Complice l’invecchiamento della popolazione, con un’età media sempre più avanzata, in Italia sono in aumento gli interventi di protesi, specialmente di anca e ginocchio: nonostante le tecnologie avanzate, può accadere che un impianto fallisca e, in questo caso, è necessario rivolgersi a uno specialista esperto in
chirurgia di revisione protesica.
Abbiamo chiesto al
dott. Francesco Pastore, dell’U.O. di
Ortopedia e Traumatologia dell’
Ospedale Santa Maria di Bari,
cos’è la chirurgia di revisione e
in quali casi è indicato il reintervento.
Cos’è la chirurgia di revisione protesica
Lo scopo della chirurgia di revisione è quello di fornire supporto ai pazienti che sono andati incontro a un
fallimento di un impianto protesico effettuato in precedenza.
In quali casi è indicata
Le
cause di fallimento di un impianto protesico possono essere molteplici, ed è possibile dividerle in due gruppi: le protesi non infette e quelle infette.
Nel caso delle
protesi non infette, una delle motivazioni principali del fallimento dell’impianto è il malallineamento dell’impianto stesso, che porta a un’instabilità dell’impianto, che determina a sua volta una precoce usura dei materiali protesici con formazione di detriti e una successiva mobilizzazione della protesi. Altre cause possono essere:
- un errore di fissazione dell’impianto;
- un errore di valutazione della grandezza dell’impianto protesico utilizzato;
- allergia ai metalli (che può portare a infezione).
Le
infezioni rappresentano circa il 10% dei fallimenti degli impianti protesici, e l’infezione può essere precoce o tardiva.
L’
infezione precoce avviene per contaminazione in sala operatoria o per una cattiva gestione della ferita. L’
infezione tardiva può avvenire anche a distanza di anni e non è legata all’intervento, ma a altre cause tra cui debilitazione del paziente, patologie croniche, diabete o infezioni legate a un’altra sede corporea.
Un’ultima causa che spinge il paziente alla revisione dell’impianto protesico (e rappresenta una piccola percentuale dei reinterventi, circa il 2%) è costituita dalle cosiddette “
protesi dolorose”. Si tratta di device che non presentano nessuna delle caratteristiche precedentemente descritte ma che, comunque, causano dolore.
In cosa consiste l’intervento di revisione protesica
A volte è possibile intervenire sostituendo semplicemente una o più componenti della protesi senza alcuna difficoltà. Altre, per
gravi difetti, perdite ossee o problematiche muscolo tendinee, si ricorre a protesi preparate e costruite al momento sul paziente. utilizzando materiali nobili come il tantalio. Inoltre, nel caso di fallimento di protesi con grosse perdite ossee, si utilizzano dei coni, dei fittoni che consentono di preparare l’impianto protesico più idoneo al paziente, alla sua anatomia, alla sua problematica.
Per quanto riguarda le
revisioni di protesi di anca, vengono utilizzati steli lunghi o steli modulari per consentire un orientamento ottimale dell’impianto femorale. In presenza di perdite ossee del bacino, dunque del cotile, si utilizzano componenti in tantalio o gabbie per colmare il deficit che molto spesso riguarda la parete mediale.
Consigli per una manutenzione ottimale della protesi
Il consiglio più importante dello specialista è coltivare la
motivazione. Se il paziente è obeso deve perdere peso, se ha il diabete deve tenere sotto controllo la patologia, se ha patologie croniche o immunodeficienze deve essere sempre sotto controllo per mantenere tutti i parametri nella norma.
È molto importante che chi ha subito un intervento di prostesi collabori attivamente e quotidianamente con il fisioterapista per cercare di ottenere il miglior risultato possibile. Il paziente deve attenersi scrupolosamente alle indicazioni del chirurgo e non deve superare i limiti concessi dall’impianto protesico utilizzato. In ogni caso, deve essere sempre molto vigile nel cogliere eventuali anomalie come strani dolori, rumori, instabilità e
rivolgersi al proprio chirurgo per le valutazioni del caso.