Secondo uno studio del 2022 pubblicato sulla rivista
The Lancet Rheumatology, entro il 2050 quasi un miliardo di persone nel mondo soffrirà di
artrosi. La ricerca dell’'Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), parte del Global Burden of Disease Study 2021, analizza i dati raccolti sulla patologia tra il 1990 e il 2020 in oltre 200 paesi: in questo lasso di tempo
i casi sono aumentati del 132%. Tre le cause principali dell’aumento individuate, l’invecchiamento, la crescita della popolazione e il fattore obesità.
Abbiamo chiesto al
dott. Andrea Mocci, responsabile dell’Unità Operativa di
Ortopedia e Traumatologia di
Anthea Hospital, a Bari,
come si effettua la diagnosi di artrosi e
quale è il trattamento per eccellenza dell’articolazione artrosica.
Cos’è l’artrosi
L’artrosi è una
patologia degenerativa delle articolazioni, che può essere causata da traumi, lesioni o predisposizione costituzionale e interessa principalmente
anca,
spalla e
ginocchio. Caratterizzata da un deterioramento della cartilagine, porta a
infiammazione,
dolore cronico e
rigidità articolare.
Come si effettua la diagnosi di artrosi
La diagnosi di artrosi viene effettuata dallo specialista attraverso esami strumentali e valutazione clinica.
L’esame diagnostico per eccellenza è la
radiografia, prevalentemente sotto carico, che viene richiesta al paziente per capire quanto l’usura causata dalla degenerazione delle cartilagini abbia deformato i capi articolari.
In alcuni casi selezionati può essere utile una Risonanza Magnetica di approfondimento, tuttavia la clinica e la valutazione della sintomatologia del paziente sono fondamentali. Un riscontro nella radiografia e
sintomi dolorosi pongono un’indicazione chiara a un trattamento del caso specifico.
In cosa consiste il trattamento chirurgico dell’artrosi
Il trattamento chirurgico per eccellenza dell’articolazione artrosica è la
protesica. La protesi di ginocchio, di anca o di spalla, quando indicato, ha la funzione di sostituire ciò che il tempo o un trauma hanno consumato.
L’obiettivo dell’intervento è
fare tornare il paziente il più velocemente possibile alle normali attività quotidiane, come fare la spesa, una passeggiata e anche moderate attività sportive.
Una ripresa rapida e ottimale è possibile grazie alle
tecniche di Fast Track. Si tratta di un protocollo messo a punto da un team multidisciplinare (chirurghi ortopedici, anestesisti, fisioterapisti e fisiatri) che prevede:
- una minuziosa preparazione del paziente;
- trattamenti chirurgici mininvasive, che riducono le perdite ematiche, il dolore, il ricorso a farmaci;
- una mobilizzazione immediata per un recupero dell’autonomia funzionale;
- specifici programmi di riabilitazione.