La quarantena prolungata può mettere
in difficoltà gli anziani, sia sul piano psicologico che sul piano della gestione delle patologie di cui si soffre. La situazione varia in base alla condizione in cui l’anziano si trova a affrontare questa esperienza per tanti aspetti traumatica. In linea generale, tuttavia, le persone avanti con gli anni possono avere bisogno di
maggiori attenzioni affettive.
Gli anziani sono più fragili emotivamente
Un aspetto da considerare è quello psicologico. Già in situazioni e stili di vita “normali”, negli anziani è frequente
una forma di depressione detta appunto “senile”. Si manifesta con perdita della voglia di fare attività, tristezza, apatia. La condizione di isolamento prolungato può innescare una reazione psicologica di questo tipo, o acuirla, se già presente. Non a caso, gli anziani sono ritenuti tra i pazienti più fragili non solo di fronte alla
COVID-19, ma anche rispetto alle conseguenze emotive delle restrizioni. Anche la consapevolezza di essere più esposti ai rischi gravi connessi al nuovo coronavirus può contribuire a peggiorare l’umore della persona anziana. Le complesse circostanze che gli anziani si trovano a affrontare
potrebbero aumentare il rischio di sviluppare depressione, ansia, disturbi post-traumatici da stress, ecc.
Alcuni consigli per i familiari
Il contatto con i familiari aiuta l’anziano a vivere la quarantena in maniera più serena. Questo contatto deve essere stabilito anche quando non si vive sotto lo stesso tetto, facendo ricorso a telefonate frequenti e rassicuranti, magari anche da parte dei nipoti, per non far sentire la persona abbandonata.
Ancora, si può aiutare in maniera utile un anziano a reagire positivamente a questo difficile cambiamento di abitudini e stili di vita consigliandogli affettuosamente alcune buone pratiche, senza farlo sentire in colpa se ha difficoltà a adattarsi:
- fare attività motoria, in sicurezza e in base alle proprie abilità. Può essere sufficiente passeggiare in corridoio per qualche minuto al giorno, o fare semplici esercizi da seduti per muovere braccia e gambe;
- non sovraesporsi all’informazione, per non acuire lo stato ansioso. In questo caso, ad esempio, i familiari possono fungere da filtro, spiegando all’anziano le notizie in maniera equilibrata;
- stare al sole, magari affacciandosi alla finestra o uscendo sul balcone, per fare attività di giardinaggio, enigmistica, disegno e coltivare dei passatempi utili sia sul piano emotivo che cognitivo.
Se ci si rende conto che l’anziano sta vivendo in maniera drammatica o disfunzionale il periodo di isolamento, lo si può comunque invitare a mettersi in contatto con i servizi di assistenza psicologica messi in campo dalle regioni per l’emergenza sanitaria.
Come mitigare i rischi legati alle patologie fisiche
Tra le attività consigliate, il movimento e l’esposizione al sole sono importanti anche per la salute fisica.
Durante il periodo di isolamento a casa, infatti, lo stile di vita si fa più sedentario e talvolta si cerca di compensare lo stress mangiando di più, preparando dolci e cibi consolatori. Si tratta di comportamenti che vengono messi in atto dai più giovani come dai più anziani. Nel quadro di salute di un paziente di età avanzata, però, possono risultare più rischiosi.
Aumenta infatti la probabilità di
sviluppare o aggravare le patologie cardiovascolari e metaboliche (per esempio
il diabete) oppure a carico del
sistema scheletrico, articolare e muscolare, in particolare
l’osteoporosi, le difficoltà deambulatorie dovute a cause disparate, le capacità respiratorie ecc.
Se poi l’anziano ha patologie pregresse già conclamate, aiutarlo a mantenere uno stile di vita il più possibile attivo e un regime alimentare senza troppe rinunce, ma equilibrato, diventa fondamentale.
Cruciale è poi che
non sospenda le terapie già in corso, i controlli di routine e le visite, senza una specifica indicazione da parte del medico di base o dello specialista che lo ha in cura.
Alcune prestazioni infatti potrebbero essere urgenti e indifferibili, per questo bisogna concordare con il medico la soluzione più opportuna, nel rispetto delle disposizioni di legge e del rapporto tra i rischi e i benefici per il paziente anziano. La fiducia verso i caregiver diventa essenziale in questo periodo di emergenza. La famiglia, dal canto suo, gioca un ruolo di mediazione e di supporto all’anziano: sentirsi amato, accudito e apprezzato è un fattore positivo nella gestione emotiva e fisica della quarantena.
”
Fondamentale è il supporto psicologico da parte del personale medico e paramedico e anche dei familiari", spiega il
dott. Romano Guidi, geriatra di
Villa Tiberia Hospital di Roma, "con tutti i mezzi moderni audio-visivi e contatti frequenti, anche se brevi, da parte di tutti i familiari.
Attivare una moderata attività fisica compatibile con le condizioni del paziente, se possibile anche all'aperto” ma anche mantenere
“un’alimentazione equilibrata e
non incrementare il peso corporeo; prendere in cura le comorbilità (diabete, ipertensione, cardiopatia, stato ansioso depressivo, osteoartrosi ecc.) con relativi controlli clinici e di laboratorio” ed infine sottoporsi a “eventuale tampone nasofaringeo e test virologici.
Tutte attività che si intrecciano tra loro in una visione globale del paziente anziano”.
Per conoscere le prestazioni erogate nel reparto di Geriatria di Villa Tiberia Hospital a Roma, visita
la pagina web dedicata.