Il
melanoma è un tumore maligno che ha origine dai melanociti, le cellule della cute e delle mucose preposte alla produzione della melanina (la sostanza che determina il colore della pelle). In particolare, il melanoma può originarsi dai melanociti che costituiscono i nei (che di per sé sono tumori benigni della pelle) oppure dai melanociti posti in sedi extracutanee, come l’occhio, l’orecchio interno e le meningi.
Da considerarsi una patologia rara, ma in aumento progressivo durante gli ultimi 50 anni nelle popolazioni di pelle bianca. Il melanoma rappresenta infatti circa il 2-3% di tutti i tumori maligni in Nord Europa e negli Stati Uniti. Recenti studi epidemiologici ci dicono, inoltre, che l’età media di insorgenza sta progressivamente diminuendo: circa
la metà dei casi è diagnosticata in pazienti con meno di 50 anni, il 30% prima dei 45 anni.
L’aumento dei casi
“L’aumento dell’incidenza, registrato in tutto il mondo negli ultimi decenni, viene imputato in parte alla crescente ed eccessiva esposizione solare. In Italia l’incidenza è tendenzialmente più frequente al Nord – ci racconta la
Dott.ssa Fogli Emanuela dell’Unità operativa di
Dermatologia del San Pier Damiano Hospital - con una lieve preponderanza nei maschi”.
Nella graduatoria per mortalità da tumore, infine, il melanoma è attualmente 13°, con 2 casi all’anno ogni 100.000 abitanti per le donne e 2,8 per i maschi. Non è così per tutte le forme di melanoma: le forme acrali sono molto aggressive rapide e spesso mortali. E’ un tumore che metastatizza velocemente via linfa e via sangue e questo dipende soprattutto dal suo spessore, visto che i decessi per melanoma maligno costituiscono l’1% di tutta la mortalità per tumore (1,1% negli uomini; 0,9% nelle donne).
Il ruolo della prevenzione, è possibile?
“La diagnosi precoce ha un ruolo fondamentale nella prevenzione del melanoma e dei Nei melanocitici benigni – continua la
Dott.ssa Fogli – tale che ha spinto un numero sempre crescente di pazienti a sottoporsi ad un accurato esame della cute. In ogni individuo, infatti, si osserva un numero variabile di Nei melanocitici benigni, prevalentemente acquisiti, di pochi millimetri di diametro, colore omogeneo, forma e contorni regolari. Accanto a questi possono essere presenti anche
lesioni pigmentate atipiche per dimensioni, forma, contorni e distribuzione del colore. Si tratta dei cosiddetti nei (o nevi) “displastici” che, per i loro aspetti clinici ed istologici intermedi fra quelli dei comuni Nei e quelli del melanoma, sono considerate lesioni a rischio per l’insorgenza di questo temibile tumore cutaneo.”.
Il melanoma può insorgere non solo su nei preesistenti ma anche sulla cute indenne, è intuitiva l’importanza della prevenzione e dalla diagnosi precoce. Le cause non sono ancora tutte note, ma al suo sviluppo concorrono sicuramente
fattori genetico-familiari (circa il 30%) ed ambientali.
L’autoesame della pelle, in cosa consiste?
“Per un corretto autoesame è necessario spogliarsi completamente ed osservare tutta la superficie cutanea, anche gli occhi e il cavo orale.
Esaminare l’intero cuoio capelluto, le pieghe tra le dita e la pianta dei piedi. E’ consigliato farsi aiutare da un familiare o utilizzare due specchi per esaminare anche le zone meno accessibili. Un metodo di autoesame di semplice esecuzione è il cosiddetto “sistema A B C D E”.
Di seguito le regole per l’autoesame della cute:
- A = asimmetria della lesione
- B = bordi irregolari, frastagliati
- C = colore policromo e nero
- D = dimensioni maggiori a 5 mm di diametro;
- E = evoluzione: modificazioni della dimensione, forma e colore in un breve periodo di tempo (6-8 mesi) possono essere sospette, specie se le lesioni compaiono dopo i 40 anni.
Se un neo sembra crescere rapidamente, oppure presenta bordi irregolari o asimmetrie, è bene effettuare un controllo più approfondito da uno Sspecialista.
I parametri che identificano una lesione sospetta, riassumendo, sono le evidenti variazioni di forma, colore e dimensioni dei Nei, la loro recente comparsa e la loro eventuale colorazione policroma (più di 3 colori), oltre al prurito, occasionalmente può essere un indicatore.
“Parlando in termini generali –conclude la dott.ssa Fogli - la diagnosi precoce di cancro può essere effettuate intensificando la prevenzione, sia quella primaria (adozione di stili e comportamenti di vita salutari), che quella secondaria (diagnosi precoce dei tumori della mammella, del collo dell’utero, del colon-retto, della prostata, del cavo orale e della cute) a tale scopo gli interventi in merito possono essere più efficaci ed aumentare la possibilità di sopravvivenza nella maggior parte dei casi”.