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All’interno dell’Unità di Senologia Radiologica del D’Amore Hospital di Taranto è possibile svolgere la mammografia monolaterale o bilaterale sfruttando le potenzialità di una tecnologia di ultima generazione nella prevenzione del tumore alla mammella: il Mammografo con Tomosintesi.

Cos'è la mammografia con tomosintesi?

Vediamolo nel dettaglio:

La mammografia bilaterale è una tecnica di rilevazione morfologica, permette cioè di studiare la struttura della mammella rilevando precocemente lesioni mammarie di piccole dimensioni che si pre-sentano come opacità nodulari di forma irregolare e consistenza dura aderenti alla parete toracica o alla cute.

L’esame mammografico con tomosintesi è fondamentalmente lo stesso esame seppur svolto con uno strumento ancora oggi poco diffuso nella maggioranza dei centri diagnostici e strutture specializzate, il Mammografo 3D o DBT - Digital Breast Tomosynthesis che rappresenta l’evoluzione tecnologica del tradizionale Mammografo digitale.

Questo strumento deve il suo nome alla capacità di acquisire immagini tridimensionali dei seni ad alta definizione, scomponendoli in sottilissimi strati così da migliorarne la visualizzazione ai fini della prevenzione, diagnosi e cura del tumore della mammella, per un esame mammografico in grado di ovviare ai limiti della mammografia bidimensionale (2D): la sovrapposizione delle immagini delle varie strutture che compongono il seno (la ghiandola mammaria) può condurre al mascheramento delle lesioni tumorali o dar luogo a “falsi positivi” con caratteristiche di carcinoma. 

La mammografia con Tomosintesi ha dimostrato una maggiore sensibilità ed efficacia nel riconoscere le varie forme di neoplasia: fino al 30% in più della mammografia digitale tradizionale, facendo decrescere il numero degli accertamenti di richiamo e abbattendo la percentuale degli esiti diagnostici a “falsi positivi” e “falsi negativi”. 

Per tale ragione, l’utilizzo della mammografia con Tomosintesi è destinato a sostituire in futuro quella tradizionale nei programmi di screening.

Si deve comunque tenere presente che è consigliato sottoporsi alla mammografia a partire dai 40 anni di età, quando la struttura mammaria perde gradualmente la quota di tessuto ghiandolare rispetto quello adiposo, permettendo di individuare le formazioni potenzialmente tumorali.

Come si esegue la mammografia con tomosintesi?

La mammografia 3D è dolorosa se comparata con l’esame convenzionale? La strumentazione impiegata per l'esame con tomosintesi è molto simile al mammografo di base così come la procedura: si svolge in pochi minuti e viene eseguita proiettando un fascio di raggi X sulla mammella che, per rendere l’immagine più nitida, viene posta fra due piastre che la comprimono. 

La differenza con la tecnica tradizionale è che contiene “in aggiunta” uno speciale tubo radiogeno che nel corso dell’esame compie un movimento ad arco (oscillazioni controllate) allo scopo di catturare le immagini della ghiandola mammaria da diverse angolazioni. Data la maggior specificità dell’indagine diagnostica, la tecnica di esecuzione prevede una compressione dei seni leggermente superiore nei tempi rispetto al test tradizionale, ma non richiede la somministrazione di farmaci né di mezzo di contrasto.

Quando farla?

Le indicazioni circa l’effettuazione dell’esame sono contenute nelle linee guida nazionali ed interna-zionali per la prevenzione, diagnosi e trattamento del tumore al seno.

La risposta è quando si è inseriti nei programmi di screening mammografico attuati a livello nazionale. A tutt’oggi sono ancora pochi i Centri Italiani che si affidano alla mammografia con Tomosintesi come strumentazione di routine in risposta ai percorsi di screening mammografico. Più numerosi quelli in cui è adottata quale indagine di approfondimento. D’Amore Hospital di Taranto dispone della mammografia con Tomosintesi di ultima generazione come tecnologia radiografica di routine. 
 

A che età si fa la mammografia

Sia che si tratti della tecnica tradizionale o di quella con Tomosintesi la fonte d’energia diagnostica è data dai raggi X: dunque non è indicata nelle donne in gravidanza e nei soggetti femminili al di sotto dei 40 anni d’età: a partire dai 40 anni va effettuata una volta l’anno e tra i 50 ed i 69 anni una volta ogni 24 mesi. 
 

Ogni quanto fare la mammografia

Occorre rispettare le indicazioni ricevute dal medico senologo o dal ginecologo. Se al termine dell’indagine diagnostica non sussistono dubbi che consigliano altri accertamenti, la cadenza è biennale dopo i 50 anni e fino ai 69, annuale tra i 40 ed i 50 anni. 

La preparazione

Per sottoporsi alla mammografia con Tomosintesi è richiesta una preparazione specifica. Si sconsiglia l’uso di creme deodoranti, cosmetici per la pelle o borotalco prima di sottoporsi all’esame: si tratta, infatti, di sostanze che potrebbero “alterare” il risultato delle immagini radiografiche. Nell’accogliere le pazienti i tecnici radiologi di D’Amore Hospital di Taranto si assicurano che ricevano tutte le informazioni utili per eseguire al meglio l’indagine diagnostica: al pari di altri test a raggi x, la mammografia con Tomosintesi non va eseguita nei casi di gravidanza già accertata o sospetta. La mammografia 3D non è invece controindicata durante il ciclo mestruale: pertanto questa condizione non rappresenta un ostacolo all’accertamento.

Effetti collaterali e fattori di rischio

All’atto dell’ingresso in struttura le pazienti vengono informate circa il timore di possibili rischi per la salute, uno in particolare: la mammografia di D’Amore Hospital di Taranto non è dannosa. La dose di raggi X necessari all’esecuzione dell’esame è simile a quella emessa da un mammografo digitale tradizionale. E’ una dose che non aumenta le probabilità di sviluppare un carcinoma della mammella. Ricordiamo inoltre che mentre mammografia e gravidanza non sono compatibili, mammografia e ciclo mestruale non interagiscono negativamente tra loro: si può fare in piena sicurezza. Non sono in conflitto nemmemo mammografia e allattamento.

 

La prevenzione del tumore al seno

Nella prevenzione del tumore al seno, D’Amore Hospital di Taranto tramite l’Unità di Senologia Radiologica, non prescinde mai dalla mammografia quale esame di riferimento (gold standard). La-prevenzione del carcinoma mammario è uno dei “compiti” più importanti del mondo medico-scientifico: la neoplasia colpisce una donna su 9 nell’arco della vita. La mammografia con Tomosintesi gioca un ruolo di primissimo piano nel combattere il cancro al seno. Non a caso aiuta nella risoluzione delle problematiche inerenti la sovrapposizione dei tessuti (altrimenti detti “rumori di fondo”) della mammografia 2D (bidimensionale) e la cui conseguenza diretta è il richiamo per un nuovo esame.

La mammografia con Tomosintesi, può individuare lesioni tumorali la cui evoluzione non influirà mai in maniera negativa sulla qualità della vita della donna. Le conoscenze in campo clinico-medico maturate nel corso degli ultimi decenni non consentono sempre e comunque di definire con assoluta certezza quale carcinoma al seno avrà un decorso tale da richiedere l’intervento farmacologico o chirurgico e quale, al contrario, non subirà alcuna modificazione rimanendo “silente”. Tuttavia, il rischio di sovradiagnosi della mammografia con Tomosintesi è ben inferiore agli effetti positivi indotti dalla diagnosi precoce finalizzata alla prevenzione del tumore alla mammella. Alla stregua di altri esami clinici, la Tomosintesi può altresì “mettere a fuoco” un tumore al seno (il “falso positivo”) che in realtà - espletati ulteriori accertamenti diagnostici - non esiste.

Mammografia con tomosintesi, mammografia tradizionale ed ecografia: le differenze

Sia quella con Tomosintesi che quella tradizionale sono due tecniche d’indagine diagnostica che sfruttano la tecnologia digitale e costituiscono l’asse portante dello screening mammografico nelle donne dopo i 40 anni di età. Per quel che riguarda invece l’interazione tra mammografia ed ecografia, va detto come non si escludano a vicenda e “in automatico”. Al D’Amore Hospi-tal di Taranto, l’ecografia mammaria e la mammografia sono entrambe eseguibili e contribuiscono alla miglior definizione dello stesso percorso clinico-medico. Il primo passo rimane comunque la mammografia anche se in situazioni ben precise (seni molto densi, evidenziazione di particolari reperti), può seguire il completamento dell’iter diagnostico con l’cco mammaria.
In sintesi, meglio l’ecografia o la mammografia? Ancora una volta la risposta non è univoca: l’ecografia mammaria viene di norma eseguita nelle donne al di sotto dei 40 anni; dopo i 40 anni l’esame di prima opzione è rappresentato dalla mammografia e l’ecografia mammaria è un test a supporto.

Quali sono le differenze tra mammografia con Tomosintesi e mammografia tradizionale 

La prima, attraverso l’erogazione di una dose di raggi x molto contenuta permette al medico radiologo e al medico senologo di ottenere migliori risultati ai fini diagnostici attraverso la “stratificazione” del seno. Questa, infatti, esplora anche la terza dimensione della mammella (la profondità) superando i limiti provocati dalla sovrapposizione delle strutture ghiandolari della stessa. Il risultato dell’indagine coincide con un’accuratezza superiore rispetto all’esame effettuato con la mammografia bidimensionale in cui le lesioni tumorali possono rimanere “occultate” dal tessuto ghiandolare sano. Gli esiti “falsamente positivi” si riducono più che sensibilmente e la presunta patologia viene cancellata dal referto.
 

Mammografia con Tomosintesi in dettaglio

Ricevuto l’invito ad effettuare l’esame tramite mammografia, la donna si presenta al medico dell’Unità di Radiologia Senologica per eseguire l’indagine strumentale.

La mammella da esaminare viene compressa nel modo convenzionale. Una volta mantenuta la posizione, il tubo a raggi X ruota seguendo angolazioni predeterminate. L’acquisizione delle immagini è, come già ricordato, a tre dimensioni allo scopo di ridurre o eliminare del tutto “il rumore di fondo” (confusione dei segnali) ed i problemi causati dalla sovrapposizione dei tessuti ghiandolari. 

Le singole immagini vengono poi ricostruite in sottili strati ad alta definizione da visualizzare uno ad uno o in modalità dinamica. Grazie alla riduzione della sovrapposizione dei tessuti ghiandolari e del “rumore strutturale”, l’analisi (lettura) e la refertazione delle immagini seguono una tempistica correlata alla loro quantità e al loro significativo contenuto informativo, contribuendo ad un’interpretazione di quest’ultime più sicura ed efficace. 

Altro aspetto, ma non l’ultimo, collegato alla mammografia e non all’ecografia è il miglior grado di localizzazione della lesione tumorale: la tecnologia 3D nel fornire agli specialisti le esatte coordinate all’interno del seno sottoposto ad approfondimento, consente di praticare biopsie ben mirate, con aspirazione e prelievo dei tessuti da inviare ai laboratori di citologia ed istologia, non esponendo la donna ad ulteriori stress psicofisici.
 

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