Per
salvaguardare l'udito dobbiamo limitare il più possibile le cattive abitudini che possono danneggiarlo,
negli ambienti di lavoro e nelle attività del tempo libero.
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Le cellule sensoriali della coclea, cioè della parte dell'orecchio interno che permette di trasformare i suoni in impulsi nervosi per renderli comprensibili al cervello,
non si rigenerano nel corso della vita e vengono aggredite e danneggiate da patologie o eventi esterni" - spiega
il dottor Gianfranco Niedda Responsabile dell'
Otorinolaringoiatria di
G.B. Mangioni Hospital, struttura polispecialistica accreditata SSN.
Tra i più giovani sono in aumento i danni irreversibili legati ai cosiddetti
traumi da rumore che derivano dal fatto di essere esposti a
rumori troppo forti, eccessivi per un periodo prolungato. "Si distinguono specificamente - chiarisce il dottore -
i traumi acustici acuti, che derivano ad esempio dai suoni alti a cui siamo sottoposti in ambienti come la discoteca o in alcuni eventi o concerti, dai
traumi acustici cronici che possono derivare invece dall'esposizione prolungata nel tempo a un rumore con soglia elevata. Mentre
il trauma acustico cronico provoca dei danni uditivi irreversibili, il trauma acustico acuto può essere curato con una buona risposta".
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Per il nostro udito possono rappresentare un rischio non solo la musica ad alto volume ma anche ad esempio gli sport aumotobilistici, il motociclismo o la caccia.
Ascoltare la musica a volume molto alto con gli auricolari - quotidianamente per oltre un'ora al giorno - può causare in pochi mesi una perdita permanente dell'udito insieme all'
acufene. Un certo numero di sordità da trauma acustico acuto sono invece reversibili se si è esposti a un rumore di intensità moderata per un periodo limitato di tempo e se curate nella fase iniziale: si possono avere danni uditivi che regrediscono in pochi minuti e altri che durano ore o settimane.
Quello che si può verificare è di avere una
riduzione della capacità uditiva e difficoltà a percepire le parole in ambienti con rumori di fondo e nelle conversazioni in cui intervengono più persone.
Stando ai dati OMS, nel 2050 arriveranno a 2,5 miliardi nel mondo le persone con
deficit acustico e raddoppieranno rispetto ad oggi le persone che avranno bisogno di riabilitazione uditiva arrivando a 700 milioni. Al giorno d'oggi già più di un miliardo di giovani rischiano il calo uditivo permanente a causa dell'ascolto a tutto volume, inoltre più di 6 over 65 su 10 hanno sviluppato una forma di ipoacusia da lieve a grave.
Qual è il volume giusto per la sicurezza dell'udito?
In una normale conversazione
la voce umana ha una intensità media di circa 65 decibel fino ad arrivare a 80 quando si urla.
E' a 75 decibel che il rumore inizia a risultare fastidioso e diventa nocivo a partire proprio da 80 decibel che corrisponde al rumore che si riscontra al bordo di un'autostrada. Per dare un altro esempio, un martello pneumatico raggiunge un rumore di 100 decibel e solitamente durante un concerto si supera questa soglia.
"Se i suoni arrivano ai 100 decibel si ha disagio fisico mentre
a 120 si raggiunge la soglia del dolore - conclude il dottor Niedda - Il limite da rispettare sarebbe quello di
restare sotto gli 80 decibel per l'ascolto in generale e 60 per l'ascolto in cuffia. Ciò significa che
non dovremmo superare il 60% del volume massimo dei dispositivi e per non più di 60 minuti."