Insieme alla gonorrea e alla sifilide, la clamidia è
una delle infezioni sessualmente trasmissibili più diffuse. L’agente patogeno è un batterio chiamato
Chlamydia Trachomatis.
Colpisce sia maschi che femmine, ma nelle seconde può portare danni a lungo termine agli organi riproduttivi, tanto da compromettere la fertilità.
Dal momento che è una patologia “silente”, molto spesso asintomatica o con sintomatologie piuttosto lievi, è difficile da diagnosticare precocemente, come spiega il
dott. Giuseppe Sorrenti, responsabile dell’U.O. di Ginecologia dell’Ospedale San Carlo di Nancy a Roma.
Quali sono le differenze tra uomini e donne?
L’infezione da clamidia può riguardare sia pazienti di sesso maschile che di sesso femminile. Negli uomini si manifesta con sintomi locali, come balanite o uretrite, che si risolvono di solito con una terapia medica.
Nelle donne, invece, può rappresentare un rischio maggiore che arriva a compromettere la fertilità. Se non diagnosticata e trattata per tempo, infatti, l’infezione da clamidia può espandersi dal basso tratto genitale al collo dell’utero, fino ad arrivare alle tube di Falloppio. Queste strutture possono essere danneggiate irreversibilmente, causando infertilità.
Inoltre, la clamidia
può essere trasmessa di madre in figlio durante il parto. Nei bambini di solito si manifesta sotto forma di congiuntivite, che viene risolta con antibiotico.
Quali sono i sintomi della clamidia nella donna?
Quando presenti, i primi sintomi sono aspecifici perché simili a quelli di molte altre patologie ginecologiche:
pesantezza, irritazioni vaginali, secrezioni.
Nelle fasi più avanzate, quando l’infezione è ormai arrivata al collo dell’utero e alle tube di Falloppio, si presentano sintomi riconoscibili come il
dolore acuto, la febbre e il caratteristico ascesso tra le tube e l’ovaio, causato dall’infezione.
Come si effettua la diagnosi?
Sia nelle donne che negli uomini, per eseguire la diagnosi si ricorre ad un
tampone. Negli uomini, si preleva materiale biologico all’inizio dell’uretra, mentre nelle donne si preleva il campione dal collo dell’utero.
Oggi non esiste un programma di screening simile al Pap Test per intercettare l’infezione su una fascia ampia di popolazione. Tuttavia, di recente, il test per la Clamidia è stato inserito tra i
test gratuiti coperti dal SSN per le donne in gravidanza.
Se una puerpera risulta positiva alla Clamidia, viene prescritta una terapia antibiotica ad hoc.
Cosa prevede il trattamento?
Il trattamento della Clamidia è a base di
antibiotici, per la durata di qualche giorno. Di solito si prescrivono azitromicina oppure chinolonici.
Il trattamento dovrebbe essere esteso anche ai partner che potrebbero aver contratto l’infezione sessualmente.
La clamidia si può prevenire?
La prevenzione delle patologie sessualmente trasmissibile consiste sempre nell’
uso del preservativo durante i rapporti sessuali con partner occasionali, ricordando che l’infezione può essere trasmessa anche attraverso rapporti anali o orali.
Cosa fare in caso di sintomi sospetti?
Bisogna rivolgersi al proprio ginecologo di fiducia. La diffusione dell’infezione può causare problemi a tutto l’apparato riproduttivo, minando la fertilità delle donne ma anche la qualità della vita.