuale stress.

Questo stato emotivo più favorevole porta un’ulteriore agevolazione: non è più necessaria la sedazione e di conseguenza può tornare subito alle proprie normali attività. Solo una particolare conformazione del naso potrebbe inficiare la scelta di questa procedura.

Comunemente nota anche come gastroscopia con pillola, questa procedura è una novità nel campo della diagnostica. Il sistema prevede l’utilizzo di una capsula monouso dotata di una o più telecamere, le cui dimensioni sono quelle di un classico medicinale antibiotico: il paziente la deve semplicemente deglutire con un poco d’acqua.

Durante la gastroscopia con videocapsula, questa pillola consente al proprio passaggio di registrare delle immagini, esattamente come farebbero i normali endoscopi. Queste immagini vengono trasmesse al registratore portatile fissato all’addome del paziente con gli opportuni adesivi e arrivano al computer, attraverso cui il medico può visualizzare l’apparato digerente ed esaminare la situazione. La videocapsula permette di indagare aree davvero poco conosciute di tutto l’apparato, cosa che la rende preziosa per valutare sanguinamenti poco chiari, tumori dell’intestino tenue, complicanze del morbo di Crohn, poliposi e celiachia.

Ma questa tipologia di esame non è però adatta a tutti. Non puòsottoporsi a gastroscopia con videocapsula chi soffre di

  • Occlusione o subocclusione intestinale, anche solo sospetta
  • Diverticolosi che abbia provocato un’alterazione grave della zona interessata
  • Condizioni psicofisiche particolari
Inoltre, deve sottoporsi alla procedura solo dopo accurata valutazione coloro che
  • Soffrono di disturbi di deglutizione
  • Si sono sottoposti in precedenza a un intervento chirurgico nella zona addominale maggiore o all’intestino tenue
  • Presentano una motilità intestinale alterata
  • Soffrono di diabete con neuropatia
  • Sono dotati di pacemaker o altri tipi di strumentazione

Essenziale è sempre il parere del medico specialista, che indica la necessità di una gastroscopia a seconda del quesito diagnostico e della situazione personale del paziente. Anche le modalità e i tempi si distinguono in base alla patologia, alla sua presenza già accertata o solo ipotizzata, alla possibile familiarità. È bene ricordare che è la diagnosi precoce a fare la differenza, soprattutto quando si tratta di patologie gravi come il tumore allo stomaco: questa forma tumorale viene ancora oggi identificata per il 60% a stadio già avanzato.

In questo contesto, la gastroscopia è un esame di screening di enorme importanza: rilevare un tumore ancora in una prima fase significa elevare le possibilità di sopravvivenza della persona e migliorarne la qualità di vita. In forma preventiva, è possibile sottoporsi a gastroscopia ogni 3-5 anni.

Quando si tratta di gastroscopia, il digiuno è essenziale: è necessario non consumare cibi per almeno 6-8 ore prima della procedura, in modo che residui di cibo non ostacolino la visualizzazione ottimale degli organi e del loro interno. Eventualmente, nel caso l’esame si tenga durante le ore pomeridiane, il paziente può fare una colazione non impegnativa con tè e fette biscottate, sempre rispettando il limite degli orari. È possibile bere acqua e assumere i medicinali abituali fino a 4 ore prima della gastroscopia. In genere, non occorre sospendere l'assunzione di eventuali farmaci che vengono assunti come terapia abituale, è però importante evitare di assumere antibiotici o farmaci antiacidi e antiulcera nelle 4 settimane precedenti.
Se il paziente si sottopone a gastroscopia con sedazione, deve
  • Portare con sé le ultime analisi del sangue, risalenti ai 30 giorni precedenti, e le impegnative del medico di base contenenti il quesito clinico; nel caso il paziente sia cardiopatico o abbia più di 60 anni, deve aggiungere alla documentazione anche l’ecg
  • Farsi accompagnare, in quanto subito dopo l’esame è consigliabile non mettersi alla guida
In caso di sospetta o accertata gravidanza, una donna deve necessariamente e preventivamente avvisare chi si occupa della procedura.

Subito dopo la gastroscopia il medico informerà il paziente sull'esito dell'esame e fornirà indicazioni precise sulle misure da prendere. Il paziente è libero di andare, ma si consiglia di non consumare cibi o bevande prima di percepire nuovamente sensibilità di lingua e palato, o che scompaia il senso di gonfiore alla gola: è bene quindi scegliere un pasto leggero e riposare il più possibile. In caso di gastroscopia con sedazione, si conduce il paziente in sala risveglio e si attende che sia tornato a un livello di coscienza ottimale.

Se si è sottoposto a gastroscopia con sedazione profonda, deve evitare nelle seguenti 12/24 ore attività che richiedono particolare impegno o prontezza di riflessi. Prima di essere dimesso, il paziente riceve il referto con le immagini più rilevanti acquisite durante la gastroscopia. In seguito alla gastroscopia, gli effetti collaterali sono molto rari ma pur sempre possibili. Nel caso sia stata eseguita una biopsia, il paziente dovrà evitare di assumere alimenti caldi, perché aumenterebbero il rischio di emorragie. Il paziente potrebbe sperimentare problemi respiratori, aritmie, sanguinamento o perforazione.

Se durante la procedura sono stati asportati polipi o frammenti di mucosa, è possibile la manifestazione di dolore addominale oppure sequele emorragiche durante le due settimane seguenti: in questi casi, è indispensabile rivolgersi tempestivamente al medico.

Sottoporsi con consapevolezza e con la dovuta tranquillità a una gastroscopia è meno scontato di quanto sembri. Come si è visto, questo esame è legato a diversi tipi di possibili problematiche ed è eseguibile con differenti tecniche basate sulle singole necessità. In sede d’esame, è necessario sentirsi accolti, curati, compresi nelle proprie esigenze. Ogni persona è un mondo a sé e come tale va trattata. Per questo, è opportuno affidarsi a ospedali specializzati improntati su un approccio multidisciplinare e su una visione più ampia. Nelle strutture GVM Care & Research la competenza più strutturata si unisce ai metodi più all’avanguardia e a tecnologie innovative: la base ideale su cui costruire serenamente il proprio percorso.

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